La legge sulle cave è realtà, domani l’approvazione in aula a Torino

La legge sulle cave è realtà, domani l’approvazione in aula a Torino
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Domani, in consiglio regionale, andrà in votazione la proposta di Legge 165 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”. Se sarà approvata, con essa, dopo 38 anni, il Piemonte torna ad essere una regione all'avanguardia in un settore complesso che non poteva più vedere rimandata una revisione normativa.

«Per me si tratta di un impegno preciso, preso in campagna elettorale anche attraverso l’adesione alla piattaforma L7 di Liberapiemonte - chiarisce soddisfatto Mimmo Rossi, consigliere regionale del Pd - e per il quale fin dal primo giorno del mio mandato ho lavorato con passione e tenacia. Un impegno che, nella mia storia personale, affonda le sue radici in una data tragica: il 20 gennaio 2010, giorno in cui venne ucciso a Romentino l'imprenditore Ettore Marcoli. Uno spartiacque tragico e violento per la città di Novara, che svelò le criticità di un settore complesso: quello delle cave». Un settore composto da tanti imprenditori per bene, ma, come molti altri, interessato da attività illegali e, in alcuni casi, da infiltrazioni della criminalità organizzata «soprattutto - ribadisce Rossi - per la stretta connessione con altri due settori: il movimento terra e il ciclo del cemento e dei rifiuti. In quell'occasione tragica cominciò un percorso collettivo di studio e approfondimento che mise in evidenza una serie di problemi: assenza di pianificazione da parte della pubblica amministrazione, assenza di un apparato sanzionatorio serio, difficoltà dei comuni nell'attività di controllo, casi di illegalità legati soprattutto al ciclo dei rifiuti. Individuati i problemi- prosegue - ho interpellato la politica perché fossero superati, poi, nel ruolo di consigliere regionale, ho cercato di costruire delle risposte concrete. Un impegno civile che è diventato politico senza perdere il collegamento con i territori e le tante persone che mi hanno aiutato in questa difficile sfida».

Un iter durato circa due anni e mezzo di mandato: «Nel primo anno - spiega ancora il consigliere regionale - ho lavorato affinché il progetto fosse costruito insieme a diversi stakeholder sul territorio (sindaci, università, imprenditori, associazioni ambientaliste) e poi condiviso all'interno del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Lascaris e quindi con l'intera maggioranza, dove ho trovato da subito condivisione e sostegno per il progetto. Nell'ottobre del 2015 presentammo la proposta di legge alla quale è seguito un altro anno di costante confronto con le diverse forze politiche, con la Giunta e con i diversi stakeholder fino all'elaborazione dell'ultima versione elaborata da un gruppo di lavoro della terza commissione.

Un documento più condiviso quindi, i cui punti qualificanti restano, programmazione regionale, equilibrio tra attività estrattiva e ambiente, incentivi al riciclo degli inerti e quindi disincentivo al consumo di suolo, sanzioni serie e certezza dei controlli».

Una bella soddisfazione, politica e non solo . «Certo - conclude - ma dovremo ancora tornare a occuparci di cave, consapevoli che ogni legge deve essere verificata e che certamente non è sufficiente a garantire la risoluzione dei problemi che vuole risolvere. La differenza la faranno sempre gli uomini e le donne che dovranno prendere le decisioni corrette al momento opportuno e quando ciascuno secondo il proprio ruolo farà la sua parte».

Sandro Devecchi  

Domani, in consiglio regionale, andrà in votazione la proposta di Legge 165 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”. Se sarà approvata, con essa, dopo 38 anni, il Piemonte torna ad essere una regione all'avanguardia in un settore complesso che non poteva più vedere rimandata una revisione normativa.

«Per me si tratta di un impegno preciso, preso in campagna elettorale anche attraverso l’adesione alla piattaforma L7 di Liberapiemonte - chiarisce soddisfatto Mimmo Rossi, consigliere regionale del Pd - e per il quale fin dal primo giorno del mio mandato ho lavorato con passione e tenacia. Un impegno che, nella mia storia personale, affonda le sue radici in una data tragica: il 20 gennaio 2010, giorno in cui venne ucciso a Romentino l'imprenditore Ettore Marcoli. Uno spartiacque tragico e violento per la città di Novara, che svelò le criticità di un settore complesso: quello delle cave». Un settore composto da tanti imprenditori per bene, ma, come molti altri, interessato da attività illegali e, in alcuni casi, da infiltrazioni della criminalità organizzata «soprattutto - ribadisce Rossi - per la stretta connessione con altri due settori: il movimento terra e il ciclo del cemento e dei rifiuti. In quell'occasione tragica cominciò un percorso collettivo di studio e approfondimento che mise in evidenza una serie di problemi: assenza di pianificazione da parte della pubblica amministrazione, assenza di un apparato sanzionatorio serio, difficoltà dei comuni nell'attività di controllo, casi di illegalità legati soprattutto al ciclo dei rifiuti. Individuati i problemi- prosegue - ho interpellato la politica perché fossero superati, poi, nel ruolo di consigliere regionale, ho cercato di costruire delle risposte concrete. Un impegno civile che è diventato politico senza perdere il collegamento con i territori e le tante persone che mi hanno aiutato in questa difficile sfida».

Un iter durato circa due anni e mezzo di mandato: «Nel primo anno - spiega ancora il consigliere regionale - ho lavorato affinché il progetto fosse costruito insieme a diversi stakeholder sul territorio (sindaci, università, imprenditori, associazioni ambientaliste) e poi condiviso all'interno del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Lascaris e quindi con l'intera maggioranza, dove ho trovato da subito condivisione e sostegno per il progetto. Nell'ottobre del 2015 presentammo la proposta di legge alla quale è seguito un altro anno di costante confronto con le diverse forze politiche, con la Giunta e con i diversi stakeholder fino all'elaborazione dell'ultima versione elaborata da un gruppo di lavoro della terza commissione.

Un documento più condiviso quindi, i cui punti qualificanti restano, programmazione regionale, equilibrio tra attività estrattiva e ambiente, incentivi al riciclo degli inerti e quindi disincentivo al consumo di suolo, sanzioni serie e certezza dei controlli».

Una bella soddisfazione, politica e non solo . «Certo - conclude - ma dovremo ancora tornare a occuparci di cave, consapevoli che ogni legge deve essere verificata e che certamente non è sufficiente a garantire la risoluzione dei problemi che vuole risolvere. La differenza la faranno sempre gli uomini e le donne che dovranno prendere le decisioni corrette al momento opportuno e quando ciascuno secondo il proprio ruolo farà la sua parte».

Sandro Devecchi  

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