La senatrice Ferrara, il consigliere regionale Rossi e il Pd provinciale a difesa dell’Istituto storico della Resistenza

La senatrice Ferrara, il consigliere regionale Rossi e il Pd provinciale a difesa dell’Istituto storico della Resistenza
Pubblicato:

TRECATE, “Se tre indizi fanno una prova, la neoeletta amministrazione del Comune di Trecate conferma tutte le preoccupazioni emerse durante la campagna elettorale, in cui abbiamo stigmatizzato le posizioni radicali della coalizione di destra che ha sostenuto la candidatura di Federico Binatti”. Sono le parole usate in un comunicato stampa dalla segreteria provinciale di Novara del Partito democratico e dal Circolo Pd di Trecate. “Appena indossata la fascia tricolore il sindaco – scrivono - toglie dal suo ufficio la bandiera della pace, nei giorni scorsi annuncia che Trecate uscirà dal Consorzio che sostiene l’Istituto storico della Resistenza e società contemporanea di Novara, intitolato a Piero Fornara, e se non bastasse anche l'abbandono di "Avviso pubblico", associazioni di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, cui Trecate ha aderito con l'amministrazione Ruggerone, dando un chiaro messaggio per la legalità e la trasparenza. Scelta discutibile la prima, del tutto insensate le altre – sostiene il Pd - L'istituto storico non solo tiene viva e valorizza la memoria storica della Resistenza, ma testimonia il ricordo dei valori e delle scelte di quegli uomini che hanno contribuito a costruire le fondamenta della nostra democrazia. Una funzione importante, riconosciuta da 81 Comuni e le Province di Novara e del Vco che ne sostengono l'attività. Per quanto riguarda  "Avviso pubblico" sembra superfluo ricordare, anche alla luce delle recenti operazioni della Dda di Milano, che ha sgominato la 'ndrina di Santhià, che operava in tutto il Piemonte, provincia di Novara compresa, quanto sia importante mantenere alta la guardia sul fronte della criminalità organizzata. I segnali in questo senso devono essere chiari e inequivocabili: un passo indietro è semplicemente incomprensibile. Le due decisioni dovranno essere ratificate dal Consiglio Comunale. Il Partito Democratico – conclude la nota stampa - auspica che i consiglieri dimostrino senso di responsabilità e coscienza civica, non lasciandosi trascinare in una direzione che nulla ha a che vedere con la buona amministrazione”. Sull’argomento in giornata è intervenuto anche il consigliere regionale novarese, Domenico Rossi. “Appare quantomeno strano che, con i tanti problemi, presunti o reali, che proprio il primo cittadino ha evidenziato a Trecate in campagna elettorale, il aindaco annunci tra i suoi primi provvedimenti quello di voler lasciare l'Istituto Storico Piero Fornara. Leggo sui giornali che si intendono utilizzare le risorse risparmiate per altre attività. Ma c'è qualcosa che vale più del custodire il fondamento della nostra democrazia? Quando mancherà la memoria di quei valori e degli uomini e delle donne che si sono battuti per la nostra libertà allora avremo compromesso la nostra identità”, spiega Rossi. “Mi permetto di rivolgermi al giovane primo cittadino di Trecate. Caro signor sindaco - aggiunge Rossi - metta da parte i pregiudizi politici, si riconosca nel fondamento che permette anche a lei oggi di essere eletto. Le assicuro che quella quota annuale è un investimento sul futuro”.Analoga riflessione si può estendere alla volontà annunciata dallo stesso Binatti di recedere da Avviso Pubblico. “Se c’è un filo rosso che lega l’insegnamento di uomini quali il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è proprio la consapevolezza secondo la quale, per liberarci dalle mafie, non è sufficiente la sola repressione ma sono necessari una politica autorevole, delle buone leggi, una scuola funzionante e politiche attive del lavoro. Tutto questo non può essere un compito relegabile alle sole Forze dell’ordine, ma spetta agli insegnanti, alle agenzie educative, agli imprenditori, ai cittadini, e prima di tutti alla politica”, commenta Domenico Rossi. “Si tratta - aggiunge il consigliere democratico - di un compito che non si può portare avanti in isolamento: occorre “mettersi insieme”, unire le energie, perché le mafie sono organizzate, sono efficienti ed efficaci e se vogliamo avere qualche speranza di vincere dobbiamo essere capaci di “organizzare il coraggio”. Proprio l'obiettivo che persegue Avviso Pubblico. Non si comprende, inoltre, quale sia la ratio di un provvedimento come questo, in un momento storico in cui le numerose inchieste della DDA di Torino ci consegnano l'immagine di un Piemonte dove le mafie sono fortemente radicate. Servirebbe al contrario un impegno maggiore nella direzione opposta: rafforzare i legami e gli sforzi, soprattutto quelli collettivi, contro le mafie e mettere in campo tutte le politiche di prevenzione alla diffusione della cultura mafiosa e della corruzione”, conclude Rossi.E ancora la senatrice Elena Ferrara. “L'Istituto storico della Resistenza e Avviso pubblico rappresentano un bagaglio di valori importantissimi, legati da un lato alla conservazione della memoria storica del nostro Paese, dall'altro alla promozione della cultura della legalità – commenta – Il sostegno di un Ente pubblico a queste due realtà alimenta una massa critica fra le istituzioni di diversi territori, con il coinvolgimento diretto della società civile, che contribuisce al patrimonio etico e morale della comunità. Per queste ragioni, la scelta di fuoriuscire da queste realtà non ricade solo sulla singola Amministrazione che la esercita, ma condiziona tutta la rete di comuni e di cittadinanza, con il rischio di cancellare percorsi virtuosi già avviati. Una conseguenza – sottolinea la parlamentare novarese – che riveste anche maggior peso, quando a compiere questa scelta è un Comune come Trecate, che riveste un ruolo particolarmente strategico sul nostro territorio e non solo. Mi auguro che il sindaco neo eletto, Federico Binatti, possa riflettere e rivedere le posizioni annunciate. Certi valori – conclude Ferrara – dovrebbero prescindere dalle questioni politiche”.mo.c.

TRECATE, “Se tre indizi fanno una prova, la neoeletta amministrazione del Comune di Trecate conferma tutte le preoccupazioni emerse durante la campagna elettorale, in cui abbiamo stigmatizzato le posizioni radicali della coalizione di destra che ha sostenuto la candidatura di Federico Binatti”. Sono le parole usate in un comunicato stampa dalla segreteria provinciale di Novara del Partito democratico e dal Circolo Pd di Trecate. “Appena indossata la fascia tricolore il sindaco – scrivono - toglie dal suo ufficio la bandiera della pace, nei giorni scorsi annuncia che Trecate uscirà dal Consorzio che sostiene l’Istituto storico della Resistenza e società contemporanea di Novara, intitolato a Piero Fornara, e se non bastasse anche l'abbandono di "Avviso pubblico", associazioni di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, cui Trecate ha aderito con l'amministrazione Ruggerone, dando un chiaro messaggio per la legalità e la trasparenza. Scelta discutibile la prima, del tutto insensate le altre – sostiene il Pd - L'istituto storico non solo tiene viva e valorizza la memoria storica della Resistenza, ma testimonia il ricordo dei valori e delle scelte di quegli uomini che hanno contribuito a costruire le fondamenta della nostra democrazia. Una funzione importante, riconosciuta da 81 Comuni e le Province di Novara e del Vco che ne sostengono l'attività. Per quanto riguarda  "Avviso pubblico" sembra superfluo ricordare, anche alla luce delle recenti operazioni della Dda di Milano, che ha sgominato la 'ndrina di Santhià, che operava in tutto il Piemonte, provincia di Novara compresa, quanto sia importante mantenere alta la guardia sul fronte della criminalità organizzata. I segnali in questo senso devono essere chiari e inequivocabili: un passo indietro è semplicemente incomprensibile. Le due decisioni dovranno essere ratificate dal Consiglio Comunale. Il Partito Democratico – conclude la nota stampa - auspica che i consiglieri dimostrino senso di responsabilità e coscienza civica, non lasciandosi trascinare in una direzione che nulla ha a che vedere con la buona amministrazione”. Sull’argomento in giornata è intervenuto anche il consigliere regionale novarese, Domenico Rossi. “Appare quantomeno strano che, con i tanti problemi, presunti o reali, che proprio il primo cittadino ha evidenziato a Trecate in campagna elettorale, il aindaco annunci tra i suoi primi provvedimenti quello di voler lasciare l'Istituto Storico Piero Fornara. Leggo sui giornali che si intendono utilizzare le risorse risparmiate per altre attività. Ma c'è qualcosa che vale più del custodire il fondamento della nostra democrazia? Quando mancherà la memoria di quei valori e degli uomini e delle donne che si sono battuti per la nostra libertà allora avremo compromesso la nostra identità”, spiega Rossi. “Mi permetto di rivolgermi al giovane primo cittadino di Trecate. Caro signor sindaco - aggiunge Rossi - metta da parte i pregiudizi politici, si riconosca nel fondamento che permette anche a lei oggi di essere eletto. Le assicuro che quella quota annuale è un investimento sul futuro”.Analoga riflessione si può estendere alla volontà annunciata dallo stesso Binatti di recedere da Avviso Pubblico. “Se c’è un filo rosso che lega l’insegnamento di uomini quali il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è proprio la consapevolezza secondo la quale, per liberarci dalle mafie, non è sufficiente la sola repressione ma sono necessari una politica autorevole, delle buone leggi, una scuola funzionante e politiche attive del lavoro. Tutto questo non può essere un compito relegabile alle sole Forze dell’ordine, ma spetta agli insegnanti, alle agenzie educative, agli imprenditori, ai cittadini, e prima di tutti alla politica”, commenta Domenico Rossi. “Si tratta - aggiunge il consigliere democratico - di un compito che non si può portare avanti in isolamento: occorre “mettersi insieme”, unire le energie, perché le mafie sono organizzate, sono efficienti ed efficaci e se vogliamo avere qualche speranza di vincere dobbiamo essere capaci di “organizzare il coraggio”. Proprio l'obiettivo che persegue Avviso Pubblico. Non si comprende, inoltre, quale sia la ratio di un provvedimento come questo, in un momento storico in cui le numerose inchieste della DDA di Torino ci consegnano l'immagine di un Piemonte dove le mafie sono fortemente radicate. Servirebbe al contrario un impegno maggiore nella direzione opposta: rafforzare i legami e gli sforzi, soprattutto quelli collettivi, contro le mafie e mettere in campo tutte le politiche di prevenzione alla diffusione della cultura mafiosa e della corruzione”, conclude Rossi.E ancora la senatrice Elena Ferrara. “L'Istituto storico della Resistenza e Avviso pubblico rappresentano un bagaglio di valori importantissimi, legati da un lato alla conservazione della memoria storica del nostro Paese, dall'altro alla promozione della cultura della legalità – commenta – Il sostegno di un Ente pubblico a queste due realtà alimenta una massa critica fra le istituzioni di diversi territori, con il coinvolgimento diretto della società civile, che contribuisce al patrimonio etico e morale della comunità. Per queste ragioni, la scelta di fuoriuscire da queste realtà non ricade solo sulla singola Amministrazione che la esercita, ma condiziona tutta la rete di comuni e di cittadinanza, con il rischio di cancellare percorsi virtuosi già avviati. Una conseguenza – sottolinea la parlamentare novarese – che riveste anche maggior peso, quando a compiere questa scelta è un Comune come Trecate, che riveste un ruolo particolarmente strategico sul nostro territorio e non solo. Mi auguro che il sindaco neo eletto, Federico Binatti, possa riflettere e rivedere le posizioni annunciate. Certi valori – conclude Ferrara – dovrebbero prescindere dalle questioni politiche”.mo.c.

Seguici sui nostri canali