Le Province come l’Araba fenice... non mollano e continuano a costare

Le Province come l’Araba fenice... non mollano e continuano a costare
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NOVARA - Niente da fare, il riordino (leggi sostanzialmente soppressione) delle Province partito con l’apposita legge dell’aprile 2014 sta incontrando tali e tanti ritardi e difficoltà che pare si stia parlando… dell’Araba fenice. Così non va proprio, e a dirlo è la Corte dei conti, che, a livello almeno contabile, certifica che al riguardo qualcuno sta ciurlando nel manico. A parte le incertezze sulla nuova titolarità delle funzioni, il riordino starebbe creando «un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza provinciale, suscettibili di incidere negativamente sulla tenuta degli equilibri di bilancio». La Corte riscontra anche «una costante tensione sulle entrate, vistosi ritardi nell'erogazione dei trasferimenti erariali e regionali, consistente utilizzo di entrate a carattere straordinario per il finanziamento di spesa corrente». Pare proprio spese addirittura in aumento nonostante la prospettata chiusura delle botteghe. Salta sulla sedia (in Commissione bicamerale) il ministro Marianna Madia, con una sorta di ultimatum - come racconta “il Messaggero”- sul personale: se le Regioni non provvederanno a trasferire i 20 mila lavoratori in esubero dopo il taglio delle competenze della riforma Delrio, lo farà direttamente lo Stato che ha già da parte le risorse. Su trasferimenti di competenze e personale, i giudici contabili hanno denunciato il ritardo delle Regioni nel completare i processi. Riassume il quotidiano romano: a parte l’Emilia Romagna che non ha ancora approvato il disegno di legge nemmeno in Giunta, in tutte le altre Regioni il ddlr sui trasferimenti e riordino è sì passato in Giunta, ma soltanto in Toscana, Friuli, Umbria, Liguria e Marche è già diventato legge regionale e inizia ad avere i suoi effetti sul riordino (per le restanti deve ancora passare dai Consigli). Quindi destino incerto per i dipendenti, che tra l’altro, stando alla Corte, sono tra i meno pagati degli enti territoriali, con una media di 28.156 euro (quelli comunali hanno un costo medio di 27.922 euro l’anno, quelli regionali 34.870 euro). Costano invece parecchio i dirigenti. 
La rilevazione, riferita all’esercizio 2013, mostra che Regioni, Province e Comuni occupano complessivamente circa 533.000 unità, distribuite tra personale dirigente, segretari comunali/provinciali e direttori generali, personale con qualifica non dirigenziale. La spesa totale del comparto ammonta a circa 15 miliardi di euro (di cui 2,8 per le Regioni, 1,5 per le Province e 10,9 per i Comuni). La spesa media per dipendente regionale ammonta a 34.870 euro, a fronte dei 27.922 e 28.156, rispettivamente per dipendente comunale e provinciale. La spesa media per il personale dirigente è di 89.748 euro nelle Regioni, 85.075 nei Comuni e, nota dolente, 97.444 nelle Province. 
Dunque la spesa media (nel 2013) per il personale dirigente è di 85.075 nei Comuni e 97.444 nelle Province. Come sono messi Palazzo Cabrino e Palazzo Natta? Per quanto riguarda i dirigenti del Comune (dati però riferiti al 2014) su 18 in 8 superano la soglia media (e altri 4 ci sono vicinissimi). La più pagata è il segretario generale Maria Angela Danzì con € 101.939,63, il meno pagato il dirigente Maria Carla Uglietti con € 74.097,11.
Per quanto riguarda la Provincia - a parte il caso del direttore/segretario Antonino Princiotta ora sospeso (e con stipendio ridotto) perché sotto processo, che nel 2012 guadagnava già qualcosa come 214.842,04 euro - su 7 solo il vicesegretario generale Roberto Favino supera, e di tanto, con 127.646,84 euro, la media nazionale di 97.444 euro (due dirigenti sono sostanzialmente su quella cifra). La mena pagata è Marina Ravarelli con 90.543,63 euro.
Paolo Viviani
Leggi l’articolo integrale e tutti gli stipendi dei dirigenti dei Comuni e delle Province di Novara e Verbania sul Corriere di Novara di lunedì 18 maggio 2015

NOVARA - Niente da fare, il riordino (leggi sostanzialmente soppressione) delle Province partito con l’apposita legge dell’aprile 2014 sta incontrando tali e tanti ritardi e difficoltà che pare si stia parlando… dell’Araba fenice. Così non va proprio, e a dirlo è la Corte dei conti, che, a livello almeno contabile, certifica che al riguardo qualcuno sta ciurlando nel manico. A parte le incertezze sulla nuova titolarità delle funzioni, il riordino starebbe creando «un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza provinciale, suscettibili di incidere negativamente sulla tenuta degli equilibri di bilancio». La Corte riscontra anche «una costante tensione sulle entrate, vistosi ritardi nell'erogazione dei trasferimenti erariali e regionali, consistente utilizzo di entrate a carattere straordinario per il finanziamento di spesa corrente». Pare proprio spese addirittura in aumento nonostante la prospettata chiusura delle botteghe. Salta sulla sedia (in Commissione bicamerale) il ministro Marianna Madia, con una sorta di ultimatum - come racconta “il Messaggero”- sul personale: se le Regioni non provvederanno a trasferire i 20 mila lavoratori in esubero dopo il taglio delle competenze della riforma Delrio, lo farà direttamente lo Stato che ha già da parte le risorse. Su trasferimenti di competenze e personale, i giudici contabili hanno denunciato il ritardo delle Regioni nel completare i processi. Riassume il quotidiano romano: a parte l’Emilia Romagna che non ha ancora approvato il disegno di legge nemmeno in Giunta, in tutte le altre Regioni il ddlr sui trasferimenti e riordino è sì passato in Giunta, ma soltanto in Toscana, Friuli, Umbria, Liguria e Marche è già diventato legge regionale e inizia ad avere i suoi effetti sul riordino (per le restanti deve ancora passare dai Consigli). Quindi destino incerto per i dipendenti, che tra l’altro, stando alla Corte, sono tra i meno pagati degli enti territoriali, con una media di 28.156 euro (quelli comunali hanno un costo medio di 27.922 euro l’anno, quelli regionali 34.870 euro). Costano invece parecchio i dirigenti. 
La rilevazione, riferita all’esercizio 2013, mostra che Regioni, Province e Comuni occupano complessivamente circa 533.000 unità, distribuite tra personale dirigente, segretari comunali/provinciali e direttori generali, personale con qualifica non dirigenziale. La spesa totale del comparto ammonta a circa 15 miliardi di euro (di cui 2,8 per le Regioni, 1,5 per le Province e 10,9 per i Comuni). La spesa media per dipendente regionale ammonta a 34.870 euro, a fronte dei 27.922 e 28.156, rispettivamente per dipendente comunale e provinciale. La spesa media per il personale dirigente è di 89.748 euro nelle Regioni, 85.075 nei Comuni e, nota dolente, 97.444 nelle Province. 
Dunque la spesa media (nel 2013) per il personale dirigente è di 85.075 nei Comuni e 97.444 nelle Province. Come sono messi Palazzo Cabrino e Palazzo Natta? Per quanto riguarda i dirigenti del Comune (dati però riferiti al 2014) su 18 in 8 superano la soglia media (e altri 4 ci sono vicinissimi). La più pagata è il segretario generale Maria Angela Danzì con € 101.939,63, il meno pagato il dirigente Maria Carla Uglietti con € 74.097,11.
Per quanto riguarda la Provincia - a parte il caso del direttore/segretario Antonino Princiotta ora sospeso (e con stipendio ridotto) perché sotto processo, che nel 2012 guadagnava già qualcosa come 214.842,04 euro - su 7 solo il vicesegretario generale Roberto Favino supera, e di tanto, con 127.646,84 euro, la media nazionale di 97.444 euro (due dirigenti sono sostanzialmente su quella cifra). La mena pagata è Marina Ravarelli con 90.543,63 euro.
Paolo Viviani
Leggi l’articolo integrale e tutti gli stipendi dei dirigenti dei Comuni e delle Province di Novara e Verbania sul Corriere di Novara di lunedì 18 maggio 2015

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