Mercato del lavoro, meglio a piccoli passi

Mercato del lavoro, meglio a piccoli passi
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Migliora la situazione del mercato del lavoro in Piemonte. I dati relativi al 2015, resi noti il 10 marzo dall’Istat, evidenziano infatti un aumento di 26.000 occupati e una flessione di 21.000 disoccupati, stimati nell’ultimo anno in 205.000 unità. Una valutazione che appare tendenzialmente in linea con le cifre elaborate dalla Regione e rese note la scorsa settimana, relative ai disoccupati che si sono dichiarati disponibili al lavoro, registrati presso i Centri per l’impiego e l’Inps.

Tornando ai dati Istat, il tasso di occupazione sale di 1,4 punti percentuali, attestandosi al 68,1% nella fascia 20-64 anni, e quello di disoccupazione scende dall’11,3% del 2014 al 10,2%. A questo risultato contribuisce in misura significativa l’andamento rilevato negli ultimi tre mesi dell’anno, quando le tendenze evidenziate si amplificano: +34.000 occupati e -51.000 persone in cerca di lavoro, con un livello di disoccupazione che scende al di sotto del 10%, toccando il 9,5%.

 

OCCUPAZIONE

La performance piemontese sul lato dell’occupazione (+1,5%) dipende dall’aumento degli occupati in età matura, particolarmente evidente nella classe 55-64 anni, dove il tasso relativo, fermo al 46,3% nel 2014, supera il 50%, mentre resta invariato, poco sopra il 18%, malgrado gli sforzi, l’indice dell’occupazione giovanile.  Sopra la media piemontese, il dato novarese fa registrare, sul fronte dell’occupazione, un + 3,1% rispetto al 2014, che raggiunge il 4,7% tra le donne.

In Piemonte il saldo interannuale risulta positivo per tutti e tre i macro-settori, con un tasso di incremento più marcato per l’agricoltura, per merito del lavoro autonomo, ma con spunti significativi anche nel ramo commerciale e turistico (+ 16.000 unità) e nell’industria manifatturiera (+9.000 addetti), mentre ristagna l’occupazione nelle costruzioni, dove si assiste ad un travaso verso il lavoro alle dipendenze, e negli altri comparti del terziario.  Secondo le attese, aumenta il lavoro a tempo indeterminato, fenomeno frutto della spinta impressa dall’esonero contributivo concesso con la legge di stabilità 2015.

 

DISOCCUPAZIONE

La disoccupazione diminuisce soprattutto per effetto della flessione della componente giovanile e delle persone in cerca di primo impiego, ma si riduce anche la presenza di ex occupati. Il tasso di disoccupazione da 15 a 24 anni scende infatti di 4 punti percentuali, dal 42,2% al 38,1%. Migliora la performance femminile (-15.000 unità su una flessione totale di 21.000) e fra le persone con ricerca attiva di lavoro prevale largamente la presenza di uomini (sono 111.000, rispetto a 94.000 donne). Il tasso di disoccupazione femminile resta comunque superiore, con un distacco che si è però sensibilmente ridotto (10,5%, contro 10%, rispettivamente).

A Novara le persone in cerca di occupazione calano, rispetto al 2014, del 18,5% (per le donne, la percentuale arriva al -24,1%). La provincia fa registrare il dato migliore a livello piemontese per ciò che riguarda il calo del tasso di disoccupazione: nel 2015 si attesta al 9,1%, scendendo dall’11,3% del 2014 (-2,2).

Sul territorio, si osserva un miglioramento diffuso, più accentuato, guardando agli indicatori di base, nel Verbano-Cusio-Ossola, che quasi si affianca alla provincia di Cuneo nella posizione di eccellenza detenuta a livello nazionale, specie per quanto riguarda i livelli di disoccupazione. Nella graduatoria 2015, infatti, il Vco, favorito anche dall’assorbimento elevato di manodopera frontaliera, si colloca al quinto posto (5,8%), mentre Novara (col 9,1%) è solo 43ª, terza comunque tra le province piemontesi. 

«Il quadro che emerge dai dati Istat - ha commentato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero - è largamente positivo. La performance del Piemonte è la migliore del Nord Italia, anche se il divario significativo che ci contraddistingue dall'inizio della recessione nei confronti delle altre regioni settentrionali permane. Rimaniamo inoltre ancora lontani dagli standard pre-crisi: nel 2008 gli occupati erano 1.861.000 e i disoccupati 100.000, mentre ora mancano all’appello 62.000 posti di lavoro, con una caduta che tende a concentrarsi nel ramo industriale  e le persone in cerca di impiego sono più che raddoppiate. Molto resta ancora da fare, ma il mercato si sta muovendo nella giusta direzione. Ora dobbiamo puntare su un rafforzamento dei servizi per l’impiego, in modo da stimolare, con interventi di politica attiva, la domanda di lavoro da parte delle imprese. Allo stesso tempo, tuttavia, come abbiamo evidenziato nel recente incontro con i parlamentari piemontesi, occorrono misure nazionali di sostegno al reddito e contrasto alla povertà per quelle persone che faticano a rientrare nel mondo del lavoro e sono ancora lontane dalla pensione. Va infine sottolineato, come l’aumento dell’occupazione che si è registrato lo scorso anno dipenda in larga parte dagli sgravi fiscali introdotti dal governo. Questo dovrebbe aiutarci a riflettere sulle scelte future». 

Laura Cavalli

Migliora la situazione del mercato del lavoro in Piemonte. I dati relativi al 2015, resi noti il 10 marzo dall’Istat, evidenziano infatti un aumento di 26.000 occupati e una flessione di 21.000 disoccupati, stimati nell’ultimo anno in 205.000 unità. Una valutazione che appare tendenzialmente in linea con le cifre elaborate dalla Regione e rese note la scorsa settimana, relative ai disoccupati che si sono dichiarati disponibili al lavoro, registrati presso i Centri per l’impiego e l’Inps.

Tornando ai dati Istat, il tasso di occupazione sale di 1,4 punti percentuali, attestandosi al 68,1% nella fascia 20-64 anni, e quello di disoccupazione scende dall’11,3% del 2014 al 10,2%. A questo risultato contribuisce in misura significativa l’andamento rilevato negli ultimi tre mesi dell’anno, quando le tendenze evidenziate si amplificano: +34.000 occupati e -51.000 persone in cerca di lavoro, con un livello di disoccupazione che scende al di sotto del 10%, toccando il 9,5%.

 

OCCUPAZIONE

La performance piemontese sul lato dell’occupazione (+1,5%) dipende dall’aumento degli occupati in età matura, particolarmente evidente nella classe 55-64 anni, dove il tasso relativo, fermo al 46,3% nel 2014, supera il 50%, mentre resta invariato, poco sopra il 18%, malgrado gli sforzi, l’indice dell’occupazione giovanile.  Sopra la media piemontese, il dato novarese fa registrare, sul fronte dell’occupazione, un + 3,1% rispetto al 2014, che raggiunge il 4,7% tra le donne.

In Piemonte il saldo interannuale risulta positivo per tutti e tre i macro-settori, con un tasso di incremento più marcato per l’agricoltura, per merito del lavoro autonomo, ma con spunti significativi anche nel ramo commerciale e turistico (+ 16.000 unità) e nell’industria manifatturiera (+9.000 addetti), mentre ristagna l’occupazione nelle costruzioni, dove si assiste ad un travaso verso il lavoro alle dipendenze, e negli altri comparti del terziario.  Secondo le attese, aumenta il lavoro a tempo indeterminato, fenomeno frutto della spinta impressa dall’esonero contributivo concesso con la legge di stabilità 2015.

 

DISOCCUPAZIONE

La disoccupazione diminuisce soprattutto per effetto della flessione della componente giovanile e delle persone in cerca di primo impiego, ma si riduce anche la presenza di ex occupati. Il tasso di disoccupazione da 15 a 24 anni scende infatti di 4 punti percentuali, dal 42,2% al 38,1%. Migliora la performance femminile (-15.000 unità su una flessione totale di 21.000) e fra le persone con ricerca attiva di lavoro prevale largamente la presenza di uomini (sono 111.000, rispetto a 94.000 donne). Il tasso di disoccupazione femminile resta comunque superiore, con un distacco che si è però sensibilmente ridotto (10,5%, contro 10%, rispettivamente).

A Novara le persone in cerca di occupazione calano, rispetto al 2014, del 18,5% (per le donne, la percentuale arriva al -24,1%). La provincia fa registrare il dato migliore a livello piemontese per ciò che riguarda il calo del tasso di disoccupazione: nel 2015 si attesta al 9,1%, scendendo dall’11,3% del 2014 (-2,2).

Sul territorio, si osserva un miglioramento diffuso, più accentuato, guardando agli indicatori di base, nel Verbano-Cusio-Ossola, che quasi si affianca alla provincia di Cuneo nella posizione di eccellenza detenuta a livello nazionale, specie per quanto riguarda i livelli di disoccupazione. Nella graduatoria 2015, infatti, il Vco, favorito anche dall’assorbimento elevato di manodopera frontaliera, si colloca al quinto posto (5,8%), mentre Novara (col 9,1%) è solo 43ª, terza comunque tra le province piemontesi. 

«Il quadro che emerge dai dati Istat - ha commentato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero - è largamente positivo. La performance del Piemonte è la migliore del Nord Italia, anche se il divario significativo che ci contraddistingue dall'inizio della recessione nei confronti delle altre regioni settentrionali permane. Rimaniamo inoltre ancora lontani dagli standard pre-crisi: nel 2008 gli occupati erano 1.861.000 e i disoccupati 100.000, mentre ora mancano all’appello 62.000 posti di lavoro, con una caduta che tende a concentrarsi nel ramo industriale  e le persone in cerca di impiego sono più che raddoppiate. Molto resta ancora da fare, ma il mercato si sta muovendo nella giusta direzione. Ora dobbiamo puntare su un rafforzamento dei servizi per l’impiego, in modo da stimolare, con interventi di politica attiva, la domanda di lavoro da parte delle imprese. Allo stesso tempo, tuttavia, come abbiamo evidenziato nel recente incontro con i parlamentari piemontesi, occorrono misure nazionali di sostegno al reddito e contrasto alla povertà per quelle persone che faticano a rientrare nel mondo del lavoro e sono ancora lontane dalla pensione. Va infine sottolineato, come l’aumento dell’occupazione che si è registrato lo scorso anno dipenda in larga parte dagli sgravi fiscali introdotti dal governo. Questo dovrebbe aiutarci a riflettere sulle scelte future». 

Laura Cavalli

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