Sondaggio

Novara torna all'agricoltura: per un cittadino su tre i campi sono un'opportunità

L'indagine condotta da Osservatorio Reale Mutua apre a scenari di sviluppo nuovi

Novara torna all'agricoltura: per un cittadino su tre i campi sono un'opportunità
Pubblicato:
Aggiornato:

Novara torna all'agricoltura: i risultati di un'indagine di Osservatorio Reale Mutua fanno luce su un aspetto poco conosciuto della società novarese.

Novara torna all'agricoltura?

Sono per certi versi sorprendenti i risultati dell'ultima indagine condotta dall'Osservatorio Reale Mutua nella città di San Gaudenzio. Un abitante di Novara su tre (34%) vede nell'agricoltura un interessante ambito di lavoro, un settore ampio e diversificato in cui sviluppare competenze e crescere professionalmente. Un dato certamente interessante, soprattutto in un periodo come questo, segnato dalla congiuntura del Covid-19. Un risultato che porta a ipotizzare l'esistenza di un crescente appeal per il settore agroalimentare.

I risultati dello studio

"Lavorare in agricoltura ha molti aspetti positivi - scrivono dall'Osservatorio Reale Mutua - tra i principali, per un novarese su due (50%) offre l’opportunità di riavvicinarsi alle tradizioni e al territorio e un ulteriore 33% sottolinea il senso di realizzazione che deriva dal veder concretizzarsi davvero gli sforzi compiuti col proprio lavoro. Ma cosa rappresenta l’agricoltura agli occhi degli abitanti di Novara? Uno su quattro (28%) la associa alla parola tradizione, e quindi al legame con i valori e le specificità del territorio, e un ulteriore 26% la connette all’idea di salute e sana alimentazione. Per il 22%, invece, il primo pensiero è quello della fatica connessa al lavoro nei campi e per un altro 15% agricoltura vuol dire soprattutto Made in Italy e le sue eccellenze. La pandemia ha avuto indubbie ripercussioni sul settore, che ad esempio – stima il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nel suo ultimo bollettino CreaAgritrend - ha visto una riduzione del 12,8% del PIL agricolo nel secondo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti. Ma, insieme a ciò, l’agricoltura si trova ad affrontare anche altre tematiche ormai entrate nel percepito dei novaresi: in primis quella del cambiamento climatico e dell’inquinamento (50%). Quasi un intervistato su quattro (22%) cita anche i limiti spesso posti da normative vincolanti e un ulteriore 6% individua tra i fattori contrari la diffusione sempre maggiore di mode che promuovono prodotti alimentari esotici".

Le dichiarazioni dei responsabili dello studio

I responsabili dell'Osservatorio hanno commentato i risultati. "L’agroalimentare è comparto assolutamente centrale per l’Italia -  commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo Reale Mutua - che quest’anno ha dovuto, e deve tuttora, confrontarsi con gli effetti della pandemia di Covid-19. L’auspicio è che il settore nel suo insieme e il Paese riescano a superare questa nuova fase di difficoltà e intraprendere appieno il cammino della ripresa. Oggi l’agricoltura è percorsa da grandi forze di trasformazione e innovazione, dagli sviluppi tecnologici al tema della sostenibilità. Noi di Reale Mutua insieme ai nostri Agenti siamo da sempre vicini a questo mondo, e proteggiamo le sue imprese, persone e colture con un’offerta assicurativa che copre molteplici rischi, dai cambiamenti climatici ed eventi atmosferici fino alle garanzie per responsabilità civile, assistenza, furto, guasto ai macchinari; inoltre, affianchiamo le aziende anche nel gestire i nuovi rischi e le nuove, grandi sfide che si pongono con l’evoluzione del settore. In quest’ottica rientra AGRIcoltura100, il progetto che abbiamo lanciato con Confagricoltura per supportare le imprese innovative e sostenibili e sviluppare una conoscenza sempre più approfondita delle dinamiche del rischio agricolo, cui rispondere con soluzioni assicurative all’avanguardia”.

Seguici sui nostri canali