“Politica “contro” è facile, propositiva no”

“Politica “contro” è facile, propositiva no”
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NOVARA - Albergo “Italia” gremito, lunedì sera, per la prima uscita pubblica della lista “La Città in Comune” e del suo candidato sindaco Luigi Rodini. Simpatizzanti e sostenitori ma anche qualche volto conosciuto della politica novarese di un passato più o meno recente, soprattutto di matrice socialista (fra i tanti, gli ex sindaci Armando Riviera e Antonio Malerba; e poi Domenico Ierace e Nicola Gullì), venuti come tanti a cercare di capire cosa la città può proporre “oltre” il Pd. Ed è proprio rivolgendosi (ma non solo) a quella sinistra “delusa da Ballaré, ma anche ai tanti che magari non votano più, perché non vedono un futuro nella politica novarese” che Rodini ha aperto il suo intervento.

“Oggi Novara - ha proseguito - vive un confronto politico molto simile a quello nazionale. Abbiamo una situazione complicata: i “dissidenti nel Partito Democratico sono sempre più numerosi; Andretta fa “a pugni” con Pedrazzoli; Canelli, Sozzani e Nastri litigano… La Macarro? Non abbiamo le stesse idee, ma ha tutta la mia solidarietà per il fatto di voler fare politica come donna e pur avendo cinque figli”.

Uno degli slogan scelti da “La Città in Comune” è in ogni caso quello di non fare una politica “contro”, “prima di tutto nei confronti dell’attuale sindaco. Noi offriamo un progetto, delle idee possibilmente condivise da tutti coloro che scelgono di aderire. Fare politica contro è facile; farla in maniera propositiva no. Noi ci mettiamo la faccia. Io non ho mai fatto politica prima di adesso, mi sono sempre occupato dei problemi dei lavoratori e anche per questo penso di poter dare qualcosa per la città e per difendere le idee dei più deboli e di quelli che hanno più problemi”. Per Rodini il Novarese è “un territorio ricco, con delle potenzialità che dovrebbero essere sfruttate”. E ancora: “Uguaglianza, solidarietà, pluralità. Noi vogliamo recuperare una certa concezione della politica. Pensiamo a un futuro solidale che rompa con alcune logiche “aziendaliste””.

Nessun nome di possibili candidati consiglieri è stato ancora ufficializzato: “Stiamo attendendo - ha spiegato ancora Rodini - che altre persone aderiscano. Abbiamo un programma che vogliamo sia il più condiviso possibile, partendo dalla “base”., anche se il tema principale sarà quello del lavoro: “Sarà il punto “cardine”, attorno al quale dovranno ruotare tutte le altre iniziative. E dopo cinque anni mi piacerebbe lasciare in questa città un’impronta, di essere riuscito a fare qualcosa per i giovani”.

Una città che deve essere rilanciata, “perché sta rischiando di diventare la periferia di Milano”. Il candidato di “Una Città in Comune” guarda all’Università, alla Città della Salute (“per la quale dovrà essere creato un indotto”), a diverse politiche abitative, all’ambiente: “Noi non siamo “contro” Agognate, ma contro quella “idea”, perchè a nostro avviso non porta nulla di buono. Si tratta di uno sfruttamento economico che “consuma” unicamente territorio”. Tante idee, “per un futuro che può essere condiviso. Quello che sarà possibile fare lo decideremo insieme”.

Dopo gli interventi di Roberto Leggero, Corinna Merlo, Emilia Giubertoni e Silene Gambini, ancora a Rodini le conclusioni, con anche una presa di posizione su una questione di carattere nazionale: “In occasione del prossimo referendum sulle “trivelle” siamo per il “sì”, perché guardiamo alle fonti di energia rinnovabile e pensiamo che lo sfruttamento del nostro territorio debba avvenire in maniera corretta”.

Luca Mattioli

NOVARA - Albergo “Italia” gremito, lunedì sera, per la prima uscita pubblica della lista “La Città in Comune” e del suo candidato sindaco Luigi Rodini. Simpatizzanti e sostenitori ma anche qualche volto conosciuto della politica novarese di un passato più o meno recente, soprattutto di matrice socialista (fra i tanti, gli ex sindaci Armando Riviera e Antonio Malerba; e poi Domenico Ierace e Nicola Gullì), venuti come tanti a cercare di capire cosa la città può proporre “oltre” il Pd. Ed è proprio rivolgendosi (ma non solo) a quella sinistra “delusa da Ballaré, ma anche ai tanti che magari non votano più, perché non vedono un futuro nella politica novarese” che Rodini ha aperto il suo intervento.

“Oggi Novara - ha proseguito - vive un confronto politico molto simile a quello nazionale. Abbiamo una situazione complicata: i “dissidenti nel Partito Democratico sono sempre più numerosi; Andretta fa “a pugni” con Pedrazzoli; Canelli, Sozzani e Nastri litigano… La Macarro? Non abbiamo le stesse idee, ma ha tutta la mia solidarietà per il fatto di voler fare politica come donna e pur avendo cinque figli”.

Uno degli slogan scelti da “La Città in Comune” è in ogni caso quello di non fare una politica “contro”, “prima di tutto nei confronti dell’attuale sindaco. Noi offriamo un progetto, delle idee possibilmente condivise da tutti coloro che scelgono di aderire. Fare politica contro è facile; farla in maniera propositiva no. Noi ci mettiamo la faccia. Io non ho mai fatto politica prima di adesso, mi sono sempre occupato dei problemi dei lavoratori e anche per questo penso di poter dare qualcosa per la città e per difendere le idee dei più deboli e di quelli che hanno più problemi”. Per Rodini il Novarese è “un territorio ricco, con delle potenzialità che dovrebbero essere sfruttate”. E ancora: “Uguaglianza, solidarietà, pluralità. Noi vogliamo recuperare una certa concezione della politica. Pensiamo a un futuro solidale che rompa con alcune logiche “aziendaliste””.

Nessun nome di possibili candidati consiglieri è stato ancora ufficializzato: “Stiamo attendendo - ha spiegato ancora Rodini - che altre persone aderiscano. Abbiamo un programma che vogliamo sia il più condiviso possibile, partendo dalla “base”., anche se il tema principale sarà quello del lavoro: “Sarà il punto “cardine”, attorno al quale dovranno ruotare tutte le altre iniziative. E dopo cinque anni mi piacerebbe lasciare in questa città un’impronta, di essere riuscito a fare qualcosa per i giovani”.

Una città che deve essere rilanciata, “perché sta rischiando di diventare la periferia di Milano”. Il candidato di “Una Città in Comune” guarda all’Università, alla Città della Salute (“per la quale dovrà essere creato un indotto”), a diverse politiche abitative, all’ambiente: “Noi non siamo “contro” Agognate, ma contro quella “idea”, perchè a nostro avviso non porta nulla di buono. Si tratta di uno sfruttamento economico che “consuma” unicamente territorio”. Tante idee, “per un futuro che può essere condiviso. Quello che sarà possibile fare lo decideremo insieme”.

Dopo gli interventi di Roberto Leggero, Corinna Merlo, Emilia Giubertoni e Silene Gambini, ancora a Rodini le conclusioni, con anche una presa di posizione su una questione di carattere nazionale: “In occasione del prossimo referendum sulle “trivelle” siamo per il “sì”, perché guardiamo alle fonti di energia rinnovabile e pensiamo che lo sfruttamento del nostro territorio debba avvenire in maniera corretta”.

Luca Mattioli

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