Presentata da Confartigianato Imprese Piemonte l’Indagine congiunturale del 3° Trimestre 2024
Calano le aziende che occupano da 1 a 3 dipendenti, dal 43,15% passano al 42,16%; sale invece la percentuale di aziende che occupano da 4 a 5 dipendenti
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la terza indagine trimestrale congiunturale del 2024 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate in 18 comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della Regione Piemonte.
I settori coinvolti nell’indagine
Attività Economica (Agricoltura, silvicoltura e pesca; Estrazione di minerali da cave e miniere; Attività manifatturiere; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; Fornitura di acqua; Costruzioni; Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli; Trasporto e magazzinaggio; Attività dei servizi alloggio e ristorazione; Servizi di informazione e comunicazione; Attività finanziarie e assicurative; Attività immobiliari; Attività professionali, scientifiche e tecniche; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese; Istruzione; Sanità e assistenza sociale; Attività artistiche, sportive, di intrattenimento; Altre attività di servizi).
L'analisi di Confartigianato Imprese Piemonte
Il Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici, si esprime a riguardo: "L'analisi degli indicatori statistici della nostra indagine delinea, complessivamente, una congiuntura previsionale caratterizzata da un peggioramento nei valori. Il sentiment delle nostre imprese è un pessimismo misto a realismo, poiché sono consapevoli che nei prossimi mesi la situazione economica, non solo nella nostra Regione ma nel mondo, dovrà attraversare una fase di forte instabilità, nonostante alcuni segnali positivi come la parziale discesa dell’inflazione.” - continua Felici - “Nel dettaglio si evidenzia che la previsione di produzione totale, già preceduta dal segno meno nella seconda indagine trimestrale, scende ancora. Un ritardo della ripresa del commercio internazionale, con rischi geopolitici che derivano dal prolungamento dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente e la debole domanda estera influiscono negativamente sui dati previsionali che riguardano la produzione totale. Si avvertono, inoltre, i primi importanti segnali di frenata nell’edilizia con la previsione di un calo nell’andamento occupazionale e le prospettive di una contrazione negli investimenti.
Le previsioni sulle voci assunzioni, produzione e nuovi ordini
Le previsioni circa l’andamento occupazionale vedono un peggioramento nel dato, perdendo 4 punti percentuali, passando da –2,27% a –6,08%.
In merito all’ipotesi di assunzione di apprendisti, il saldo negativo aumenta, passando dal –19,05% al –21,45%. Peggiora anche il dato relativo alle previsioni di produzione totale, che passa da –12,67% al –16,19%. Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini mantiene un valore negativo passando dal –12,05% al –14,74%. La percentuale di previsione di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, invece, passa da –32,95% a –31,34%.
Gli investimenti delle imprese
Secondo le previsioni, le proiezioni di investimenti per ampliamenti scendono da 8,14% a 7,32%; salgono leggermente quelle per sostituzioni che passano da 13,08% a 13,81%; infine, rimane tendenzialmente stabile la percentuale di imprese che non hanno programmato investimenti dal 78,78% al 78,87%.
Riguardo a tali dati, “Persiste, inoltre, - incalza Felici - un clima di incertezza sulle scelte finanziarie e le decisioni di investimento delle imprese, dopo il primo taglio dei tassi da parte della BCE. Sul peggioramento nei valori previsionali incide anche il cambio di direzione della politica fiscale.”.
Previsioni sugli incassi
Sale la previsione di regolarità negli incassi, che varia dal 67,56% al 69,18%; scende la stima dei ritardi, passando dal 32,34% al 30,62%; le previsioni di anticipi negli incassi continuano a rimanere minimi passando dallo 0,10% al 0,21%.
Andamento del fatturato
Il campione di imprese intervistate con fatturato fino a 25mila euro aumenta dal 4,02% al 4,43%; il segmento da 25 a 50mila diminuisce dal 6,80% al 4,95%; quello da 50 a 150mila aumenta dal 18,02% al 18,97%; quello da 150 a 400mila invece aumenta dal 25,85% al 27,01%; quello oltre i 400mila scende dal 45,31% al 44,64%.
Crescono le aziende
Calano le aziende che occupano da 1 a 3 dipendenti, dal 43,15% passano al 42,16%; sale invece la percentuale di aziende che occupano da 4 a 5 dipendenti e passa dal 13,08% al 14,12%; lo stesso vale per le imprese da 6 a 15 la cui percentuale sale dal 27,91% al 28,56%; aumenta anche la percentuale di aziende che occupa oltre i 15 dipendenti, passando dal 6,49% al 6,60%; il dato relativo alle imprese che non hanno dipendenti è in calo e passa dal 9,37% al 8,56%.