Quando Trecate ospitava 166 profughi

Quando Trecate ospitava 166 profughi
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TRECATE - Trecate, come molti comuni d’Italia, durante la Grande Guerra ospitò i profughi provenienti dai territori direttamente interessati dai combattimenti. E proprio a “I profughi della Grande Guerra a Trecate” è stata dedicata quest’anno la giornata in ricordo del Centenario della Grande Guerra (2014/ 2018) organizzata dal Comune nell’ambito del programma ufficiale commemorativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 
L’iniziativa si è svolta domenica 6 novembre ed ha visto la presenza delle delegazioni dei comuni di Brentonico (Tn) e di Colle Santa Lucia (Bl) che, a partire dal 1915, ebbero numerosi sfollati ospitati proprio a Trecate. Le delegazioni, guidate dal vicesindaco di Colle Santa Lucia Carlo Agostini e dall’assessore alla Cultura di Brentonico Quinto Canali, sono state ricevute ufficialmente in mattinata nella sala di rappresentanza del municipio, alla presenza delle autorità civili e delle rappresentanze delle associazioni d’arma. «Quello di oggi – ha dichiarato il sindaco di Trecate, Federico Binatti – non vuole essere un incontro occasionale, ma l’inizio di un rapporto di amicizia fra le nostre comunità e la riscoperta di un tratto di Storia che ci ha visti uniti».
Quinto Canali, dopo aver letto l’elenco degli sfollati di Brentonico ospitati (fra cui due bambini nati proprio a Trecate), ha ricordato che «Brentonico all’epoca della Prima Guerra mondiale era un paese di circa 4.000 abitanti che nell’arco di due anni si è svuotato e ha visto i propri cittadini sfollati in tutta Italia».
«Siamo felici dell’invito rivoltoci dal Comune di Trecate – ha detto Carlo Agostini – perché ci permette di conoscere per intero una vicenda che ha riguardato i nostri antenati e che ci era nota solo in parte. Riteniamo importante trasmettere la memoria di quanto accaduto affinché i giovani comprendano gli effetti della guerra».
Le autorità e gli ospiti si sono poi recati in corteo al Monumento dei Caduti di piazza Cattaneo e al cippo del Parco delle Rimembranze per ricordare i caduti della guerra. Nel pomeriggio, invece, nella sala polivalente della scuola per l’infanzia “Fratelli Russi”, la storica trecatese Margherita Lodroni ha illustrato la ricerca riguardante proprio i profughi ospitati a Trecate, ricerca che, attraverso lo scavo negli archivi locali, ha fatto riscoprire una vicenda ormai dimenticata. «L’8 luglio 1915 – ha spiegato Lodroni – un gruppo di 45 sfollati giunse a Trecate con il treno delle 15. Il Bollettino Trecatese dell’epoca ricorda che degli uomini 32 erano di Colle Santa Lucia e 7 di Brentonico. Fra gli uomini vi erano 34 contadini, 2 pensionati gendarmi, 2 persone di servizio, 1 casaro, 1 commesso di negozio, 1 conciatore di pelli, 1 apprendista scultore, 1 boscaiolo, 1 arrotino, 1 operaio. Dopo la Battaglia degli Altipiani vicentini, iniziata il 15 maggio 1916, vi furono altri sfollamenti e il sindaco di Trecate diede la disponibilità all’accoglienza di altre 20 persone. La controffensiva italiana, dopo la spedizione punitiva del maggio-giugno 1916, consentì ai nostri di rioccupare un vasto territorio del Trentino, ciò favorì all’inizio dell’autunno un primo rimpatrio dei profughi trentini, fra cui 15 cittadini di Colle Santa Lucia. Nel giugno 2017 furono destinati a Trecate altri 50 profughi, la maggior parte dei quali proveniva dalla Val Sugana. Il 24 ottobre 1917 si verificò la disfatta di Caporetto, che comportò un nuovo massiccio esodo delle popolazioni del Friuli e della Venezia Giulia, e Trecate diede ospitalità ad altri 70 profughi. Oltre al Comitato di Assistenza si costituì anche un Comitato Pro Profughi e furono organizzati spettacoli teatrali e iniziative per raccogliere fondi a favore soprattutto delle famiglie più povere. I profughi furono ospitati nel seminario, presso l’asilo, palazzo Annoni, casa Bollini e nelle cascine e in alcune case private. Dopo la battaglia di Vittorio Veneto finì la guerra. A Trecate, al termine del conflitto, vennero censiti 166 profughi: si contavano 51 bambini sino a 10 anni; 34 ragazzi e ragazze da 10 a 18 anni, 55 donne e 26 uomini. A seguito di una circolare del Ministero dell’Interno del 19 gennaio 1919, gli sfollati cominciarono a pensare al ritorno nei loro paesi, ma sino alla primavera del 1919 erano presenti ancora parecchi profughi a Trecate. Da ricordare, infine, che nel periodo di permanenza a Trecate alcuni profughi morirono, altri nacquero e una bambini rimasta senza genitori venne adottata».
«Dalle testimonianze lasciate dai profughi – ha concluso Lodroni – ci consola poter dire che l’impegno di Trecate e dei rrecatesi, verso i profughi della Grande Guerra è stato improntato a sensibilità e umanità».
Al termine della conferenza l’assessore alla Cultura di Brentonico, a nome del suo Comune, ha consegnato la fascia tricolore, simbolo della cittadinanza onoraria, alla piccola Cecilia, la più giovane trecatese presente in sala. L’incontro si è poi concluso con i saluti del senatore Tarcisio Andreolli, originario di Brentonico, la cui famiglia visse il dramma della guerra e dello sfollamento, e con i saluti delle autorità presenti.
La manifestazione si è chiusa nel tardo pomeriggio con un rinfresco allestito dal gruppo “Amici 52” e dal Comitato Genitori della scuola “Russi” che hanno preparato anche una bellissima torta in ricordo del Centenario della Guerra.
Daniela Uglietti

TRECATE - Trecate, come molti comuni d’Italia, durante la Grande Guerra ospitò i profughi provenienti dai territori direttamente interessati dai combattimenti. E proprio a “I profughi della Grande Guerra a Trecate” è stata dedicata quest’anno la giornata in ricordo del Centenario della Grande Guerra (2014/ 2018) organizzata dal Comune nell’ambito del programma ufficiale commemorativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 
L’iniziativa si è svolta domenica 6 novembre ed ha visto la presenza delle delegazioni dei comuni di Brentonico (Tn) e di Colle Santa Lucia (Bl) che, a partire dal 1915, ebbero numerosi sfollati ospitati proprio a Trecate. Le delegazioni, guidate dal vicesindaco di Colle Santa Lucia Carlo Agostini e dall’assessore alla Cultura di Brentonico Quinto Canali, sono state ricevute ufficialmente in mattinata nella sala di rappresentanza del municipio, alla presenza delle autorità civili e delle rappresentanze delle associazioni d’arma. «Quello di oggi – ha dichiarato il sindaco di Trecate, Federico Binatti – non vuole essere un incontro occasionale, ma l’inizio di un rapporto di amicizia fra le nostre comunità e la riscoperta di un tratto di Storia che ci ha visti uniti».
Quinto Canali, dopo aver letto l’elenco degli sfollati di Brentonico ospitati (fra cui due bambini nati proprio a Trecate), ha ricordato che «Brentonico all’epoca della Prima Guerra mondiale era un paese di circa 4.000 abitanti che nell’arco di due anni si è svuotato e ha visto i propri cittadini sfollati in tutta Italia».
«Siamo felici dell’invito rivoltoci dal Comune di Trecate – ha detto Carlo Agostini – perché ci permette di conoscere per intero una vicenda che ha riguardato i nostri antenati e che ci era nota solo in parte. Riteniamo importante trasmettere la memoria di quanto accaduto affinché i giovani comprendano gli effetti della guerra».
Le autorità e gli ospiti si sono poi recati in corteo al Monumento dei Caduti di piazza Cattaneo e al cippo del Parco delle Rimembranze per ricordare i caduti della guerra. Nel pomeriggio, invece, nella sala polivalente della scuola per l’infanzia “Fratelli Russi”, la storica trecatese Margherita Lodroni ha illustrato la ricerca riguardante proprio i profughi ospitati a Trecate, ricerca che, attraverso lo scavo negli archivi locali, ha fatto riscoprire una vicenda ormai dimenticata. «L’8 luglio 1915 – ha spiegato Lodroni – un gruppo di 45 sfollati giunse a Trecate con il treno delle 15. Il Bollettino Trecatese dell’epoca ricorda che degli uomini 32 erano di Colle Santa Lucia e 7 di Brentonico. Fra gli uomini vi erano 34 contadini, 2 pensionati gendarmi, 2 persone di servizio, 1 casaro, 1 commesso di negozio, 1 conciatore di pelli, 1 apprendista scultore, 1 boscaiolo, 1 arrotino, 1 operaio. Dopo la Battaglia degli Altipiani vicentini, iniziata il 15 maggio 1916, vi furono altri sfollamenti e il sindaco di Trecate diede la disponibilità all’accoglienza di altre 20 persone. La controffensiva italiana, dopo la spedizione punitiva del maggio-giugno 1916, consentì ai nostri di rioccupare un vasto territorio del Trentino, ciò favorì all’inizio dell’autunno un primo rimpatrio dei profughi trentini, fra cui 15 cittadini di Colle Santa Lucia. Nel giugno 2017 furono destinati a Trecate altri 50 profughi, la maggior parte dei quali proveniva dalla Val Sugana. Il 24 ottobre 1917 si verificò la disfatta di Caporetto, che comportò un nuovo massiccio esodo delle popolazioni del Friuli e della Venezia Giulia, e Trecate diede ospitalità ad altri 70 profughi. Oltre al Comitato di Assistenza si costituì anche un Comitato Pro Profughi e furono organizzati spettacoli teatrali e iniziative per raccogliere fondi a favore soprattutto delle famiglie più povere. I profughi furono ospitati nel seminario, presso l’asilo, palazzo Annoni, casa Bollini e nelle cascine e in alcune case private. Dopo la battaglia di Vittorio Veneto finì la guerra. A Trecate, al termine del conflitto, vennero censiti 166 profughi: si contavano 51 bambini sino a 10 anni; 34 ragazzi e ragazze da 10 a 18 anni, 55 donne e 26 uomini. A seguito di una circolare del Ministero dell’Interno del 19 gennaio 1919, gli sfollati cominciarono a pensare al ritorno nei loro paesi, ma sino alla primavera del 1919 erano presenti ancora parecchi profughi a Trecate. Da ricordare, infine, che nel periodo di permanenza a Trecate alcuni profughi morirono, altri nacquero e una bambini rimasta senza genitori venne adottata».
«Dalle testimonianze lasciate dai profughi – ha concluso Lodroni – ci consola poter dire che l’impegno di Trecate e dei rrecatesi, verso i profughi della Grande Guerra è stato improntato a sensibilità e umanità».
Al termine della conferenza l’assessore alla Cultura di Brentonico, a nome del suo Comune, ha consegnato la fascia tricolore, simbolo della cittadinanza onoraria, alla piccola Cecilia, la più giovane trecatese presente in sala. L’incontro si è poi concluso con i saluti del senatore Tarcisio Andreolli, originario di Brentonico, la cui famiglia visse il dramma della guerra e dello sfollamento, e con i saluti delle autorità presenti.
La manifestazione si è chiusa nel tardo pomeriggio con un rinfresco allestito dal gruppo “Amici 52” e dal Comitato Genitori della scuola “Russi” che hanno preparato anche una bellissima torta in ricordo del Centenario della Guerra.
Daniela Uglietti

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