Ripartito l’iter del disegno di legge sui piccoli comuni e la montagna
Riparte l’iter per l’approvazione del disegno di legge sui piccoli Comuni e la montagna. Il testo, depositato alla Camera dei Deputati con le firme di oltre sessanta parlamentari di tutti gli schieramenti, vede come primi firmatari i deputati Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, e Ermete Realacci, past president di Legambiente. È stato unito con un altro progetto di legge, dell'onorevole Terzoni e il testo unificato composto da 31 articoli contiene le "Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché disposizioni per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici”. «Questa non è una legge che prevede un aumento della spesa pubblica - commenta l'onorevole Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, relatore del provvedimento -. Permette di recuperare risorse che altrimenti andrebbero perdute. E consente all'Italia di stare nel gruppo di testa dei Paesi che puntano sulla green economy. Il tessuto dei piccoli Comuni può innescare un processo di sviluppo vero dell'Italia, partendo dalle caratteristiche specifiche che ha il territorio». Molte le misure previste dalla legge: si va dalla promozione della cablatura e della banda larga nei piccoli Comuni all'incentivazione della residenza in montagna; dall'assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale. I Comuni potranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di attività e organizzazioni del mondo del non profit. E grazie all'istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno per certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle attività di rivegetazione, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. «L'iter parlamentare riprende - evidenzia Borghi - e c'è da sperare che questa sia la volta buona. Questa, infatti, è una normativa molto attesa, non perché da sola possa essere risolutiva dei problemi aperti, ma perché indica con chiarezza una direzione ed una politica: considerare i piccoli Comuni non un peso per il nostro Paese, un'eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e costruire il futuro. Ci auguriamo la Camera proceda rapidamente con l'iter di approvazione e che altrettanto si faccia al Senato perché questa legge potrà essere uno strumento importante per un processo di valorizzazione della piccola grande Italia».
Marco De Ambrosis
Riparte l’iter per l’approvazione del disegno di legge sui piccoli Comuni e la montagna. Il testo, depositato alla Camera dei Deputati con le firme di oltre sessanta parlamentari di tutti gli schieramenti, vede come primi firmatari i deputati Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, e Ermete Realacci, past president di Legambiente. È stato unito con un altro progetto di legge, dell'onorevole Terzoni e il testo unificato composto da 31 articoli contiene le "Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché disposizioni per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici”. «Questa non è una legge che prevede un aumento della spesa pubblica - commenta l'onorevole Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, relatore del provvedimento -. Permette di recuperare risorse che altrimenti andrebbero perdute. E consente all'Italia di stare nel gruppo di testa dei Paesi che puntano sulla green economy. Il tessuto dei piccoli Comuni può innescare un processo di sviluppo vero dell'Italia, partendo dalle caratteristiche specifiche che ha il territorio». Molte le misure previste dalla legge: si va dalla promozione della cablatura e della banda larga nei piccoli Comuni all'incentivazione della residenza in montagna; dall'assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale. I Comuni potranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di attività e organizzazioni del mondo del non profit. E grazie all'istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno per certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle attività di rivegetazione, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. «L'iter parlamentare riprende - evidenzia Borghi - e c'è da sperare che questa sia la volta buona. Questa, infatti, è una normativa molto attesa, non perché da sola possa essere risolutiva dei problemi aperti, ma perché indica con chiarezza una direzione ed una politica: considerare i piccoli Comuni non un peso per il nostro Paese, un'eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e costruire il futuro. Ci auguriamo la Camera proceda rapidamente con l'iter di approvazione e che altrettanto si faccia al Senato perché questa legge potrà essere uno strumento importante per un processo di valorizzazione della piccola grande Italia».
Marco De Ambrosis