Riso, resta forte la preoccupazione per le importazioni

Riso, resta forte la preoccupazione per le importazioni
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«Per il riso resta forte la preoccupazione per le importazioni dai Paesi dell’Est asiatico» e inoltre «il parto della legge sul mercato interno si profila molto lungo, così come l’adozione di un provvedimento che renda obbligatoria l’etichettatura d’origine. Male invece il latte, con una P.L.V. del -14 per cento rispetto allo scorso anno, la cui crisi si è aggravata ulteriormente negli ultimi tre mesi. Lo scorso 26 novembre è stato raggiunto l’accordo economico con Italatte per cui il prezzo del latte alla stalla è aumentato del 2,1 per cento, anche se rimane ancora inferiore ai costi di produzione, stimati da Ismea a 38/40 centesimi al litro».

Così il presidente di Coldiretti Novara Vco Federico Boieri e il direttore Gian Carlo Ramella hanno commentato due dei dati di maggior interesse per l’ambito interprovinciale: dati ricompresi nel quadro dell’Annata Agraria piemontese, presentati a Torino da Coldiretti regionale alla presenza dei vertici territoriali delle federazioni territoriali. L’annata 2015 sotto il profilo climatico in Piemonte è stata sicuramente favorevole, rispetto al 2014, in cui le condizioni climatiche avevano influenzato negativamente le produzioni piemontesi. 

La Produzione Lorda Vendibile (P.L.V.) risulta stabile, attestandosi a 0,6%, grazie soprattutto ad alcuni settori trainanti quali il vitivinicolo, il corilicolo e l’orticolo di pieno campo. Il Pil agricolo del Piemonte rappresenta l’11% di quello nazionale.  Il prodotto interno lordo piemontese è pari al 2,5% del Pil regionale, raggiungendo con l’agroalimentare il 5,3%. Buone notizie sul lato dell’occupazione: l’agricoltura e l’alimentare hanno registrato un aumento di 2.297 unità rispetto al 2014, pari al +4,6%.

 

Analisi dell’annata 2015

Nel complesso l’analisi della stagione 2015 evidenzia una serie di indicatori positivi, soprattutto se si guarda al settore frutticolo dove emergono buone prospettive commerciali per le mele, i kiwi ed una produzione in ripresa per pere, susine e fragole. Rimane, invece, critico il mercato delle produzioni estive: in particolare per le pesche e le nettarine è stato ancora un anno da dimenticare. Per quanto riguarda la zootecnia da carne, si registra una ripresa per la razza bovina Piemontese per la quale nel corso dell’anno Coldiretti Piemonte ha lavorato al fine di ottenere il riconoscimento I.G.P. per il Vitellone Piemontese della Coscia, pratica che attualmente è in sede d’esame presso la Commissione europea. Inoltre, dopo l’esperienza positiva del 2013, anche quest’anno è stato replicato l’accordo di filiera con Mc Donald’s per cui La Razza Piemontese è stata protagonista, per 15 giorni ad ottobre e a novembre, in oltre 500 ristoranti italiani della multinazionale con l’hamburger dedicato McItaly.

A trainare l’annata agraria è stato il comparto vitivinicolo che, favorito dalle condizioni climatiche, ha registrato una performance da record con una P.L.V. di 159 milioni di euro pari al +29 per cento rispetto allo scorso anno. Vendemmia dalla quantità stabile, con un +2,5 per cento rispetto alla produzione 2014, e dall’ ottima qualità su tutte le varietà.  Ora l’attenzione si è spostata alla cantina dove avvengono i processi di vinificazione ed affinamento che potranno confermare l’ottimo raccolto. 

A gravare, però, ancora sull’economia agricola piemontese è l’embargo russo, prorogato fino a giugno 2016. Ne ha risentito soprattutto il settore ortofrutticolo, ma anche quello pataticolo e zootecnico. Il 60% dei 5 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui il 40% proprio alla Russia. Oltre ai danni economici diretti, questa situazione sta producendo anche uno sconvolgimento degli equilibri di mercato.  Le produzioni ortofrutticole, infatti, degli altri paesi europei, respinte dalla Russia, vengono riversate sul nostro mercato italiano, facendo calare vertiginosamente i prezzi.  A poco servono le contromisure prese dall’Unione Europea. 

l.c.

«Per il riso resta forte la preoccupazione per le importazioni dai Paesi dell’Est asiatico» e inoltre «il parto della legge sul mercato interno si profila molto lungo, così come l’adozione di un provvedimento che renda obbligatoria l’etichettatura d’origine. Male invece il latte, con una P.L.V. del -14 per cento rispetto allo scorso anno, la cui crisi si è aggravata ulteriormente negli ultimi tre mesi. Lo scorso 26 novembre è stato raggiunto l’accordo economico con Italatte per cui il prezzo del latte alla stalla è aumentato del 2,1 per cento, anche se rimane ancora inferiore ai costi di produzione, stimati da Ismea a 38/40 centesimi al litro».

Così il presidente di Coldiretti Novara Vco Federico Boieri e il direttore Gian Carlo Ramella hanno commentato due dei dati di maggior interesse per l’ambito interprovinciale: dati ricompresi nel quadro dell’Annata Agraria piemontese, presentati a Torino da Coldiretti regionale alla presenza dei vertici territoriali delle federazioni territoriali. L’annata 2015 sotto il profilo climatico in Piemonte è stata sicuramente favorevole, rispetto al 2014, in cui le condizioni climatiche avevano influenzato negativamente le produzioni piemontesi. 

La Produzione Lorda Vendibile (P.L.V.) risulta stabile, attestandosi a 0,6%, grazie soprattutto ad alcuni settori trainanti quali il vitivinicolo, il corilicolo e l’orticolo di pieno campo. Il Pil agricolo del Piemonte rappresenta l’11% di quello nazionale.  Il prodotto interno lordo piemontese è pari al 2,5% del Pil regionale, raggiungendo con l’agroalimentare il 5,3%. Buone notizie sul lato dell’occupazione: l’agricoltura e l’alimentare hanno registrato un aumento di 2.297 unità rispetto al 2014, pari al +4,6%.

 

Analisi dell’annata 2015

Nel complesso l’analisi della stagione 2015 evidenzia una serie di indicatori positivi, soprattutto se si guarda al settore frutticolo dove emergono buone prospettive commerciali per le mele, i kiwi ed una produzione in ripresa per pere, susine e fragole. Rimane, invece, critico il mercato delle produzioni estive: in particolare per le pesche e le nettarine è stato ancora un anno da dimenticare. Per quanto riguarda la zootecnia da carne, si registra una ripresa per la razza bovina Piemontese per la quale nel corso dell’anno Coldiretti Piemonte ha lavorato al fine di ottenere il riconoscimento I.G.P. per il Vitellone Piemontese della Coscia, pratica che attualmente è in sede d’esame presso la Commissione europea. Inoltre, dopo l’esperienza positiva del 2013, anche quest’anno è stato replicato l’accordo di filiera con Mc Donald’s per cui La Razza Piemontese è stata protagonista, per 15 giorni ad ottobre e a novembre, in oltre 500 ristoranti italiani della multinazionale con l’hamburger dedicato McItaly.

A trainare l’annata agraria è stato il comparto vitivinicolo che, favorito dalle condizioni climatiche, ha registrato una performance da record con una P.L.V. di 159 milioni di euro pari al +29 per cento rispetto allo scorso anno. Vendemmia dalla quantità stabile, con un +2,5 per cento rispetto alla produzione 2014, e dall’ ottima qualità su tutte le varietà.  Ora l’attenzione si è spostata alla cantina dove avvengono i processi di vinificazione ed affinamento che potranno confermare l’ottimo raccolto. 

A gravare, però, ancora sull’economia agricola piemontese è l’embargo russo, prorogato fino a giugno 2016. Ne ha risentito soprattutto il settore ortofrutticolo, ma anche quello pataticolo e zootecnico. Il 60% dei 5 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui il 40% proprio alla Russia. Oltre ai danni economici diretti, questa situazione sta producendo anche uno sconvolgimento degli equilibri di mercato.  Le produzioni ortofrutticole, infatti, degli altri paesi europei, respinte dalla Russia, vengono riversate sul nostro mercato italiano, facendo calare vertiginosamente i prezzi.  A poco servono le contromisure prese dall’Unione Europea. 

l.c.

 

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