Salvini mostra i muscoli... ma col fioretto

Salvini mostra i muscoli... ma col fioretto
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NOVARA - Matteo Salvini ha mostrato i muscoli colpendo al tempo stesso con il fioretto. Venuto martedì sera a Novara in un gremitissimo salone del “Borsa”, il leader delle Lega Nord ha ufficialmente “incoronato” Alessandro Canelli come candidato sindaco: «Non un’imposizione - ha spiegato - ma perché siamo convinti di avere in lui l’uomo giusto e la squadra giusta per mandare a casa Ballaré. In altri posti, dove magari non abbiamo l’uomo vincente, siamo disposti a fare un passo indietro. A Novara no».

Il “Carroccio”, insomma, non ha arretrato di un millimetro la sua posizione, pur lasciando intatte le possibilità di dialogo con tutte le altre forze del centro-destra, e anche con le liste civiche, «senza nessun tipo di veto», affinché si riesca a costruire una coalizione unita e vincente. Ma ha rivendicato al suo partito il diritto di guidarla. Ricordando inoltre come «fin dallo scorso mese di luglio abbiamo messo a disposizione un nome, ma ci hanno chiesto tempo. Siamo a febbraio e ancora si perde tempo…». Chiudendo poi con una battuta e un altro affondo: «Continuando di questo passo possiamo rivederci pure a Ferragosto, dopo che Ballaré sarà stato rieletto. Se qualcuno vuole fare il gioco del Pd lo dica pure. Noi non ci stiamo».

Il “succo” dell’intervento di Salvini, una quarantina di minuti a lungo interrotti da applausi e slogan, si riassume così. Un comizio vecchio stampo, che ha spaziato dai temi più svariati di carattere nazionale e non. Dal lavoro alla sicurezza, dall’immigrazione all’economia, passando per le unioni civili alle azioni tese a difendere «quelle nostre identità culturali che la sinistra vuole distruggere. La “legge Fornero” deve essere abolita, così come gli “Studi di settore”… L’imposizione fiscale deve essere abbassata». E ancora: «Un profugo che fugge da un Paese in guerra ha diritto di essere accolto, gli altri devono tornare a casa loro… Un bambino ha diritto di crescere in una famiglia con un uomo e una donna... Ognuno, nella sua sfera privata, ha diritto ad avere il proprio orientamento sessuale, senza subire discriminazioni… La sinistra stringe accordi con l’Iran, Paese dove gli omosessuali sono impiccati pubblicamente, togliendo le sanzioni a Teheran, ma le lascia alla Russia, l’unica che sta combattendo l’Isis…».

Dal canto suo Alessandro Canelli ha atteso diligentemente il suo turno, dicendosi pronto a raccogliere la sfida «mettendo in campo un progetto attraverso forze nuove». Ha attaccato l’attuale Amministrazione, che «non ha fatto nulla, se non completare quello che noi avevamo iniziato. Di suo c’è solo il “Musa”, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Per l’ex assessore provinciale «Il nostro compito sarà quello di cancellare cinque anni di centro-sinistra, riportando Novara ad essere una città normale, con buonsenso ed equilibrio».

A “scaldare” la folta platea prima degli interventi conclusivi di Salvini e Canelli ci avevano pensato, introdotti dal commissario cittadino del “Carroccio” Marzio Liuni, il commissario - segretario del partito provinciale Corrado Frugeri, l’attuale “numero due” piemontese Riccardo Molinari, l’europarlamentare valsesiano Gianluca Buonanno (distintosi come sempre per la sua dialettica decisamente folkloristica), la capogruppo del “Carroccio” in Regione Piemonte (ed ex presidente della Provincia di Cuneo) Gianna Gancia. E poi Roberto Cota, che ha esordito affermando «come una sala piena come quella di stasera rappresenti un bel segnale. Questa campagna elettorale sarà lunga, però partire bene è importante. Queste elezioni le dobbiamo vincere per il bene della Lega, ma noi abbiamo un progetto più ampio, che riguarda l’intera Nazione».

Riguardo alla decisione di puntare su Alessandro Canelli, l’ex presidente della Giunta regionale la vuole considerare «non come una prova di forza rivolta all’interno della nostra coalizione, ma piuttosto all’esterno. Per questo ai nostri alleati diciamo che quella delle prossime elezioni è un’occasione troppo importante per lasciarcela sfuggire. C’è bisogno tutti insieme di sforzarsi per fare una squadra vincente, ma bisogna partire». Un messaggio, una richiesta di unità: lo stessa che i vertici provinciali del “Carroccio” hanno chiesto alla “base” alla vigilia di quel congresso che dovrebbe restituire al partito organismi dirigenti eletti.

Luca Mattioli

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 11 febbraio 2016 

NOVARA - Matteo Salvini ha mostrato i muscoli colpendo al tempo stesso con il fioretto. Venuto martedì sera a Novara in un gremitissimo salone del “Borsa”, il leader delle Lega Nord ha ufficialmente “incoronato” Alessandro Canelli come candidato sindaco: «Non un’imposizione - ha spiegato - ma perché siamo convinti di avere in lui l’uomo giusto e la squadra giusta per mandare a casa Ballaré. In altri posti, dove magari non abbiamo l’uomo vincente, siamo disposti a fare un passo indietro. A Novara no».

Il “Carroccio”, insomma, non ha arretrato di un millimetro la sua posizione, pur lasciando intatte le possibilità di dialogo con tutte le altre forze del centro-destra, e anche con le liste civiche, «senza nessun tipo di veto», affinché si riesca a costruire una coalizione unita e vincente. Ma ha rivendicato al suo partito il diritto di guidarla. Ricordando inoltre come «fin dallo scorso mese di luglio abbiamo messo a disposizione un nome, ma ci hanno chiesto tempo. Siamo a febbraio e ancora si perde tempo…». Chiudendo poi con una battuta e un altro affondo: «Continuando di questo passo possiamo rivederci pure a Ferragosto, dopo che Ballaré sarà stato rieletto. Se qualcuno vuole fare il gioco del Pd lo dica pure. Noi non ci stiamo».

Il “succo” dell’intervento di Salvini, una quarantina di minuti a lungo interrotti da applausi e slogan, si riassume così. Un comizio vecchio stampo, che ha spaziato dai temi più svariati di carattere nazionale e non. Dal lavoro alla sicurezza, dall’immigrazione all’economia, passando per le unioni civili alle azioni tese a difendere «quelle nostre identità culturali che la sinistra vuole distruggere. La “legge Fornero” deve essere abolita, così come gli “Studi di settore”… L’imposizione fiscale deve essere abbassata». E ancora: «Un profugo che fugge da un Paese in guerra ha diritto di essere accolto, gli altri devono tornare a casa loro… Un bambino ha diritto di crescere in una famiglia con un uomo e una donna... Ognuno, nella sua sfera privata, ha diritto ad avere il proprio orientamento sessuale, senza subire discriminazioni… La sinistra stringe accordi con l’Iran, Paese dove gli omosessuali sono impiccati pubblicamente, togliendo le sanzioni a Teheran, ma le lascia alla Russia, l’unica che sta combattendo l’Isis…».

Dal canto suo Alessandro Canelli ha atteso diligentemente il suo turno, dicendosi pronto a raccogliere la sfida «mettendo in campo un progetto attraverso forze nuove». Ha attaccato l’attuale Amministrazione, che «non ha fatto nulla, se non completare quello che noi avevamo iniziato. Di suo c’è solo il “Musa”, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Per l’ex assessore provinciale «Il nostro compito sarà quello di cancellare cinque anni di centro-sinistra, riportando Novara ad essere una città normale, con buonsenso ed equilibrio».

A “scaldare” la folta platea prima degli interventi conclusivi di Salvini e Canelli ci avevano pensato, introdotti dal commissario cittadino del “Carroccio” Marzio Liuni, il commissario - segretario del partito provinciale Corrado Frugeri, l’attuale “numero due” piemontese Riccardo Molinari, l’europarlamentare valsesiano Gianluca Buonanno (distintosi come sempre per la sua dialettica decisamente folkloristica), la capogruppo del “Carroccio” in Regione Piemonte (ed ex presidente della Provincia di Cuneo) Gianna Gancia. E poi Roberto Cota, che ha esordito affermando «come una sala piena come quella di stasera rappresenti un bel segnale. Questa campagna elettorale sarà lunga, però partire bene è importante. Queste elezioni le dobbiamo vincere per il bene della Lega, ma noi abbiamo un progetto più ampio, che riguarda l’intera Nazione».

Riguardo alla decisione di puntare su Alessandro Canelli, l’ex presidente della Giunta regionale la vuole considerare «non come una prova di forza rivolta all’interno della nostra coalizione, ma piuttosto all’esterno. Per questo ai nostri alleati diciamo che quella delle prossime elezioni è un’occasione troppo importante per lasciarcela sfuggire. C’è bisogno tutti insieme di sforzarsi per fare una squadra vincente, ma bisogna partire». Un messaggio, una richiesta di unità: lo stessa che i vertici provinciali del “Carroccio” hanno chiesto alla “base” alla vigilia di quel congresso che dovrebbe restituire al partito organismi dirigenti eletti.

Luca Mattioli

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 11 febbraio 2016 

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