«Senza il Quadrante non c’è futuro»

«Senza il Quadrante non c’è futuro»
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BIELLA - Qualcuno ha parlato di “gioco di squadra”. Altri di un sapiente alternarsi delle parti tra chi avanzerà in attacco e chi, da punta, passerà in difesa. Qualcun altro ancora di un vero e proprio “patto d’area”. Fatto sta che opinione comune resta: il Quadrante, che comprende Biellese, Novarese, Vercellese e Verbano Cusio Ossola, altrimenti ribattezzato “Piemonte Orientale”, sarà l’unica soluzione possibile, per garantire futuro e sviluppo a queste quattro province e ai suoi abitanti.Ma chi ne può essere fautore? E in che modo? Da dove cominciare, insomma? Un primo passo è stato fatto durante l’incontro organizzato da Cisl Piemonte Orientale, giovedì scorso a Biella, e al quale hanno partecipato, per un primo confronto moderato dal direttore del Corriere di Novara e di Eco di Biella Roberto Azzoni, i rappresentanti delle istituzioni interessate: in primis, i sindaci dei Comuni capoluogo, che come evidenziato dalla segretaria confederale Cisl Giovanna Ventura, saranno i soli veri protagonisti della costruzione del “patto d’area” del Piemonte Orientale, e con loro la Regione, per la quale ha fatto da portavoce al confronto il vicepresidente Aldo Reschigna.  C’è il “sì al Quadrante” dei primi cittadini Marco Cavicchioli (Biella) e dell’assessore Giorgio Gaido; di Silvia Marchionini (Verbania), di Maura Forte (Vercelli), anche di Alessandro Canelli (Novara) che ha voluto sottolineare la necessità di rendere fatto il progetto e di non fermarsi al semplice “tavolo” di confronto, come il bisogno di una “guida” da parte «di chi ha il potere per farlo». Allusione alla Regione Piemonte, che Reschigna ha però voluto contenere, nell’ottica di un protagonismo dei Comuni: «Il Quadrante è quel luogo nel quale gli amministratori locali devono individuare loro quali questioni andranno affrontate».    Tra i dati più significativi, emerge che il progetto del Quadrante dovrà fare i conti, in generale, con una zona che comprende il 20 per cento della popolazione piemontese, seconda solo all’area metropolitana di Torino, ma che sta facendo i conti con natalità bassa e declinante e saldi migratori fortemente calanti. Tanto che la quota della popolazione straniera è la più bassa della Regione, eccezion fatta per Novara. Quanto ad età media, il Biellese vanta la più alta percentuale delle quattro province, mentre Novara la più bassa.  Molto buona, invece, la situazione della scolarizzazione (media superiore e università), che risulta nettamente cresciuta, con una impennata nel Biellese. Se a Biella e Novara la scelta degli studenti privilegia di più i licei, tra Vercelli e Vco, invece, si opta soprattutto per tecnici e professionali. Giovanna Boglietti  Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 4 luglio 2016 

BIELLA - Qualcuno ha parlato di “gioco di squadra”. Altri di un sapiente alternarsi delle parti tra chi avanzerà in attacco e chi, da punta, passerà in difesa. Qualcun altro ancora di un vero e proprio “patto d’area”. Fatto sta che opinione comune resta: il Quadrante, che comprende Biellese, Novarese, Vercellese e Verbano Cusio Ossola, altrimenti ribattezzato “Piemonte Orientale”, sarà l’unica soluzione possibile, per garantire futuro e sviluppo a queste quattro province e ai suoi abitanti.Ma chi ne può essere fautore? E in che modo? Da dove cominciare, insomma? Un primo passo è stato fatto durante l’incontro organizzato da Cisl Piemonte Orientale, giovedì scorso a Biella, e al quale hanno partecipato, per un primo confronto moderato dal direttore del Corriere di Novara e di Eco di Biella Roberto Azzoni, i rappresentanti delle istituzioni interessate: in primis, i sindaci dei Comuni capoluogo, che come evidenziato dalla segretaria confederale Cisl Giovanna Ventura, saranno i soli veri protagonisti della costruzione del “patto d’area” del Piemonte Orientale, e con loro la Regione, per la quale ha fatto da portavoce al confronto il vicepresidente Aldo Reschigna.  C’è il “sì al Quadrante” dei primi cittadini Marco Cavicchioli (Biella) e dell’assessore Giorgio Gaido; di Silvia Marchionini (Verbania), di Maura Forte (Vercelli), anche di Alessandro Canelli (Novara) che ha voluto sottolineare la necessità di rendere fatto il progetto e di non fermarsi al semplice “tavolo” di confronto, come il bisogno di una “guida” da parte «di chi ha il potere per farlo». Allusione alla Regione Piemonte, che Reschigna ha però voluto contenere, nell’ottica di un protagonismo dei Comuni: «Il Quadrante è quel luogo nel quale gli amministratori locali devono individuare loro quali questioni andranno affrontate».    Tra i dati più significativi, emerge che il progetto del Quadrante dovrà fare i conti, in generale, con una zona che comprende il 20 per cento della popolazione piemontese, seconda solo all’area metropolitana di Torino, ma che sta facendo i conti con natalità bassa e declinante e saldi migratori fortemente calanti. Tanto che la quota della popolazione straniera è la più bassa della Regione, eccezion fatta per Novara. Quanto ad età media, il Biellese vanta la più alta percentuale delle quattro province, mentre Novara la più bassa.  Molto buona, invece, la situazione della scolarizzazione (media superiore e università), che risulta nettamente cresciuta, con una impennata nel Biellese. Se a Biella e Novara la scelta degli studenti privilegia di più i licei, tra Vercelli e Vco, invece, si opta soprattutto per tecnici e professionali. Giovanna Boglietti  Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 4 luglio 2016 

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