«Tra Clinton e Trump si dovrà scegliere il male minore»

«Tra Clinton e Trump si dovrà scegliere il male minore»
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Domani il grande giorno. Gli Stati Uniti andranno alle urne per stabilire chi sarà, tra Hillary Clinton e Donald Trump, il successore di Obama alla Casa Bianca. La corsa è più stretta di quel che avremmo pensato due settimane fa, quando l’Fbi ha deciso di gettare la bomba dell’inchiesta sulle e-mail di Hillary Clinton nella campagna elettorale.

I due candidati stanno battendo passo a passo gli Stati in bilico e le due campagne si sono messe in moto perché nel weekend finisce la finestra per l’early voting, il voto in anticipo. Già 40 milioni hanno votato.

Le campagne Clinton e Trump stanno distribuendo i loro volontari per gli Stati, strada per strada e casa per casa. Sanno a chi andare a bussare, a chi offrire un passaggio per andare ai seggi, sanno chi si è registrato per votare e chi no. E poi mandano decine di e-mail: chiedono di donare fondi, di chiamare elettori indecisi, di partecipare allo sforzo di GetOutTheVote, ovvero il porta a porta per promuovere il candidato, ma anche semplicemente di ricordare come e quando si vota. Oppure chiedono di votare in anticipo, un modo per capire le tendenze e potere concentrare gli sforzi su quelle contee dove si è votato di meno prima di martedì.

A scrivere sono Hillary, Barack, Michelle, le organizzazioni liberal come MoveOn, che organizza phone banks (call center elettorali) e porta a porta, la senatrice di sinistra Elizabeth Warren, il vice di Trump, Mike Pence, il capo del partito repubblicano Reince Priebus, ma anche star del cinema o della musica.

Ciascuno ha un messaggio specifico, probabilmente se hai tra i 20 e i 30 anni ricevi una mail dalla cantante Katy Perry (nella foto), se ne hai più di 50 il mittente sarà Bill, se sei afroamericana, allora è Michelle. Ci sono messaggi il cui subject è “Let’s win this!”, vinciamo. E altri che dicono: “Trump ci ha superati in North Carolina, aiutaci”. Allarme e speranze. La campagna Trump, in questi giorni è molto sul «Stiamo rimontando», lo stesso miliardario, nei comizi spara cifre a casaccio sui sondaggi.

Per cercare di capire qualcosa di più abbiamo chiesto a sportivi ed imprenditori statunitensi che hanno lavorato nelle nostre zone e a quelli che, novaresi, si sono stabiliti negli Usa come vedono questo affascinante testa a testa.

Sandro Devecchi

Leggi il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 7 novembre 2016


Domani il grande giorno. Gli Stati Uniti andranno alle urne per stabilire chi sarà, tra Hillary Clinton e Donald Trump, il successore di Obama alla Casa Bianca. La corsa è più stretta di quel che avremmo pensato due settimane fa, quando l’Fbi ha deciso di gettare la bomba dell’inchiesta sulle e-mail di Hillary Clinton nella campagna elettorale.

I due candidati stanno battendo passo a passo gli Stati in bilico e le due campagne si sono messe in moto perché nel weekend finisce la finestra per l’early voting, il voto in anticipo. Già 40 milioni hanno votato.

Le campagne Clinton e Trump stanno distribuendo i loro volontari per gli Stati, strada per strada e casa per casa. Sanno a chi andare a bussare, a chi offrire un passaggio per andare ai seggi, sanno chi si è registrato per votare e chi no. E poi mandano decine di e-mail: chiedono di donare fondi, di chiamare elettori indecisi, di partecipare allo sforzo di GetOutTheVote, ovvero il porta a porta per promuovere il candidato, ma anche semplicemente di ricordare come e quando si vota. Oppure chiedono di votare in anticipo, un modo per capire le tendenze e potere concentrare gli sforzi su quelle contee dove si è votato di meno prima di martedì.

A scrivere sono Hillary, Barack, Michelle, le organizzazioni liberal come MoveOn, che organizza phone banks (call center elettorali) e porta a porta, la senatrice di sinistra Elizabeth Warren, il vice di Trump, Mike Pence, il capo del partito repubblicano Reince Priebus, ma anche star del cinema o della musica.

Ciascuno ha un messaggio specifico, probabilmente se hai tra i 20 e i 30 anni ricevi una mail dalla cantante Katy Perry (nella foto), se ne hai più di 50 il mittente sarà Bill, se sei afroamericana, allora è Michelle. Ci sono messaggi il cui subject è “Let’s win this!”, vinciamo. E altri che dicono: “Trump ci ha superati in North Carolina, aiutaci”. Allarme e speranze. La campagna Trump, in questi giorni è molto sul «Stiamo rimontando», lo stesso miliardario, nei comizi spara cifre a casaccio sui sondaggi.

Per cercare di capire qualcosa di più abbiamo chiesto a sportivi ed imprenditori statunitensi che hanno lavorato nelle nostre zone e a quelli che, novaresi, si sono stabiliti negli Usa come vedono questo affascinante testa a testa.

Sandro Devecchi

Leggi il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 7 novembre 2016

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