Verbania, chiude lo stabilimento Barry Callebaut di Intra: 115 lavoratori a rischio
Grande preoccupazione e levata di scudi dal mondo dei sindacati e della politica
Verbania: chiude lo stabilimento Barry Callebaut. E' stata una vera doccia fredda per tanti lavoratori e per tutto il Vco la notizia della chiusura dello stabilimento di Intra della multinazionale del cioccolato entro il primo trimestre del 2025.
Verbania: chiude lo stabilimento Barry Callebaut
L'azienda, quotata a Zurigo, ha annunciato in una lettera ai dipendenti la chiusura dello stabilimento di Intra. Nell’ambito del piano di investimenti da 500 milioni di franchi svizzeri annunciato un anno fa, infatti, è previsto solo il rilancio delle altre due fabbriche italiane, quella di Perugia e D’Orsogna, in provincia di Chieti.
"L'Italia rimane chiaramente una priorità assoluta per Barry Callebaut - recita la lettera - L'Italia è e continuerà ad essere uno dei nostri mercati chiave in Europa, in quanto è un Paese importante per la nostra tradizione nel mercato del cioccolato. Tuttavia, a seguito di un'attenta analisi della nostra struttura produttiva, oggi vi comunichiamo l'intenzione di chiudere la nostra azienda di Intra (VCO), in Italia".
“Sappiamo che ciò avrà un impatto sui nostri colleghi di Intra e ci impegneremo a sostenere tutte le persone interessate - conclude la funesta missiva - Avvieremo un dialogo con le parti sociali in conformità alle leggi e alle regolamentazioni locali. Siamo consapevoli della nostra responsabilità nei confronti dei nostri dipendenti e ci impegniamo a trovare soluzioni adeguate, laddove possibile, per sostenere tutti i colleghi che saranno interessati".
Verbania: chiude lo stabilimento Barry Callebaut
I sindacati: sciopero a oltranza
Non sono tardate le reazioni dal mondo dei sindacati e della politica, trattandosi peraltro di una notizia totalmente inattesa. Le RSU hanno proclamato uno sciopero con astensione dal lavoro ogni giorno per tutte e otto le ore di turno almeno fino a lunedì, quando si svolgerà il primo incontro all'Unione Industriale.
Intanto oggi, venerdì 6 settembre 2024, si è svolto un corteo partenza dalla sede dell’azienda e arrivo al Municipio, che ha visto sfilare dipendenti, amministratori, sindacalisti e cittadini. Il corteo si è concluso con gli interventi di rappresentanti della Cisl, sindaco Giandomenico Albertella e presidente della Provincia, Alessandro Lana.
La CGIL di Novara e VCO parla di "Schiaffo in faccia al mondo del lavoro!". E aggiunge: "Con quale decenza si possa accostare nello stesso documento l’immagine di un’azienda che investe “500 milioni di franchi svizzeri” (sic! Manco la fatica di convertirli in euro) a quella di un’azienda che toglie il pane di bocca a 150 famiglie rimane per noi un mistero: è il cioccolatino sul cuscino con cui si soffoca uno degli ultimi insediamenti industriali di Verbania, solido e fortemente in attivo da anni. Frasi quali 'migliorare stabilimenti e rete, affinare i processi lavorativi, elevare la qualità dei prodotti' sono uno schiaffo in faccia a tutto il mondo del lavoro se hanno come contraltare la perdita di occupazione, del relativo indotto e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie in un territorio come il nostro che diventa sempre più fragile, azienda persa dopo azienda persa. Ci dispiace quindi, ma non possiamo sorridere degli investimenti che verranno fatti in Abruzzo e in Umbria se a pagarli sarà la comunità di Verbania e del VCO: per questo motivo ci uniremo alla lotta intrapresa dalle lavoratrici e dai lavoratori della Barry Callebaut, esprimendo solidarietà e mettendo loro a disposizione tutte le competenze e i mezzi di cui la CGIL dispone, tanto nei tavoli istituzionali – che auspichiamo vengano attivati al più presto – quanto nel rapporto con i lavoratori ai quali va tutto il nostro supporto".
Il sindaco
Al termine del corteo odierno, come riferisce l'Ansa, è intervenuto il sindaco di Verbania, Giandomenico Albertella, che ha riferito di avere ricevuto una telefonata da Alberto Cirio: "Il presidente della Regione ha parlato con il ministro Urso, che gli ha confermato che convocherà i vertici aziendali di Barry Callebaut chiedendo loro di recedere da questa decisione".
Il primo cittadino si era già espresso così tramite un comunicato: "Questa decisione che riteniamo inaccettabile nel metodo e nel merito, preoccupa fortemente l’Amministrazione Comunale di Verbania in ragione delle ripercussioni che essa avrà sul contesto socio-economico della nostra Città e del territorio circostante. Il Sindaco, nell’esprimere oggi stesso con propria lettera all’Azienda tali preoccupazioni, ha invitato l’Azienda ad un tavolo di crisi che, con il coordinamento del Prefetto, veda la presenza dell’Amministrazione Comunale, della Regione Piemonte, delle Organizzazioni Sindacali e dell’Unione Industriali".
La Regione
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore al Lavoro, Elena Chiorino, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno affrontato questa mattina, 6 settembre 2024, durante una riunione in video collegamento la situazione della multinazionale.
«Abbiamo rappresentato al ministro Urso la preoccupazione della Regione Piemonte e del nostro territorio rispetto alle intenzioni dell’azienda. Il ministro ci ha assicurato la disponibilità del governo ad affiancare la Regione nell’attivazione del tavolo di crisi, alla luce della gravità della situazione anche per il suo impatto a livello occupazionale – si tratta di 115 posti di lavoro, più i collaboratori e l’indotto – e i precedenti che si sono verificati, con altre aziende, in varie zone d’Italia. Insieme al ministro apriremo un contatto con l’azienda per provare a chiedere di recedere dalla decisione annunciata dall’azienda e siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti per tutelare impianto e lavoratori» dichiarano il presidente Cirio e il vicepresidente Chiorino.
Il Pd regionale
Non si è fatta attendere anche la reazione del Segretario regionale PD Domenico Rossi e della Presidente del gruppo consiliare Gianna Pentenero:
"Tutto il Partito Democratico piemontese è solidale con le lavoratrici e i lavoratori della Barry Callebaut e dell’indotto. E’ inaccettabile che nel giro di poche ore si annunci la chiusura di uno stabilimento, ancora di più di fronte a una realtà solida come quella di Intra. L’azienda non può fare solo ragionamenti legati al profitto, ma deve muoversi anche nell’ambito della responsabilità sociale. Lo deve ai lavoratori e alle loro famiglie".
«La variabile 'tempo' è decisiva . Ci auguriamo che nella trattativa dei prossimi mesi l’azienda possa rivedere la sua decisione sullo stabilimento. Certamente dovrà mettere i lavoratori e il sistema nella condizione di costruire delle soluzioni per i lavoratori coinvolti» dichiara il segretario regionale Rossi.
«Insieme a tutto il Gruppo consiliare regionale chiedo alla giunta regionale che le azioni annunciate dal Presidente Cirio siano attivate immediatamente, a partire dall’apertura di un tavolo di crisi che permetta un confronto con lavoratori, parti sociali e proprietà. Noi siamo disposti a collaborare per la buona riuscita del percorso» aggiunge la Presidente Pentenero.