Via libera alla fusione: nasce Banco-Bpm

Via libera alla fusione: nasce Banco-Bpm
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E’ nato ufficialmente il “Banco Bpm”. Il consiglio di amministrazione del Banco Popolare e il consiglio di gestione di Banca popolare di Milano hanno dato il via libera al progetto di fusione tra i due istituti, che darà origine alla nuova società bancaria. Dopo il concordato aumento di capitale per un miliardo, agli azionisti del Banco Popolare sarà assegnato il 54,626% del capitale sociale della nuova banca, a quelli di Bpm spetterà invece il 45,374%. La nuova capogruppo avrà due headquarters, uno a Verona e uno a Milano. La sede legale sarà a Milano, quella amministrativa a Verona.

Quanto alla governance, il “Banco Bpm” avrà un consiglio di amministrazione composto, come stabilito, da 19 membri. Presidente sarà Carlo Fratta Pasini, già presidente del Banco, mentre il ceo - come annunciato - sarà Giuseppe Castagna, attuale ad di Bpm. Vicepresidente vicario sarà Mauro Paoloni, mentre alla vicepresidenza sono confermati il novarese Maurizio Comoli e Guido Castellotti, in quota Banco. Confermato nel cda un altro novarese, il presidente dell’Associazione industriali Fabio Ravanelli. Con lui, sempre in quota Banco, ci saranno Cristina Galeotti, Marisa Golo, Giulio Pedrollo, l’ex ad Pier Francesco Saviotti, Costanza Torricelli e Cristina Zucchetti; Mario Anolli, Massimo Catizone, Rita Laura D’Ecclesia, Carlo Frascarolo, Paola Galbiati, Piero Lonardi, Manuela Soffientini sono invece di “estrazione” Bpm. Il Banco ha quindi comunicato che il notaio Maurizio Marino, dopo aver concorso ad assumere, in piena sintonia con il cda, le decisioni relative al progetto di fusione con Bpm, ha rassegnato le dimissioni, con decorrenza immediata, da consigliere di amministrazione, allo scopo di mantenere la carica di presidente, a titolo gratuito, del Fondo Pensioni per il Personale del Gruppo Banco Popolare.

Sarà inoltre costituito un Comitato esecutivo composto da 6 amministratori, tra cui l’amministratore delegato, il vicepresidente vicario e i due vicepresidenti. Il primo presidente del Comitato esecutivo sarà Pier Francesco Saviotti.

All’interno del Consiglio di amministrazione saranno infine costituiti un Comitato controllo interno e rischi, un Comitato nomine, un Comitato remunerazione e un Comitato parti correlate, ciascuno dei quali composto da 4 membri.

Il Collegio sindacale sarà composto da 5 sindaci effettivi e 3 sindaci supplenti: Marcello Priori, che assumerà la carica di presidente del Collegio sindacale, Gabriele Camillo Erba, Maria Luisa Mosconi, Claudia Rossi, Alfonso Sonato, sindaci effettivi; Chiara Benciolini, Marco Bronzato, Ezio Simonelli (supplenti).

Direttore generale sarà Maurizio Faroni e condirettori generali saranno Domenico De Angelis e Salvatore Poloni.

L’incarico di revisione legale dei conti, su proposta motivata del Collegio sindacale del Banco Popolare e del Consiglio di sorveglianza della Bpm, sarà conferito a PricewaterhouseCoopers spa.

Conferma dunque in un ruolo di primo piano per Maurizio Comoli, già vicepresidente del Banco Popolare: «Ovviamente non posso che essere orgoglioso - commenta - Sarà un impegno gravoso ma estremamente stimolante, in un momento certo non facile per il settore bancario, per il quale non si prospetta  un futuro di “vacche grasse”. Ed è proprio questa consapevolezza che ha spinto verso la scelta della fusione, un’operazione ben ponderata e comunque mirata a produrre un utile importante nell’arco dei prossimi tre anni». La sfida, dunque, si apre sotto i migliori auspici, «anche perché quella che sta per nascere è la terza banca d’Italia - commenta Comoli - E soprattutto la prima banca nella zona più ricca del Paese. Mentre gli altri hanno una quota di mercato simile più o meno in tutte le aree, noi abbiamo moltissime province in cui siamo leader: siamo  la  banca del territorio, radicata molto in profondità nelle singole zone».

E a proposito di radicamento territoriale, il “Banco Bpm” - viene sottolineato in una nota -  “coerentemente con la natura e l’origine del Banco Popolare e della Bpm, continuerà ad accordare speciale attenzione ai territori ove è presente tramite la rete distributiva propria e del Gruppo”. In tale ottica, è previsto che il cda, previa deliberazione dell’assemblea, potrà destinare una quota dell’utile netto d’esercizio risultante dal bilancio approvato non superiore al 2,5% dell’utile stesso a finalità di assistenza, beneficenza e pubblico interesse, da impiegare per sostenere iniziative connesse agli specifici territori di riferimento.

Ora lo statuto e il progetto della nuova “superbanca” dovranno passare di nuovo al vaglio della Bce, chiamata a dare il suo definitivo via libera entro 90 giorni. Nel frattempo l’aumento di capitale da un miliardo messo in cantiere dal Banco Popolare (mediante emissione di azioni da offrire in opzione agli aventi diritto, come deliberato dall’assembla straordinaria dello scorso 7 maggio) dovrebbe essere portato a compimento ed entro novembre  le assemblee straordinarie di Banco e Bpm delibereranno la definitiva fusione, che diventerà quindi effettiva per fine anno, inizio 2017.

Intanto, il via libera alla fusione e la nomina del nuovo cda del “Banco-Bpm” sembra aver incassato una reazione positiva a Piazza Affari: ieri acquisti da capogiro su Banco Popolare (+8,73% a 4,76 euro) e Bpm (+8,27% a 0,55 euro).

Laura Cavalli

E’ nato ufficialmente il “Banco Bpm”. Il consiglio di amministrazione del Banco Popolare e il consiglio di gestione di Banca popolare di Milano hanno dato il via libera al progetto di fusione tra i due istituti, che darà origine alla nuova società bancaria. Dopo il concordato aumento di capitale per un miliardo, agli azionisti del Banco Popolare sarà assegnato il 54,626% del capitale sociale della nuova banca, a quelli di Bpm spetterà invece il 45,374%. La nuova capogruppo avrà due headquarters, uno a Verona e uno a Milano. La sede legale sarà a Milano, quella amministrativa a Verona.

Quanto alla governance, il “Banco Bpm” avrà un consiglio di amministrazione composto, come stabilito, da 19 membri. Presidente sarà Carlo Fratta Pasini, già presidente del Banco, mentre il ceo - come annunciato - sarà Giuseppe Castagna, attuale ad di Bpm. Vicepresidente vicario sarà Mauro Paoloni, mentre alla vicepresidenza sono confermati il novarese Maurizio Comoli e Guido Castellotti, in quota Banco. Confermato nel cda un altro novarese, il presidente dell’Associazione industriali Fabio Ravanelli. Con lui, sempre in quota Banco, ci saranno Cristina Galeotti, Marisa Golo, Giulio Pedrollo, l’ex ad Pier Francesco Saviotti, Costanza Torricelli e Cristina Zucchetti; Mario Anolli, Massimo Catizone, Rita Laura D’Ecclesia, Carlo Frascarolo, Paola Galbiati, Piero Lonardi, Manuela Soffientini sono invece di “estrazione” Bpm. Il Banco ha quindi comunicato che il notaio Maurizio Marino, dopo aver concorso ad assumere, in piena sintonia con il cda, le decisioni relative al progetto di fusione con Bpm, ha rassegnato le dimissioni, con decorrenza immediata, da consigliere di amministrazione, allo scopo di mantenere la carica di presidente, a titolo gratuito, del Fondo Pensioni per il Personale del Gruppo Banco Popolare.

Sarà inoltre costituito un Comitato esecutivo composto da 6 amministratori, tra cui l’amministratore delegato, il vicepresidente vicario e i due vicepresidenti. Il primo presidente del Comitato esecutivo sarà Pier Francesco Saviotti.

All’interno del Consiglio di amministrazione saranno infine costituiti un Comitato controllo interno e rischi, un Comitato nomine, un Comitato remunerazione e un Comitato parti correlate, ciascuno dei quali composto da 4 membri.

Il Collegio sindacale sarà composto da 5 sindaci effettivi e 3 sindaci supplenti: Marcello Priori, che assumerà la carica di presidente del Collegio sindacale, Gabriele Camillo Erba, Maria Luisa Mosconi, Claudia Rossi, Alfonso Sonato, sindaci effettivi; Chiara Benciolini, Marco Bronzato, Ezio Simonelli (supplenti).

Direttore generale sarà Maurizio Faroni e condirettori generali saranno Domenico De Angelis e Salvatore Poloni.

L’incarico di revisione legale dei conti, su proposta motivata del Collegio sindacale del Banco Popolare e del Consiglio di sorveglianza della Bpm, sarà conferito a PricewaterhouseCoopers spa.

Conferma dunque in un ruolo di primo piano per Maurizio Comoli, già vicepresidente del Banco Popolare: «Ovviamente non posso che essere orgoglioso - commenta - Sarà un impegno gravoso ma estremamente stimolante, in un momento certo non facile per il settore bancario, per il quale non si prospetta  un futuro di “vacche grasse”. Ed è proprio questa consapevolezza che ha spinto verso la scelta della fusione, un’operazione ben ponderata e comunque mirata a produrre un utile importante nell’arco dei prossimi tre anni». La sfida, dunque, si apre sotto i migliori auspici, «anche perché quella che sta per nascere è la terza banca d’Italia - commenta Comoli - E soprattutto la prima banca nella zona più ricca del Paese. Mentre gli altri hanno una quota di mercato simile più o meno in tutte le aree, noi abbiamo moltissime province in cui siamo leader: siamo  la  banca del territorio, radicata molto in profondità nelle singole zone».

E a proposito di radicamento territoriale, il “Banco Bpm” - viene sottolineato in una nota -  “coerentemente con la natura e l’origine del Banco Popolare e della Bpm, continuerà ad accordare speciale attenzione ai territori ove è presente tramite la rete distributiva propria e del Gruppo”. In tale ottica, è previsto che il cda, previa deliberazione dell’assemblea, potrà destinare una quota dell’utile netto d’esercizio risultante dal bilancio approvato non superiore al 2,5% dell’utile stesso a finalità di assistenza, beneficenza e pubblico interesse, da impiegare per sostenere iniziative connesse agli specifici territori di riferimento.

Ora lo statuto e il progetto della nuova “superbanca” dovranno passare di nuovo al vaglio della Bce, chiamata a dare il suo definitivo via libera entro 90 giorni. Nel frattempo l’aumento di capitale da un miliardo messo in cantiere dal Banco Popolare (mediante emissione di azioni da offrire in opzione agli aventi diritto, come deliberato dall’assembla straordinaria dello scorso 7 maggio) dovrebbe essere portato a compimento ed entro novembre  le assemblee straordinarie di Banco e Bpm delibereranno la definitiva fusione, che diventerà quindi effettiva per fine anno, inizio 2017.

Intanto, il via libera alla fusione e la nomina del nuovo cda del “Banco-Bpm” sembra aver incassato una reazione positiva a Piazza Affari: ieri acquisti da capogiro su Banco Popolare (+8,73% a 4,76 euro) e Bpm (+8,27% a 0,55 euro).

Laura Cavalli

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