Covid-19

Muore d’infarto il giorno dopo il vaccino Pfizer

Si è sentito male venerdì mattina ed è morto a 71 anni per un attacco cardiaco.

Muore d’infarto il giorno dopo il vaccino Pfizer
Pubblicato:
Aggiornato:

Muore d’infarto dopo il vaccino Pfizer: la vittima aveva 71 anni.

Muore d’infarto

Si è sentito male nella mattinata di venerdì 7 maggio 2021 ed è morto. Aveva 71 anni e all'origine del decesso sembra esserci un attacco cardiaco.

Il giorno prima aveva ricevuto la dose di vaccino Pfizer contro il Covid-19. Alberto Grazioli, questo il nome della vittima, ingegnere novarese, era domiciliato a Mottalciata, in provincia di Biella, con la moglie Donatella.

I funerali non sono stati ancora autorizzati. La famiglia ha richiesto l’autopsia ma non sono state fissate le date.

La notizia della morte di Alberto Grazioli ha fatto molto scalpore anche a Mottalciata:

«Non lo conoscevo bene - spiega il sindaco, Roberto Vanzi - ma so che c’erano già stati casi nella sua famiglia di malattie cardiovascolari e per questo motivo aveva perso due parenti, tra cui una sorella. Mi hanno detto che temeva molto questa situazione».

A conoscere Alberto Grazioli e la moglie (la famiglia non aveva figli), è invece don Alberto Boschetto, parroco della Speranza di Cossato: «Si tratta di un tragico lutto che ci ha colpito molto - afferma -. entrambi frequentavano Cossato e la Spolina, ormai erano di casa. Anche perché Donatella è una catechista».

La morte di Sandro Tognatti

Sarebbe stato sempre un infarto, un problema cardiaco improvviso, a stroncare Sandro Tognatti. L’insegnante di 57 anni di Cossato (Biella) era deceduto a inizio marzo, 17 ore dopo la somministrazione di una dose del vaccino AstraZeneca.

Dopo il primo esame autoptico non furono rilevati trombi, quindi nessuna causa evidente direttamente riconducibile all’assunzione del vaccino.

Il blocco di AstraZeneca

Sulla morte di Tognatti, la Procura di Biella aveva aperto un fascicolo che ipotizzava il reato di omicidio colposo contro ignoti. E aveva disposto il sequestro per il lotto ABV5811, il secondo a finire sotto chiave dopo l’ABV2856, bloccato precedentemente in seguito alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò in Sicilia.

Successivamente l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) aveva deciso di estendere il blocco a tutti i lotti Astrazeneca su tutto il territorio nazionale, anche alla luce di sette casi sospetti (su 1.6 milioni di vaccinazioni) in Germania. Dopo le verifiche e l'ok dell'Ema le somministrazioni del vaccino sono riprese regolarmente

Seguici sui nostri canali