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Elezioni settembre: cosa cambia per i parlamentari del novarese e Vco

Si vota con il Rosatellum bis.

Elezioni settembre: cosa cambia per i parlamentari del novarese e Vco
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Mancano ormai meno di due mesi alla data fatidica del 25 settembre, in cui gli italiani saranno chiamati al voto per le politiche.

Elezioni

E queste elezioni rappresenteranno sicuramente una novità, se non altro perché se il sistema elettorale rimane lo stesso del 2018 (il cosiddetto Rosatellum bis), il numero dei parlamentari da eleggere è cambiato radicalmente in seguito al referendum costituzionale del 2020. Per la prima volta da quando esiste la Repubblica, gli italiani saranno infatti chiamati a eleggere “solamente” 400 deputati e 200 senatori (finora erano rispettivamente 630 e 315). Inoltre, sempre per la prima volta in assoluto, a votare per il Senato saranno anche i ragazzi dai 18 ai 24 anni, che precedentemente potevano esprimere la propria preferenza solo per la Camera. Con conseguenze tutte da studiare sulle strategie da mettere in campo prima e dopo le elezioni e sulla formazione delle singole liste elettorali.

Il sistema elettorale

Ma come funziona il nostro sistema di voto? Il Rosatellum bis è un sistema misto, con una quota di seggi (37%) assegnati con il maggioritario a turno unico e con collegi uninominali, una quota (61%) assegnati con il proporzionale nei collegi plurinominali tra le forze politiche e le coalizioni che hanno superato lo sbarramento e il restante 2% assegnato dagli italiani residenti all’estero. La soglia di sbarramento è del 3% per le liste singole e del 10% per le coalizioni di partiti. Esistono poi altre forme di sbarramento più complesse legate alla rappresentanza regionale o nei collegi uninominali di una specifica regione. L’elettore sarà chiamato a votare una lista e il candidato a essa collegato. Non è ammesso il voto disgiunto e se si vota solo il candidato del collegio la propria preferenza sarà “spalmata”, per la parte proporzionale, equamente anche su tutte le liste che compongono la coalizione.

Le strategie dei partiti e la geografia del voto

Con il taglio del numero dei parlamentari e la differente organizzazione delle circoscrizioni elettorali le carte in gioco vengono inevitabilmente rimescolate. Gli aspiranti parlamentari potranno infatti candidarsi in un solo collegio uninominale e contemporaneamente prendere parte alla sfida in fino a cinque collegi plurinominali (nei quali potrebbero essere “pescati” con il proporzionale). Quindi ogni coalizione dovrà scegliere attentamente i nomi per i collegi uninominali e potrà farlo solo in seguito a una trattativa tra le forze che la compongono. Nello specifico la provincia di Novara è inserita per la Camera dei deputati nella circoscrizione Piemonte 2, insieme con le province del Vco, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo e Vercelli, dove si eleggono 19 deputati, tra i quali 5 dovranno vincere nei collegi uninominali e 14 usciranno dal voto nei plurinominali. La circoscrizione è poi suddivisa a sua volta in collegi uninominali, che per il nostro territorio coincidono con un unico collegio per le province di Novara e Vco (restano esclusi dal collegio solo 9 Comuni del circondario di Romagnano Sesia e Grignasco, che invece sono accorpati al collegio di Vercelli). Sempre per la Camera, c’è poi un unico collegio plurinominale del quadrante delle province di Novara, Vco, Vercelli e Biella, che assegna 4 seggi con il metodo proporzionale.

Per quanto riguarda il Senato invece esiste una circoscrizione unica del Piemonte, chiamata a eleggere 19 senatori, 5 dei quali con il metodo uninominale. Qui il territorio delle province di Novara e Vco è inserito in un gigantesco collegio uninominale che comprende anche le province di Biella e Vercelli e 60 Comuni della città metropolitana di Torino, tra cui anche Ivrea. I cittadini di un’area che comprende ben 377 Comuni dovranno scegliere un solo nome all’uninominale. Per quanto riguarda il proporzionale invece, il Piemonte è suddiviso in due collegi plurinominali: uno comprende la sola città di Torino e il suo circondario, mentre il secondo (quello che ci riguarda) contiene tutto il resto del territorio regionale. Nel maxi collegio del “resto del Piemonte” dovranno essere quindi eletti in tutto 5 senatori.
Basta leggere lo specchietto per comprendere come le alchimie tra i partiti all’interno delle coalizioni saranno da ricercare attentamente. Se infatti prima del referendum che prevede la riduzione del numero dei parlamentari il Piemonte eleggeva 44 deputati e 22 senatori, ora i numeri sono rispettivamente 38 e 19. In più, la riorganizzazione dei collegi elettorali porta ad accorpare territori molto diversi ed è chiaro che saranno pochi i parlamentari che potranno dirsi sicuri della conferma a Montecitorio e Palazzo Madama. Anche perché dovranno fare i conti con i loro “colleghi della provincia accanto” e non sarà facile stabilire le griglie di partenza dei partiti e dei candidati nei vari collegi. Se insomma nel 2018 le province di Novara e Vco avevano spedito a Roma una pattuglia di 9 parlamentari, dopo il voto di settembre il numero dei novaresi alla Camera e al Senato sarà inevitabilmente più basso.

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