talebani al potere

La tragedia umanitaria afghana accende il dibattito anche a Novara

I Francescani laici chiedono alla città di mobilitarsi per l'accoglienza dei profughi e la politica si divide.

La tragedia umanitaria afghana accende il dibattito anche a Novara
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La tragedia umanitaria che in questi giorni sta coinvolgendo l’Afghanistan, con il ritorno al potere dei Talebani, sta accendendo il dibattito anche a Novara.

I Francescani laici chiedono a Novara di fare la sua parte

A parlare non è solo la politica: i laici francescani dell’Ordine Francescano Secolare, che fanno riferimento al convento dei frati cappuccini di San Nazzaro alla Costa, chiedono che la comunità novarese si apra all’accoglienza dei profughi. In una nota si dicono convinti “che di fronte all'esito delle politiche dell'Occidente in quella martoriata Regione, politiche che finora hanno sempre privilegiato l'opzione militare, sia necessario un riscatto che scelga la strada della pace e dell'accoglienza. Per questo auspichiamo che siano attivati al più presto corridoi umanitari che consentano alla parte più esposta della popolazione afghana, le donne e i bambini anzitutto, di raggiungere in sicurezza i diversi paesi europei, dai quali ci aspettiamo uno sforzo di disponibilità all'accoglienza. Chiediamo che anche la comunità novarese, sia nella sua componente civile (seguendo le indicazioni dell'Associazione nazionale comuni d'Italia) che in quella ecclesiale (rispondendo all'appello lanciato da diverse associazioni cattoliche, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e dalla Tavola valdese) si metta a disposizione per questo obiettivo, ed esprimiamo per questo la nostra disponibilità alla collaborazione nelle forme e nei modi che saranno possibili”.

Il sindaco Canelli: “Serve una regia internazionale”

Da parte sua, il sindaco di Novara Alessandro Canelli concorda con la presa di posizione dell’Anci (Associazione dei comuni italiani) sull’urgenza “di mettere in salvo immediatamente tutte quelle famiglie che, in questi anni, hanno collaborato con le nostre missioni. Missioni che purtroppo ci sono costate tantissimo soprattutto in termini di vite umane dei nostri militari e anche in risorse economiche. Questo – dice Canelli - è quanto sta facendo il Governo italiano e l’Anci, l’associazione che riunisce i sindaci dei comuni italiani, può certamente sostenere e contribuire affinché ciò avvenga nella maniera più efficace possibile.  In una situazione di questo genere, gli Afghani sono certamente rifugiati politici, uno status ben diverso da quello di migrante irregolare e/o economico”.
Ma, puntualizza Canelli, “è impensabile che solo l’Italia e i Comuni italiani possano accogliere migliaia di profughi afghani considerato che negli ultimi mesi si sono già moltiplicati gli sbarchi di migranti economici.  E’ assolutamente necessario, quindi, che vi sia una regia internazionale per la creazione di corridoi umanitari che mettano in salvo più persone possibili, in particolare donne e bambini, dal regime talebano, ospitandole nelle varie nazioni occidentali. Tutti devono fare la loro parte e non lasciare, come spesso succede, ai soliti Paesi l’onere dell’accoglienza”.

Fonzo: “Novara dia la disponibilità ad accogliere i profughi”

Nel dibattito interviene anche il candidato sindaco del centro-sinistra Nicola Fonzo, che chiede agli altri candidati di condividere il suo appello perché anche “Novara faccia la sua parte”. “La nostra città, insieme alle tante altre che l’hanno già dichiarato, - dice Fonzo - dia la disponibilità ad accogliere i profughi afghani. Coinvolgiamo il volontariato, le donne e gli uomini che hanno reso la nostra comunità unica in termini di solidarietà.  È ciò che ci rende umani, di fronte a queste barbarie”.

Iacopino: "Non ci accontentiamo della retorica"

Anche dal candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Mario Iacopino, arriva l’appello a mobilitarsi. Ma in modo concreto: “Serve fin da subito una sinergia della Comunità Europea per un’accoglienza diffusa e omogenea. C'è l'urgenza di istituire corridoi umanitari e siamo sicuri che il nostro Ministero degli Esteri darà le risposte che attendiamo. Leggo che il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, è favorevole a mettere in salvo le famiglie in fuga come rifugiati politici, molto bene, ma non ci accontentiamo della retorica, noi chiediamo concretamente dove potrebbero essere ricollocate e quali servizi essenziali può offrire il Comune di Novara a costoro che scappano dalla guerra e dalla discriminazione”. Iacopino conclude con una riflessione: “Io sogno una Novara più vivibile ma anche più inclusiva. In passato chi predicava accoglienza non ha fatto abbastanza per lavorare sull'integrazione. La politica, al contrario, deve sforzarsi di offrire gli strumenti atti a migliorare la vita di tutti i cittadini, cercando di appianare le differenze sociali e scacciando via l’ombra perpetua del razzismo”.

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