Il documento della coalizione

Prima riunione di coalizione in vista delle Regionali del 2024: le parole di Domenico Rossi

“Ci siamo confrontati sulla situazione politica attuale e cominciato a delineare i prossimi passi per la costruzione del programma e per l’individuazione del candidato o della candidata alla carica di Presidente”

Prima riunione di coalizione in vista delle Regionali del 2024: le parole di Domenico Rossi
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“Sono grato alle forze politiche e civiche che hanno accettato il nostro invito a mettersi in cammino insieme per gli appuntamenti elettorali del 2024” dichiara il Segretario Regionale del Partito Democratico del Piemonte, Domenico Rossi, al termine dell’incontro odierno nella sede PD di via Coppino a Torino.

Le parole del novarese Rossi

“La storia ci insegna che non esistono esiti scontati e noi avvertiamo la responsabilità di pensare e realizzare un destino diverso per il Piemonte da quello immaginato dalla destra che oggi governa” aggiunge il segretario Dem.

“Si tratta di un percorso “aperto” - aggiunge Rossi - che sono convinto saprà intercettare altri compagni di strada che con noi credono nel potenziamento della sanità pubblica, del trasporto pubblico, del diritto allo studio e che vogliono lottare per la transizione ecologica insieme alla tutela di tutte le fragilità. Tutto quello che la destra ha trascurato in questi cinque anni di disastrosa esperienza della giunta Cirio”.

“Ci siamo confrontati sulla situazione politica attuale e cominciato a delineare i prossimi passi per la costruzione del programma e per l’individuazione del candidato o della candidata alla carica di Presidente” conclude Rossi.

Il documento della coalizione

Un Piemonte giusto e attrattivo: il progetto per cui vale la pena mettersi in gioco
Durante il Medioevo un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, come si usava ai suoi tempi. Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata dal sole. Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da costruzione. Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con compassione. Polvere e sudore lo
rendevano irriconoscibile, negli occhi feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile. Il suo braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a sollevare e ad abbattere ritmicamente. “Che cosa fai?”, chiese il pellegrino. “Non lo vedi?” rispose l’uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il capo. “Mi sto ammazzando di fatica”. Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino. S’imbatté presto in un secondo spaccapietre. Era altrettanto stanco, ferito, impolverato. “Che cosa fai?”, chiese anche a lui il pellegrino. “Non lo vedi? Lavoro da mattina a sera per mantenere mia moglie ed i miei bambini”, rispose l’uomo.

In silenzio il pellegrino riprese a camminare. Giunse quasi in cima alla collina. Là c’era un terzo spaccapietre. Era mortalmente affaticato, come gli altri. Aveva anche lui una crosta di sudore e di polvere sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietre avevano una strana serenità. “Che cosa fai?”, chiese il pellegrino. “Non lo vedi?” rispose l’uomo, sorridendo con fierezza. “Sto costruendo una cattedrale”. E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo.

Allo stesso modo, al pari dei tre spaccapietre, potremmo lavorare insieme per dovere, per necessità. Oppure perché, insieme, possiamo contribuire a realizzare una cattedrale, un sogno, qualcosa di grande, per cui valga la pena mettersi in gioco e lavorare sodo.
Ci siamo incontrati per dirci, prima di ogni altra cosa, che esistono donne e uomini, in questa regione che credono nella storia come tempo di possibilità e non di necessità. Nulla è già scritto e nulla è immodificabile. Ci sono variabili che non dipendono da noi, ma altre che sono legate al nostro impegno e alla nostra capacità di mettere in campo una proposta credibile.
Sentiamo la responsabilità di una proposta nuova, alternativa, forte e credibile per la nostra regione. Bisogna mettere mano ai danni che il centrodestra ha arrecato al Piemonte nella sanità, innanzitutto, nei trasporti, nella gestione del territorio.
Bisogna colmare l’assenza di politiche nel promuovere e nel sostenere l’economia piemontese, nel sostenere le famiglie, nel combattere disuguaglianze e fragilità.
Ci crediamo e siamo al lavoro per un progetto credibile, condiviso, ambizioso capace di dare risposte concrete alle esigenze e ai bisogni delle persone.

Per cinque anni il centrodestra ci ha abituati a politiche prive di visione e orientate solo alla costruzione del consenso immediato, per non parlare di litigi, baruffe, contrapposizioni determinate da ‘’interessi di bottega’’ che non hanno nulla da spartire con le priorità e le necessità di chi vive e lavora in questa Regione. Già
duramente colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica, i cittadini sono stanchi di assistere a questo teatrino.
Al Piemonte serve prima di tutto coraggio. Il coraggio di chi sa guardare lontano senza la preoccupazione del consenso immediato. Serve un progetto, una visione da costruire insieme partendo da una coalizione coesa, inclusiva, all’interno della quale ciascun soggetto possa portare il proprio contributo di idee, valori, rappresentanza delle istanze.

Oggi comincia un percorso nettamente alternativo nei modi, nei metodi e nei contenuti ai quali ci ha abituato la destra.
La cattedrale che vogliamo costruire ha fondamenta solide: sanità pubblica, trasporto pubblico, diritto allo studio, transizione ecologica e attenzione a tutte le fragilità. Basi su cui costruire un’opera che avrà tra le sue caratteristiche principali l’innovazione e il benessere dei cittadini così da diventare luogo capace di attrarre
investimenti e persone che qui potranno vivere bene. Un’opera che avrà uno slancio verso il futuro, che passa prima di tutto dal rafforzamento dell’Europa politica.
Siamo convinti che attorno a un progetto come questo sia possibile raccogliere milioni di piemontesi e ci auguriamo che anche altre forze politiche e civiche, al di là delle difficoltà che non sempre riguardano il Piemonte, possano unirsi a noi, nei prossimi mesi per costruire l’alternativa che i piemontesi meritano.

 

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