Il caso

Regione approva ordine del giorno contro i cinghiali

Esultano il consigliere Perugini e il gruppo della Lega

Regione approva ordine del giorno contro i cinghiali
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Regione approva ordine del giorno che impegna la giunta e il presidente a legiferare sul contenimento dei cinghiali e a impedire che nuovi incidenti mortali si verifichino sulle autostrade piemontesi.

Regione approva ordine del giorno sui cinghiali

Torna di attualità il tema dei cinghiali. La Regione ha approvato nei giorni scorsi un ordine del giorno che ha come primo firmatario il consigliere regionale novarese Federico Perugini. Il documento prende spunto da alcuni recenti episodi di cronaca, come l'incidente nel quale hanno perso la vita Simonluca Agazzone, di Bogogno e Matteo Ravetto, di Gattinara e impegna la giunta regionale ad affrontare seriamente il problema, soprattutto in relazione alla presenza dei cinghiali nei campi coltivati. Nel documento in particolare si chiede di fare in modo che i piani di contenimento approvati a Torino siano fatti rispettare e che si intraprendano azioni condivise a sostegno delle attività agricole.

La soddisfazione di Perugini e della Lega

"Questo è purtroppo un tema sempre d’attualità – ha ricordato il consigliere Federico Perugini aprendo il dibattito – per quanto questo ordine del giorno sia stato ispirato da un incidente avvenuto il primo ottobre dello scorso anno, quando due trentenni persero la vita sull’A26 dopo che la loro automobile si era scontrata contro alcuni cinghiali che si trovavano sulla carreggiata. Una tragedia che noi tutti ricordiamo e che si accompagna ai danni quotidianamente portati alle coltivazioni del nostro Piemonte. Per il solo 2020 i risarcimenti ammontano a 3,1 milioni di euro, e siamo pertanto certi che una soluzione preventiva del problema degli ungulati sarebbe meno onerosa. Non si tratta però di un tema esclusivamente economico, perché sempre più agricoltori decidono di abbandonare i campi proprio a causa delle scorribande dei cinghiali. Coltivatori che sono i primi garanti dell’ambiente e che chiedono solo di poter lavorare. Con questo atto vogliamo così dare nuova forza propulsiva alle azioni di contenimento che gli assessori Protopapa per l’Agricoltura e Carosso per i Parchi hanno già adottato sui nostri territori e perché possano far comprendere al governo quanto sia necessario modernizzare una normativa che in materia di cinghiali è ferma al 1992. In ambito regionale si è recepita la sentenza 21/2021 della Corte Costituzionale che ci porterà a modificare la vigente legge regionale per ampliare la platea dei soggetti abilitati agli interventi di controllo e contenimento che garantiscono un equilibrio di convivenza tra uomo e animale nel rispetto dell’ecosistema, e non una sopraffazione negativa come quella di oggi. Un aggiornamento delle leggi vigenti è però indifferibile”.

"La soluzione? Gruppi autorizzati di cacciatori"

"Ormai dall’inizio degli anni Novanta stiamo assistendo al proliferare di una specie non autoctona – ha sottolineato il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni nel suo intervento -, ma di incroci con razze dell’Est che arrivano a pesare fino a 200 chili. Questi animali vanno eradicati dalle zone agricole e urbanizzate perché non possono convivere con l’uomo. E l’unica soluzione sono i fucili di gruppi autorizzati di cacciatori. Dobbiamo abbattere gli ungulati per evitare il tracollo dell’agricoltura piemontese, che per altro sul fronte dei risarcimenti deve accontentarsi della regola europea del de minimis. Una presa di coscienza necessaria, al di là di qualunque ideologia”.

“In Piemonte abbiamo 18mila cacciatori - ha concluso il consigliere Claudio Leone, referente del Dipartimento per la gestione della fauna selvatica della Lega piemontese -, un numero bassissimo dovuto alla Legge regionale del 2018 e a tutti i limiti imposti. Questa contrazione la pagano gli automobilisti, gli allevatori e gli agricoltori. Regoliamo il contenimento senza improvvisare, rivediamo la legge con coerenza mettendo davanti a tutto la sicurezza”.

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