Settore agroalimentare: si punta sulla sostenibilità del packaging
I consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti alimentari, valutando non solo l’impatto ambientale dei cibi ma anche quello del packaging.
Secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, nell’ultimo anno il 65% delle famiglie italiane ha acquistato un alimento perché aveva un imballaggio più sostenibile, mentre quasi 2 consumatori su 10 non hanno comprato un prodotto perché la confezione non era eco-friendly.
Tra le caratteristiche principali che gli acquirenti valutano nella scelta dei prodotti alimentari secondo Nomisma ci sono l’assenza di imballaggi eccessivi o overpacking (58%), la riciclabilità del packaging (56%) e l’utilizzo di una quantità ridotta di plastica (47%). D’altronde, l’Italia è il Paese più virtuoso in Europa nel riciclo pro capite degli imballaggi, che dovrebbe passare dal 73% del 2021 al 75% nel 2023 secondo le stime Conai basate sui dati Eurostat.
L’agroalimentare si sta adeguando alle nuove preferenze dei consumatori, incrementando l’impiego di imballaggi ecologici per il confezionamento dei prodotti. In quest’ambito, le imprese intenzionate a optare per un packaging ecosostenibile possono affidarsi a STEF, azienda specializzata nel trasporto e nella logistica a temperatura controllata di prodotti alimentari deperibili.
Oltre ai numerosi progetti di sostenibilità, STEF mette a disposizione una guida agli imballaggi utilizzati e alle istruzioni per il loro conferimento, con l’obiettivo di aumentare il riciclo e ridurre l’impronta ecologica dei prodotti alimentari.
Gli imballaggi in carta e cartone sono il packaging sostenibile più in crescita nell’industria alimentare
La carta è il materiale sostenibile per il packaging alimentare preferito dalle aziende agroalimentari. Viene anche percepito in modo positivo dai consumatori, soprattutto per le bevande (il 59% degli acquirenti lo ritiene il materiale più green per il packaging alimentare secondo Nomisma).
Il nostro Paese vanta anche il primato europeo nel riciclo della carta, infatti secondo Comieco in Italia si ricicla oltre l’85% degli imballaggi cellulosici, un obiettivo che l’UE si è prefissata di raggiungere entro il 2030.
Il riciclo della carta Made in Italy è una vera e propria eccellenza europea, con oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiali cellulosici raccolti dai comuni italiani nel 2021. Inoltre, per potenziare il settore, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha annunciato che saranno utilizzati 130 milioni di euro del PNRR per promuovere il riciclo di carta e cartone. I fondi saranno destinati a progetti per migliorare la raccolta differenziata, ammodernare gli impianti di trattamento e realizzare nuove strutture adibite al riciclo di questi materiali.
La carta e il cartone vengono impiegati per produrre varie tipologie di imballaggi alimentari, tra cui scatole e interfalde in cartone ondulato, astucci e vassoi in cartone non ondulato, oppure etichette in carta per alimenti e bevande.
Questi prodotti possono essere conferiti nella raccolta differenziata, secondo le modalità previste dal proprio comune di riferimento. In genere, carta e cartone vanno gettati negli appositi contenitori per il recupero, mentre quelli con residui di cibo evidenti vanno buttati nei bidoni dell’indifferenziata in quanto creano problemi al processo di riciclo e producono cattivi odori.
Come funziona il processo di riciclo della carta e del cartone
Il riciclo della carta è un processo complesso ma essenziale per tutelare l’ambiente, poiché consente di ridurre l’utilizzo di nuove risorse e diminuire le emissioni di gas ad affetto serra rilasciate nell’atmosfera.
Tutto inizia con una raccolta differenziata di qualità, evitando di contaminare i rifiuti cellulosici con altri materiali, residui di alimenti e altre sostanze. Per questo motivo è importante verificare sempre che l’imballaggio alimentare sia effettivamente riciclabile, ma anche eliminare eventuali resti di cibo e altre impurità.
Dopo la raccolta avviene lo stoccaggio dei rifiuti in carta e cartone, dopodiché vengono divisi in base alla tipologia di materiale cellulosico e vengono inviati alle cartiere. Qui avviene il processo di macinazione della carta, con la trasformazione del materiale in un composto chiamato pulp attraverso l’immersione in una soluzione di acqua e additivi. L’impasto così ottenuto subisce un procedimento di pressatura per eliminare tutta l’acqua in eccesso, poi si procede alla produzione delle bobine arrotolando i grandi fogli di carta riciclata dello spessore desiderato.
Ovviamente, non tutti i tipi di carta e cartone possono essere riciclati, ma soltanto quelli con specifici codici. Si tratta, per esempio, del cartone ondulato 20 PAP, del cartone non ondulato 21 PAP e della carta 22 PAP, tutte sigle che indicano la totale riciclabilità dell’imballaggio.
Tuttavia, l’evoluzione tecnologica dei processi di riciclo consente in alcuni casi di trattare anche materiali complessi, come il poliaccoppiato realizzato con tre strati di carta, plastica e alluminio usato per le confezioni del latte o dei succhi di frutta, ma bisogna sempre verificare la presenza di tali impianti nel proprio comune.