Sigarette: in Italia le fuma 1 adulto su 4

Sigarette: in Italia le fuma 1 adulto su 4
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Quasi 1 giovane su 3, in Italia, utilizza sigarette elettroniche, tabacco riscaldato o sigarette tradizionali. Queste ultime sono fumate da 1 adulto su 4, mentre nel nostro Paese il cosiddetto policonsumo è addirittura raddoppiato. A certificarlo sono gli esiti di due differenti ricerche che sono state compiute dall’Istituto Superiore di Sanità in previsione dell’ultima giornata mondiale senza tabacco; ricerche che, per altro, mettono in evidenza una riduzione significativa del numero, e quindi della disponibilità, dei centri antifumo. Una prospettiva negativa, dal momento che il 24% degli italiani si identifica come fumatore.

Le indagini dell’Iss

La ricerca relativa ai giovani ha coinvolto il consumo di nicotina e tabacco fra gli studenti nel corso dell’anno scolastico terminato a giugno, ed è stata condotta dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità; quella riguardante gli adulti ha avuto come oggetto la sorveglianza Passi del Cnapps, cioè il Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute. Ebbene, se è vero che il 59% degli italiani – la maggioranza, dunque – di età compresa fra i 18 e i 69 anni non ha l’abitudine del fumo, è altrettanto vero che il 17% fumava in passato ma poi ha smesso, mentre poco meno di un quarto usa ancora adesso le sigarette tradizionali. Fra i giovani, è in netto aumento l’uso contemporaneo di più prodotti, ad esempio sigarette tradizionali/riscaldatori di tabacco assieme a sigarette elettroniche ricaricabili, usa e getta o con pod precaricate intercambiabili (https://www.svapoebastapro.com/1519-pod-precaricate-ingrosso), chiamato dagli esperti policonsumo. Come ha avuto modo di mettere in evidenza Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso degli ultimi 3 lustri si è assistito a un calo del numero di fumatori: calo che, però, è stato meno rapido di quel che fosse lecito attendersi. Si è passati, infatti, dal 30% di fumatori del 2008 al 24% attuale. Si tratta di un processo che deve essere reso più efficace, e quindi accelerato: a tale scopo è opportuno concentrarsi sulla prevenzione, con interventi che devono cominciare dalle scuole.

Il ruolo delle scuole

Sono le scuole, infatti, i luoghi più importanti nei quali è bene generare una socialità fra i ragazzi e i bambini con l’obiettivo di favorire stili di vita equilibrati e positivi: tra i quali, appunto, l’abitudine a non fumare. I risultati delle ricerche sono stati resi noti in occasione del convegno nazionale sul tabagismo organizzato dalla Società Italiana di Tabaccologia con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e il Centro Dipendenze e Doping: da tali esiti si scopre che 1 studente su 3, di età compresa fra i 14 e i 17 anni, ha utilizzato nei 30 giorni precedenti all’indagine un prodotto a base di nicotina o di tabacco. Per altro, il consumo in percentuale è un po’ più alto fra le ragazze che non fra i ragazzi. Non solo: il policonsumo è praticamente raddoppiato rispetto a due anni fa, quando era stata realizzata l’ultima rilevazione. Nel 2022 era inferiore al 39%, mentre oggi supera il 62%. La ricerca ha coinvolto un campione rappresentativo di più di 6mila studenti.

Le abitudini di consumo

Prendendo in esame le abitudini di consumo, emerge che la fruizione di questi prodotti fra i giovani si verifica soprattutto nel fine settimana, sia per le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato che, soprattutto, per le sigarette tradizionali. In media, il primo contatto con la nicotina avviene fra i 13 e i 14 anni; ciò è favorito dal fatto che in fase di acquisto non vengono compiuti controlli, al punto che quasi tutti i ragazzi che sono stati intervistati hanno dichiarato di aver comprato da soli le sigarette in tabaccheria o al bar. Circa in 1 caso su 3 i giovani usano prodotti a base di nicotina o tabacco con il permesso dei genitori, i quali paiono essere più favorevoli alle e-cigs che non alle sigarette tradizionali. Queste ultime vengono tollerate nel 9.9% dei casi, a fronte del 16.5% delle sigarette elettroniche.

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