Abodi vs Novara: attacco e retromarcia

Abodi vs Novara: attacco e retromarcia
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L’ennesima polemica tra i tifosi del Novara ed Andrea Abodi è scoppiata verso le 14.50 di sabato quando, francamente un po’ a sorpresa, il presidente della Lega di B ha attraversato il terreno del “Piola” attirandosi i fischi dell’intero impianto ed in particolare degli spettatori del “rettilineo” che pure avevano colloquiato abbastanza serenamente con lui la sera della sua ultima apparizione in viale Kennedy allorchè la doppietta di Pavoletti aveva sancito la retrocessione ormai certa degli azzurri in Lega Pro.

Dopo quasi due anni di “frecciatine” a distanza…era proprio il caso di riapparire con una “passerella” che qualcuno ha interpretato come una provocazione? Sta di fatto che la pioggia di fischi si è ripetuta in occasione di qualche decisione contestata da parte del direttore di gara. E dopo il pareggio di Maniero, originato da una punizione battuta probabilmente con palla in movimento dagli ospiti. Sull’1-1 Abodi ha lasciato la tribuna d’onore, allontanando i carabinieri che erano intervenuti per scortarlo. Tutto finito? Macchè! Come nell’agosto 2014 nei giorni del mancato ripescaggio del Novara, il presidente, sin da sabato sera, ha riempito il proprio profilo twitter di pensieri che hanno dato vita ad un dibattito sempre più acceso con i supporters azzurri che lo seguono abitualmente.

Tutto è cominciato con le recriminazioni di uno spettatore che lamentava gesti e parole di Donkor del Bari all’indirizzo del pubblico dei distinti nel corso della ripresa. “Se qualcuno ha visto e messo a referto…ci sono gli organi di giustizia” ha replicato prontamente Abodi. Il sarcasmo di un altro tifoso azzurro sui torti subiti dal Novara ha fatto infervorare il Presidente di Lega: “Oggi si sarà divertito…”. Pronta la sua risposta: “Quando s'incontra l'inciviltà e la maleducazione c'è poco da divertirsi”. Da lì il botta e risposta ha avuto un crescendo meno lineare: “Credo che lei si sia trovato a raccogliere quanto certi arbitri seminano costantemente. Poi c’è sempre il ripescaggio mancato”. Malgrado la notte di mezzo, Abodi si è lasciato scappare una risposta sibillina: “Due ragioni senza alcuna ragione. Prima di coltivare ambizioni bisogna esserne all’altezza”.

Passi per le “non ragioni” (arbitrali e di diritto) del Novara Calcio… ma che c’entrano le legittime ambizioni azzurre con la minicontestazione ricevuta sabato dal Presidente di Lega? Uno scivolone destinato a scatenare un piccolo putiferio. Come è effettivamente successo, soprattutto nella giornata di lunedì quando lo stesso Abodi ha tenuto a precisare, sempre via Twitter: “La mia era una risposta per pochi non un giudizio sulla comunità che stimo e rispetto”. Ed allora chi non sarebbe all’altezza delle proprie ambizioni?

“Chi insulta e minaccia. Ma forse nel caso in questione non è nemmeno colpa loro…Mi piacerebbe incontrarli e guardarli negli occhi. E rispondere a tutto le loro domande. Come ho sempre fatto. Teniamo fuori per favore la società, la squadra e gran parte della tifoseria da questa storia, evitando equivoci senza ragione”.

Massimo Barbero

L’ennesima polemica tra i tifosi del Novara ed Andrea Abodi è scoppiata verso le 14.50 di sabato quando, francamente un po’ a sorpresa, il presidente della Lega di B ha attraversato il terreno del “Piola” attirandosi i fischi dell’intero impianto ed in particolare degli spettatori del “rettilineo” che pure avevano colloquiato abbastanza serenamente con lui la sera della sua ultima apparizione in viale Kennedy allorchè la doppietta di Pavoletti aveva sancito la retrocessione ormai certa degli azzurri in Lega Pro.

Dopo quasi due anni di “frecciatine” a distanza…era proprio il caso di riapparire con una “passerella” che qualcuno ha interpretato come una provocazione? Sta di fatto che la pioggia di fischi si è ripetuta in occasione di qualche decisione contestata da parte del direttore di gara. E dopo il pareggio di Maniero, originato da una punizione battuta probabilmente con palla in movimento dagli ospiti. Sull’1-1 Abodi ha lasciato la tribuna d’onore, allontanando i carabinieri che erano intervenuti per scortarlo. Tutto finito? Macchè! Come nell’agosto 2014 nei giorni del mancato ripescaggio del Novara, il presidente, sin da sabato sera, ha riempito il proprio profilo twitter di pensieri che hanno dato vita ad un dibattito sempre più acceso con i supporters azzurri che lo seguono abitualmente.

Tutto è cominciato con le recriminazioni di uno spettatore che lamentava gesti e parole di Donkor del Bari all’indirizzo del pubblico dei distinti nel corso della ripresa. “Se qualcuno ha visto e messo a referto…ci sono gli organi di giustizia” ha replicato prontamente Abodi. Il sarcasmo di un altro tifoso azzurro sui torti subiti dal Novara ha fatto infervorare il Presidente di Lega: “Oggi si sarà divertito…”. Pronta la sua risposta: “Quando s'incontra l'inciviltà e la maleducazione c'è poco da divertirsi”. Da lì il botta e risposta ha avuto un crescendo meno lineare: “Credo che lei si sia trovato a raccogliere quanto certi arbitri seminano costantemente. Poi c’è sempre il ripescaggio mancato”. Malgrado la notte di mezzo, Abodi si è lasciato scappare una risposta sibillina: “Due ragioni senza alcuna ragione. Prima di coltivare ambizioni bisogna esserne all’altezza”.

Passi per le “non ragioni” (arbitrali e di diritto) del Novara Calcio… ma che c’entrano le legittime ambizioni azzurre con la minicontestazione ricevuta sabato dal Presidente di Lega? Uno scivolone destinato a scatenare un piccolo putiferio. Come è effettivamente successo, soprattutto nella giornata di lunedì quando lo stesso Abodi ha tenuto a precisare, sempre via Twitter: “La mia era una risposta per pochi non un giudizio sulla comunità che stimo e rispetto”. Ed allora chi non sarebbe all’altezza delle proprie ambizioni?

“Chi insulta e minaccia. Ma forse nel caso in questione non è nemmeno colpa loro…Mi piacerebbe incontrarli e guardarli negli occhi. E rispondere a tutto le loro domande. Come ho sempre fatto. Teniamo fuori per favore la società, la squadra e gran parte della tifoseria da questa storia, evitando equivoci senza ragione”.

Massimo Barbero

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