Al Novara un derby ad alta tensione

Al Novara un derby ad alta tensione
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NOVARA -  Un derby in tutto e per tutto. Botte, tensione, risse, cartellini gialli e rossi come se piovessero… Alla fine l’ha spuntata con pieno merito il Novara, che riesce a sbancare il campo della Pro Vercelli per la quarta volta consecutiva grazie ad una perla su punizione di Nicolas Viola. Ma la differenza tra le due squadre è apparsa sicuramente più ampia, in favore degli azzurri, di uno striminzito calcio piazzato.

La compagine di casa, al quarto stop di fila, è sembrata poca cosa e il destino di Scazzola appare segnato: oggi, infatti, inizierà l’era di Foscarini. Per contro Baroni ha impostato la partita con coraggio, piazzando Signori sulla linea degli attaccanti, con il chiaro intento di andare a pressare alto gli avversari. Così come importante (e sorprendente) è stata la scelta di capitan Evacuo al centro dell’attacco al posto di Galabinov: il bomber campano ha preso botte per i compagni, in sostanza è stato l’emblema di questo derby. 

Più in generale si è vista una squadra azzurra lottare su ogni pallone con il sangue agli occhi, proprio come si auguravano società e tifosi; una determinazione feroce unita alla migliore qualità dei singoli che, fino a quando la stanchezza non ha preso il sopravvento sui ventidue in campo, è stato uno dei fattori indispensabili per costruirsi il vantaggio e poi mantenerlo fino alla fine. Evacuo e compagni non si sono lasciati intimidire dalle bianche casacche, che avevano impostato il match sull’aggressività spinta, al limite dell’intimidazione, mettendo il timbro ad un primo tempo con poca storia e ribattendo colpo su colpo nella ripresa quando le squadre si erano allungate anche con il contributo decisivo di Da Costa, splendido protagonista con tre interventi decisivi. 

Un discorso a parte merita l’arbitro. Per lunghi tratti si è avuto l’impressione di assistere ad un match al limite del surreale, determinato dallo sconcertante metro di giudizio usato dal direttore di gara Abisso di Palermo che ha iniziato a sanzionare con ammonizioni a pioggia (ben 9 sulle 11 finali, un record!) ogni intervento o accenno di protesta, accorgendosi dopo l’intervallo di aver esagerato. Una condotta che ha trasformato una sfida già di per sé accesa in una corrida. A pagarne lo scotto maggiore, alla fine, è stato il Novara: oltre all’allontanamento di Baroni e del suo vice Del Rosso (e del team manager della Pro, Murante) nel gigantesco parapiglia dopo il fischio finale a farne le spese sono stati Da Costa e Signori. Vedremo cosa uscirà dal referto, comunque sia Baroni perderà almeno per la prossima partita contro la capolista Cagliari due giocatori leader di questo Novara.

Proprio al “Piola” contro i rossoblù sardi, che si sono ripresi la vetta solitaria grazie al successo di ieri e a mezzogiorno sul Cesena, sabato avrà inizio un ciclo di quattro partite contro avversari di grido: trasferta di venerdì a Vicenza, match casalingo il lunedì successivo contro il Pescara e, per finire, sfida a Bari. 

Per adesso sono arrivati tre punti in trasferta, che mancavano da 22 mesi, e questa è la cosa essenziale, anche se il malato Novara non è ancora guarito: i presupposti ci sono, a patto di continuare a vedere in campo una compagine “operaia” che ha l’obiettivo di raggiungere al più presto la salvezza. E con questa predisposizione, paradossalmente, le partite sulla carta difficili potrebbe rilanciare la corsa degli azzurri. Staremo a vedere.

Paolo De Luca 

NOVARA -  Un derby in tutto e per tutto. Botte, tensione, risse, cartellini gialli e rossi come se piovessero… Alla fine l’ha spuntata con pieno merito il Novara, che riesce a sbancare il campo della Pro Vercelli per la quarta volta consecutiva grazie ad una perla su punizione di Nicolas Viola. Ma la differenza tra le due squadre è apparsa sicuramente più ampia, in favore degli azzurri, di uno striminzito calcio piazzato.

La compagine di casa, al quarto stop di fila, è sembrata poca cosa e il destino di Scazzola appare segnato: oggi, infatti, inizierà l’era di Foscarini. Per contro Baroni ha impostato la partita con coraggio, piazzando Signori sulla linea degli attaccanti, con il chiaro intento di andare a pressare alto gli avversari. Così come importante (e sorprendente) è stata la scelta di capitan Evacuo al centro dell’attacco al posto di Galabinov: il bomber campano ha preso botte per i compagni, in sostanza è stato l’emblema di questo derby. 

Più in generale si è vista una squadra azzurra lottare su ogni pallone con il sangue agli occhi, proprio come si auguravano società e tifosi; una determinazione feroce unita alla migliore qualità dei singoli che, fino a quando la stanchezza non ha preso il sopravvento sui ventidue in campo, è stato uno dei fattori indispensabili per costruirsi il vantaggio e poi mantenerlo fino alla fine. Evacuo e compagni non si sono lasciati intimidire dalle bianche casacche, che avevano impostato il match sull’aggressività spinta, al limite dell’intimidazione, mettendo il timbro ad un primo tempo con poca storia e ribattendo colpo su colpo nella ripresa quando le squadre si erano allungate anche con il contributo decisivo di Da Costa, splendido protagonista con tre interventi decisivi. 

Un discorso a parte merita l’arbitro. Per lunghi tratti si è avuto l’impressione di assistere ad un match al limite del surreale, determinato dallo sconcertante metro di giudizio usato dal direttore di gara Abisso di Palermo che ha iniziato a sanzionare con ammonizioni a pioggia (ben 9 sulle 11 finali, un record!) ogni intervento o accenno di protesta, accorgendosi dopo l’intervallo di aver esagerato. Una condotta che ha trasformato una sfida già di per sé accesa in una corrida. A pagarne lo scotto maggiore, alla fine, è stato il Novara: oltre all’allontanamento di Baroni e del suo vice Del Rosso (e del team manager della Pro, Murante) nel gigantesco parapiglia dopo il fischio finale a farne le spese sono stati Da Costa e Signori. Vedremo cosa uscirà dal referto, comunque sia Baroni perderà almeno per la prossima partita contro la capolista Cagliari due giocatori leader di questo Novara.

Proprio al “Piola” contro i rossoblù sardi, che si sono ripresi la vetta solitaria grazie al successo di ieri e a mezzogiorno sul Cesena, sabato avrà inizio un ciclo di quattro partite contro avversari di grido: trasferta di venerdì a Vicenza, match casalingo il lunedì successivo contro il Pescara e, per finire, sfida a Bari. 

Per adesso sono arrivati tre punti in trasferta, che mancavano da 22 mesi, e questa è la cosa essenziale, anche se il malato Novara non è ancora guarito: i presupposti ci sono, a patto di continuare a vedere in campo una compagine “operaia” che ha l’obiettivo di raggiungere al più presto la salvezza. E con questa predisposizione, paradossalmente, le partite sulla carta difficili potrebbe rilanciare la corsa degli azzurri. Staremo a vedere.

Paolo De Luca 

 

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