Boniperti e Maradona: quella telefonata che poteva cambiare la storia
Un novarese doc come Giampiero Boniperti e una telefonata che avrebbe potuto, probabilmente, cambiare il corso della storia del calcio. O, perlomeno, quella del compianto Diego Armando Maradona, appena scomparso e che ha lasciato un vuoto indelebile nella mente e nel cuore di tutti gli appassionati di questo sport. Anche i fan delle scommesse calcio sanno che il passaggio di Maradona, ad un certo punto della sua carriera, alla Juventus, non era nemmeno quotato da tanto sembrava vicino.
La Juventus, per molti, è stata una tappa di passaggio, come ad esempio per Angelo Ogbonna, che ha raccontato a L’insider la sua carriera, concentrando soprattutto sull’attuale esperienza al West Ham, in Premier League e di come abbia intenzione, facendo proprio nel club londinese, di riconquistare anche un posto in Nazionale, magari proprio in vista degli Europei che si svolgeranno a giugno del prossimo anno.
L’intervista nel 1992 che svelò il sogno bianconero di Maradona
Sono passate poche ore, purtroppo, dalla notizia che tutti coloro che amano il calcio non avrebbero voluto mai ascoltare, ovvero la morte di quello che è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, ovvero Maradona. Una carriera meravigliosa con la maglia del Barcellona e del Napoli, ma in pochi sanno come Diego abbia sognato anche la maglia bianconera.
Sì, perché nel corso di un’intervista rilasciata a settembre del 1992, all’alba della sua esperienza con la maglia del Siviglia, al giornalista e amico Bruno Bernardi, scomparso tra l’altro a maggio all’età di 79 anni, Maradona disse proprio che vestire la maglia bianconera fosse il suo grande sogno e sarebbe stato proprio lui il calciatore che avrebbe riportato la Juventus a vincere, come non faceva dai tempi di Bettega e Tardelli.
Maradona era convinto che, se si fosse concretizzato il trasferimento alla Juventus, avrebbe fatto davvero incetta di scudetti e di trofei, ma avrebbe anche riconquistato un po’ di quella serenità fuori dal campo che, probabilmente, gli mancava a Napoli, idolatrato al punto tale che non poteva nemmeno più uscire dalla sua stanza d’albergo.
La trattativa tra Maradona e Boniperti
Fu proprio un novarese doc, Giampiero Boniperti, che le provò tutte per portare a Maradona a Torino, complice anche la volontà dell’avvocato Agnelli che, a metà del primo tempo della sfida del 13 maggio 1980 tra Argentina e Inghilterra, che si disputò a Wembley, aveva deciso di portare il fenomeno argentino a Torino.
Così, diede incarico proprio a Boniperti di provvedere. Il buon Giampiero, qualche giorno più tardi, venne visto in un ristorante a Buenos Aires in compagnia di Sivori, Maradona e del manager-amico di Diego, ovvero Jorge Cyterszpiler. L’obiettivo era quello di battere la concorrenza del Barcellona, ma l’ostacolo principale era rappresentato certamente dalla Federcalcio argentina.
Parte la trattativa: Agnelli mette sul piatto ben 15 milioni di dollari all’Argentinos Juniors, ma la situazione diventa ricca di ostacoli e imprevisti che rischiano di far saltare l’accordo. Maradona può andare alla Juventus, ma solamente in prestito e per un’unica stagione, in maniera tale da poter poi disputare in Argentina la stagione prima del Mondiale. Per questo motivo, l’affare tramonta definitivamente quando sembrava ormai sull’orlo della chiusura. Maradona firma per il Boca Juniors e, dopo un anno, vola a Barcellona. Il resto è scritto nei libri di storia del calcio, ma quell’incontro con Boniperti avrebbe potuto modificare completamente la narrativa e, forse anche la vita, di Diego Armando Maradona.