«Dal volley un progetto sociale»

«Dal volley un progetto sociale»
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NOVARA – La stagione del volley femminile è finita «In maniera quasi perfetta, se non fosse stato per quell’ultima terribile partita della serie della finale scudetto». Chi parla è Fabio Leonardi, ceo dell’Igor Gorgonzola e patron della formazione di volley che, dopo la conquista della Coppa Italia e l’accesso in Champions League, ha a lungo cullato il sogno dello scudetto, sfumato solo in gara cinque contro Casalmaggiore.
Ma, al di là dei risultato, è funzionato il modello messo in atto, che ha coinvolto istituzioni, mondo economico ed imprenditoriale. Ed è proprio Fabio Leonardi ad illustrarlo.

NOVARA – La stagione del volley femminile è finita «In maniera quasi perfetta, se non fosse stato per quell’ultima terribile partita della serie della finale scudetto». Chi parla è Fabio Leonardi, ceo dell’Igor Gorgonzola e patron della formazione di volley che, dopo la conquista della Coppa Italia e l’accesso in Champions League, ha a lungo cullato il sogno dello scudetto, sfumato solo in gara cinque contro Casalmaggiore.
Ma, al di là dei risultato, è funzionato il modello messo in atto, che ha coinvolto istituzioni, mondo economico ed imprenditoriale. Ed è proprio Fabio Leonardi ad illustrarlo.
Perché un imprenditore sceglie di entrare nello sport e nel mondo del sociale? E come è nato il progetto Igor Volley?
«L’inizio del progetto Igor Volley risale a tre anni fa. Noi, come azienda, da sempre eravamo sponsor del Novara Calcio ed abbiamo sempre seguito il calcio, ma la svolta che ci ha fatto entrare in maniera molto più attiva e da protagonisti nel mondo del volley femminile, dando il nome alla squadra della ditta e del prodotto che facciamo, è stata importante. Ha creato un senso di responsabilità a far bene anche in quell’ambito, come esattamente siamo stimolati a fare quando gestiamo la nostra azienda. Come siamo entrati? Diciamo che il progetto è partito da Palazzo Bellini, dalla Banca Popolare di Novara, con Nico De Angelis e Alberto Mauro presenti con il sindaco di Novara Andrea Ballarè. Hanno prospettato al gruppo di main sponsor del Novara Calcio (al tavolo, oltre a me e a mia sorella Lara, c’erano anche Giampaolo Ferrari e Fabio Ravanelli) di far ripartire il volley femminile a Novara dopo che il dottor Caserta aveva abbandonato palazzetto e città per andare a fare altre cose. Ci abbiamo riflettuto a lungo e, devo dire, che abbiamo subito colto una grande opportunità per avere un’ottima visibilità del nostro marchio e della nostra azienda, ma, soprattutto, un risvolto sociale importante».
«In questo caso – spiega – non si è trattato solo di un investimento per avere un ritorno; un imprenditore sa che spendersi per il sociale diventa quasi un obbligo per un’azienda che sta andando bene. Rientra nella responsabilità sociale di impresa, come viene chiamata, ed è una componente importante del business, perchè crea visibilità sul territorio e considerazione da parte delle istituzioni. Dimostra che l’imprenditore è sensibile anche al sociale, perché significa dare un’educazione, attraverso anche allo sport, a dei ragazzini. Avviarli, già in giovane età, a darsi delle regole, a porsi degli obiettivi, magari iniziando a praticare uno sport di gruppo. E questo è quello che ha fatto smuovere in noi una voglia di metterci in discussione, soprattutto nel sensibilizzare gli altri imprenditori locali. Per me – prosegue – questo è stato l’aspetto più importante: creare un gruppo di imprenditori non visto come semplici sponsor, come accade in altre società, cioè un intervento fine a se stesso che ha una durata limitata, ma come un network relazionale che comprende imprenditori di vari livelli e dimensioni. Finora ha dato frutti incredibili, tanto è vero che ormai siamo diventati amici».

Sandro Devecchi

Leggi tutta l’intervista sul Corriere di Novara di lunedì 22 giugno 2015

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