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Hip hop, i novaresi “The Willaz” brillano alla finale mondiale in America: sono in top 20

"Ci siamo preparati al meglio che potevamo, e siamo riusciti a portare sul palco quello che volevamo"

Hip hop, i novaresi “The Willaz” brillano alla finale mondiale in America: sono in top 20
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Nella top 20 su 51 e un bagaglio di esperienze incredibile. Il gruppo di ballo novarese “The Willaz” è stato protagonista in America per il “Junior division team World of dance summit”, rassegna mondiale di hip hop.

Hip hop, i novaresi “The Willaz” brillano ai Mondiali

«La gara è stata travolgente fin dai primi attimi, dal check in, la presentazione dei gruppi e la cerimonia di apertura quasi in stile giochi olimpici, tutto molto emozionante e forte. Il metodo americano di organizzare queste manifestazioni non passa di certo inosservato. Fin dai primi giorni tra me e i ragazzi si è scatenato un mix di emozioni, tanta ansia ma anche tanta consapevolezza e felicità nell’essere lì, adrenalina che cresceva in continuazione» commenta il maestro Fabio J-Will che da tempo guida il gruppo di giovani talenti.

La gara si è presentata subito complessa con le migliori crew coreografiche al mondo, sia per la junior (la categoria dei novaresi) sia per la senior. 51 crew junior e 52 crew senior. La performance dei “The Willaz”, che si è svolta il 29 luglio, è stata di assoluta qualità: «Ci siamo preparati al meglio che potevamo, e siamo riusciti a portare sul palco quello che volevamo. Non siamo rientrati nella top 10 che sarebbe avanzata all’ultimo giorno di competizione ma 18esimi su 51 è un buon risultato. Inoltre molte crew non erano alla loro prima volta qui, e si vedeva la loro esperienza».

"Esperienza che ci ha reso più forti e consapevoli"

E sulla gara dice: «I risultati sono evidenti, le crew soprattutto asiatiche hanno precisione di esecuzione di gran lunga superiore al resto del mondo, senza contare le velocità, sembrava si muovessero a 2x rispetto agli altri. Il verdetto vede che tra la 20 finaliste contando junior e senior, circa 16 erano distribuite tra Filippine, Cina, Giappone, e Nuova Zelanda. Giappone che ne ha portate circa una decina all’atto finale.
Penso di aver capito quante cose posso migliorare io personalmente come coreografo, i ragazzi a livello tecnico e pratico, ma anche a livello organizzativo».

«Tutto questa esperienza ci ha reso davvero molto più forti e consapevoli delle nostre capacità, sappiamo che possiamo fare ancora meglio, continuare a dire la nostra a livello italiano ed europeo e prepararci per essere tra i favoriti anche in campo mondiale… siamo molto elettrizzati e i ragazzi mi parlano di già di tornare in sala a lavorare dimenticando che dovrebbero godersi almeno qualche settimana di vacanza, - chiude sorridendo - questo mi rende ancora più fiero».

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