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Novara, clima da ultima spiaggia

Novara, clima da ultima spiaggia
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NOVARA - Per ora la società non cambia. Ma dopo l’ennesima sconfitta del Novara in trasferta a Benevento, la quarta su altrettante uscite, il clima è diventato da ultima spiaggia o poco (pochissimo…) ci manca. La sfida casalinga di sabato prossimo contro l’Ascoli, allenato da un altro ex recente come Alfredo Aglietti, potrebbe essere decisiva per scrivere il destino di Roberto Boscaglia sulla panchina azzurra.

Ma una domanda sorge spontanea: quanto potrebbe giovare un eventuale cambio di guida tecnica? Lo può sapere solamente chi lavora quotidianamente a Novarello. Il Novara, quest’estate, ha deciso di intraprendere un percorso differente e, se ci crede, lo deve difendere, come sta facendo, esponendosi agli strali di tutto l’ambiente esterno. Ma gli effetti, finora, sono sotto gli occhi di tutti: la squadra costruita in estate non ha ancora assorbito questo cambiamento e il tecnico non riesce ancora a darle l’impronta che vorrebbe. C’è da dire, comunque, che non è colpa di Boscaglia se sottoporta non la si butta dentro, anche perchè, lo abbiamo scritto a più riprese, questo vizio è strutturale: manca una prima punta. Non è la conseguenza di tutti i mali, ma una pecca evidente sul mercato: Galabinov è la pallida ombra dell’attaccante intravisto a sprazzi e il suo sostituto designato Bayde ha bisogno di tempo per crescere. Proprio questi ultimi due sabato pomeriggio non ci saranno e chissà che Boscaglia non riesca a trovare un’idea innovativa che possa trasformarsi nella soluzione del problema. Sicuramente, in questo momento, il risultato deve diventare una priorità a dispetto della ricerca del bel gioco.

Di certo, la svolta auspicata continua a non arrivare, anche perché la storia continua a ripetersi con lo stesso, identico spartito. Fa specie come la partita al “Ciro Vigorito” abbia ricalcato esattamente quella di sette giorni prima al “Picco” di La Spezia: inizio promettente, con opportunità puntualmente “mangiate”, gol beccato alla prima vera sortita in avanti degli avversari e reazione inconcludente nonostante l’assedio finale: quando l’avversario è schierato scema anche quella parvenza di pericolosità. Il tutto condito da un pizzico di malasorte nei momenti che contano, elemento che non può mancare mai quando le cose non vanno nel verso giusto.

Teti e Boscaglia continuano a predicare pazienza, sottolineando i progressi della squadra, ma dopo sette giornate la classifica inizia a farsi davvero preoccupante e questo andazzo, a lungo andare, rischia di trasformarsi in abitudine: il Novara ha totalizzato la miseria di 5 punti e, dopo il pareggio del Latina a Cesena, è ultimo assieme ai pontini, al Trapani e al Vicenza.

Paolo De Luca

NOVARA - Per ora la società non cambia. Ma dopo l’ennesima sconfitta del Novara in trasferta a Benevento, la quarta su altrettante uscite, il clima è diventato da ultima spiaggia o poco (pochissimo…) ci manca. La sfida casalinga di sabato prossimo contro l’Ascoli, allenato da un altro ex recente come Alfredo Aglietti, potrebbe essere decisiva per scrivere il destino di Roberto Boscaglia sulla panchina azzurra.

Ma una domanda sorge spontanea: quanto potrebbe giovare un eventuale cambio di guida tecnica? Lo può sapere solamente chi lavora quotidianamente a Novarello. Il Novara, quest’estate, ha deciso di intraprendere un percorso differente e, se ci crede, lo deve difendere, come sta facendo, esponendosi agli strali di tutto l’ambiente esterno. Ma gli effetti, finora, sono sotto gli occhi di tutti: la squadra costruita in estate non ha ancora assorbito questo cambiamento e il tecnico non riesce ancora a darle l’impronta che vorrebbe. C’è da dire, comunque, che non è colpa di Boscaglia se sottoporta non la si butta dentro, anche perchè, lo abbiamo scritto a più riprese, questo vizio è strutturale: manca una prima punta. Non è la conseguenza di tutti i mali, ma una pecca evidente sul mercato: Galabinov è la pallida ombra dell’attaccante intravisto a sprazzi e il suo sostituto designato Bayde ha bisogno di tempo per crescere. Proprio questi ultimi due sabato pomeriggio non ci saranno e chissà che Boscaglia non riesca a trovare un’idea innovativa che possa trasformarsi nella soluzione del problema. Sicuramente, in questo momento, il risultato deve diventare una priorità a dispetto della ricerca del bel gioco.

Di certo, la svolta auspicata continua a non arrivare, anche perché la storia continua a ripetersi con lo stesso, identico spartito. Fa specie come la partita al “Ciro Vigorito” abbia ricalcato esattamente quella di sette giorni prima al “Picco” di La Spezia: inizio promettente, con opportunità puntualmente “mangiate”, gol beccato alla prima vera sortita in avanti degli avversari e reazione inconcludente nonostante l’assedio finale: quando l’avversario è schierato scema anche quella parvenza di pericolosità. Il tutto condito da un pizzico di malasorte nei momenti che contano, elemento che non può mancare mai quando le cose non vanno nel verso giusto.

Teti e Boscaglia continuano a predicare pazienza, sottolineando i progressi della squadra, ma dopo sette giornate la classifica inizia a farsi davvero preoccupante e questo andazzo, a lungo andare, rischia di trasformarsi in abitudine: il Novara ha totalizzato la miseria di 5 punti e, dopo il pareggio del Latina a Cesena, è ultimo assieme ai pontini, al Trapani e al Vicenza.

Paolo De Luca

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