Novara, “mediamente” sportiva

Novara, “mediamente” sportiva
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NOVARA - Un’indagine pubblicata recentemente dal quotidiano “Il Sole24 Ore” riguardante il cosiddetto “Indice di sportività” italiano ha premiato senza alcuna ombra di dubbio ancora una volta il Centro-Nord della Penisola, con la provincia di Firenze che è tornata sul gradino più alto di questo podio, scavalcando Trento, “campione” dodici mesi fa e oggi al secondo posto, e Genova al terzo. 

Gli analisti di questa graduatoria hanno poi giudicato “eccellente” la quarta posizione ottenuta da Torino (il territorio del capoluogo piemontese era 29° lo scorso anno), capace di lasciarsi alle spalle via via Modena, Bolzano, Bologna, Livorno e Trieste, tutte città in “ascesa”, ad eccezione dell’Alto Agide. La “top ten” è chiusa da Vicenza, che conferma il decimo posto del 2014.

E Novara? Per trovare la nostra provincia bisogna purtroppo scendere sino al 45° posto, davanti a Pescara e La Spezia, prima delle piemontesi dopo l’ex capitale sabauda (Cuneo è 48a, Alessandria 58a, Vercelli 60a, Verbania 66a, Biella 84a, Asti 97a). 

Nella classifica generale gli sono stati attribuiti complessivamente 515 punti (Firenze, tanto per avere un parametro di riferimento, ne ha ottenuti 1.000 tondi e Torino 847,3). Fanalino di coda il Sud e le isole, con ben cinque province sarde e tre siciliane nelle ultime dieci posizioni.

Risultati che hanno ovviamente suscitato commenti più disparati. Da chi ha provato soddisfazione a chi delusione, sino a chi si è più che giustificatamente interrogato su quali basi e quali siano stati i parametri per stilare queste graduatorie. 

Una “spiegazione” l’ha fornita lo stesso giornale di “Confindustria”: sono stati 33 i parametri che hanno determinato l’“Indice di sportività” delle province italiane disposti, in tre gruppi di undici, nelle “macro-aree” degli sport di squadra, delle discipline individuali e degli aspetti economico-sociali dello sport sul territorio. Per il 2015 sono stati presi come riferimento tutti gli sport di squadra e la quasi totalità di quelli individuali considerando il “registro Coni” e i risultati della stagione 2014-’15. Rispetto all’anno precedente sono stati inseriti due nuovi indicatori (per gli sport di squadra e per quelli individuali) riguardanti l’organizzazione dei principali eventi nazionali e internazionali, mentre sono stati ancora una volta presi in considerazione gli “albi d’oro” del periodo 2000-2014. 

Tra le attività individuali quattro indicatori hanno riguardato gli sporti impropriamente definiti “minori”, mentendo “autonomi” alcune attività diffuse come ciclismo, atletica, tennis e nuoto. 

Per il settore “sport e società” sono stati tre gli indicatori: le associazioni sportive che svolgono la propria attività nell’ambito degli “enti di promozione sportiva” riconosciuti dal “Coni”, le società “centenarie” e le redazioni sportive in tutte le sue forme di comunicazione. Per quanto riguarda le modalità tecnico-statistiche, per ogni disciplina è stato calcolato anche il “peso percentuale provinciale” sul dato nazionale e il valore riferito alla popolazione residente nel territorio, che ha prodotto un indice di diffusione quali-quantitativa. In ultimo tutti risultati (avendo come 1.000 come base) sono stati raggruppati nelle tre “macro-aree”: sport di squadra (risultato che nella classifica generale ha avuto come “peso” il 35%), discipline individuali (altro 35%) e aspetti socio-economici (30%).

Analizzando  tutti i 33 “indicatori” spicca il fatto che Novara non compaia nei primi cinque posti in nessuno di essi, mentre troviamo ad esempio il Vco quarto negli sport femminili e addirittura secondo nelle società centenarie. 

Il segmento “calcio professionistico” ha premiato Modena, che ha preceduto nell’ordine Firenze e Torino (la salvezza del Sassuolo e la promozione del Carpi, insomma, hanno “pesato” molto più dello scudetto della Juventus); quello del basket ha rispecchiato i valori dell’ultimo campionato (prima Sassari, seconda Reggio Emilia), confermando poi altre “piazze” di tradizione come Piacenza, Macerata, Trento e Modena nel volley; Rovigo, Parma, Treviso e L’Aquila nel rugby.

Altre dolenti note per Novara arrivano dai dati dei tre “macro-gruppi”. 

Se negli sport di squadra il nostro territorio ha chiuso al 21° posto (Torino quarta), in quelli individuali è “precipitata” al 72° (preceduta, oltre che dalla “solita” Torino, 23a, anche Cuneo al 41° posto, Alessandria al 58° e Vercelli al 69°, mentre in “fila indiana”, tra l’80° e l’82° posto troviamo Asti, Biella e Verbania). Infine, per quanto riguarda “sport e società”, dietro a Torino (quinta), la migliore delle piemontesi è Verbania (16a); Novara è 46a, preceduta anche da Cuneo e Alessandria.

Luca Mattioli

NOVARA - Un’indagine pubblicata recentemente dal quotidiano “Il Sole24 Ore” riguardante il cosiddetto “Indice di sportività” italiano ha premiato senza alcuna ombra di dubbio ancora una volta il Centro-Nord della Penisola, con la provincia di Firenze che è tornata sul gradino più alto di questo podio, scavalcando Trento, “campione” dodici mesi fa e oggi al secondo posto, e Genova al terzo. 

Gli analisti di questa graduatoria hanno poi giudicato “eccellente” la quarta posizione ottenuta da Torino (il territorio del capoluogo piemontese era 29° lo scorso anno), capace di lasciarsi alle spalle via via Modena, Bolzano, Bologna, Livorno e Trieste, tutte città in “ascesa”, ad eccezione dell’Alto Agide. La “top ten” è chiusa da Vicenza, che conferma il decimo posto del 2014.

E Novara? Per trovare la nostra provincia bisogna purtroppo scendere sino al 45° posto, davanti a Pescara e La Spezia, prima delle piemontesi dopo l’ex capitale sabauda (Cuneo è 48a, Alessandria 58a, Vercelli 60a, Verbania 66a, Biella 84a, Asti 97a). 

Nella classifica generale gli sono stati attribuiti complessivamente 515 punti (Firenze, tanto per avere un parametro di riferimento, ne ha ottenuti 1.000 tondi e Torino 847,3). Fanalino di coda il Sud e le isole, con ben cinque province sarde e tre siciliane nelle ultime dieci posizioni.

Risultati che hanno ovviamente suscitato commenti più disparati. Da chi ha provato soddisfazione a chi delusione, sino a chi si è più che giustificatamente interrogato su quali basi e quali siano stati i parametri per stilare queste graduatorie. 

Una “spiegazione” l’ha fornita lo stesso giornale di “Confindustria”: sono stati 33 i parametri che hanno determinato l’“Indice di sportività” delle province italiane disposti, in tre gruppi di undici, nelle “macro-aree” degli sport di squadra, delle discipline individuali e degli aspetti economico-sociali dello sport sul territorio. Per il 2015 sono stati presi come riferimento tutti gli sport di squadra e la quasi totalità di quelli individuali considerando il “registro Coni” e i risultati della stagione 2014-’15. Rispetto all’anno precedente sono stati inseriti due nuovi indicatori (per gli sport di squadra e per quelli individuali) riguardanti l’organizzazione dei principali eventi nazionali e internazionali, mentre sono stati ancora una volta presi in considerazione gli “albi d’oro” del periodo 2000-2014. 

Tra le attività individuali quattro indicatori hanno riguardato gli sporti impropriamente definiti “minori”, mentendo “autonomi” alcune attività diffuse come ciclismo, atletica, tennis e nuoto. 

Per il settore “sport e società” sono stati tre gli indicatori: le associazioni sportive che svolgono la propria attività nell’ambito degli “enti di promozione sportiva” riconosciuti dal “Coni”, le società “centenarie” e le redazioni sportive in tutte le sue forme di comunicazione. Per quanto riguarda le modalità tecnico-statistiche, per ogni disciplina è stato calcolato anche il “peso percentuale provinciale” sul dato nazionale e il valore riferito alla popolazione residente nel territorio, che ha prodotto un indice di diffusione quali-quantitativa. In ultimo tutti risultati (avendo come 1.000 come base) sono stati raggruppati nelle tre “macro-aree”: sport di squadra (risultato che nella classifica generale ha avuto come “peso” il 35%), discipline individuali (altro 35%) e aspetti socio-economici (30%).

Analizzando  tutti i 33 “indicatori” spicca il fatto che Novara non compaia nei primi cinque posti in nessuno di essi, mentre troviamo ad esempio il Vco quarto negli sport femminili e addirittura secondo nelle società centenarie. 

Il segmento “calcio professionistico” ha premiato Modena, che ha preceduto nell’ordine Firenze e Torino (la salvezza del Sassuolo e la promozione del Carpi, insomma, hanno “pesato” molto più dello scudetto della Juventus); quello del basket ha rispecchiato i valori dell’ultimo campionato (prima Sassari, seconda Reggio Emilia), confermando poi altre “piazze” di tradizione come Piacenza, Macerata, Trento e Modena nel volley; Rovigo, Parma, Treviso e L’Aquila nel rugby.

Altre dolenti note per Novara arrivano dai dati dei tre “macro-gruppi”. 

Se negli sport di squadra il nostro territorio ha chiuso al 21° posto (Torino quarta), in quelli individuali è “precipitata” al 72° (preceduta, oltre che dalla “solita” Torino, 23a, anche Cuneo al 41° posto, Alessandria al 58° e Vercelli al 69°, mentre in “fila indiana”, tra l’80° e l’82° posto troviamo Asti, Biella e Verbania). Infine, per quanto riguarda “sport e società”, dietro a Torino (quinta), la migliore delle piemontesi è Verbania (16a); Novara è 46a, preceduta anche da Cuneo e Alessandria.

Luca Mattioli

 

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