Una “Casa della Solidarietà” a San Rocco per chi vive in difficoltà

Una “Casa della Solidarietà” a San Rocco per chi vive in difficoltà
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NOVARA – Una vera e propria “Casa della Solidarietà”. E’ nata a Novara, in via Bazzoni 5, a San Rocco. 

A presentarla e inaugurarla, don Dino Campiotti, direttore della Caritas diocesana. «Un momento importante per chi ha conosciuto Maura e il suo essere sempre accanto agli altri – ha riferito - in aiuto a chi vive ogni giorno in mezzo alle difficoltà. Così viene completato un atto di generosità che, ancora una volta, Maura ha voluto compiere per chi è meno fortunato, per chi è privo di una casa e necessita di un aiuto, anche momentaneo, per ripartire».

Si tratta di una casa messa a disposizione di chi, ogni giorno, deve lottare per andare avanti, per arrivare alla fine del mese.

L’abitazione è nella via che si trova di fronte all’oratorio di San Rocco ed è dotata di cinque appartamenti con annesso un ampio giardino, donata alla Caritas diocesana dalla professoressa Maura Tartarini, deceduta un anno fa. La donna, da sempre attenta ai bisogni e alle necessità del prossimo, di chi vive in difficoltà, ha deciso di donare la casa paterna, perché potesse tornare utile a quei nuclei famigliari disagiati o che, per le condizioni della vita, vivono in estrema difficoltà o attraversano un momento particolarmente critico. Momenti in cui disporre quantomeno di una casa è già qualcosa di importante, un punto di partenza.

«Oggi avere una casa – ha continuato don Campiotti – è importante per ripartire. E’ utile anche per chi cerca un lavoro. Ed ecco che l’abitazione risponde a queste esigenze. Sono cinque appartamenti, quattro dei quali hanno già trovato i propri ospiti. Uno è ancora libero: si preferisce da parte della famiglia poterlo utilizzare per tenere all’interno i mobili e i ricordi della professoressa».

La donazione è stata tecnicamente conclusa il 6 novembre, «ma a ottobre erano già entrate due famiglie e ora la presentiamo alla città. Una casa dotata di ogni comfort e di riscaldamento autonomo. Non è stato necessario alcun intervento di sistemazione. Al momento sono ospitate negli appartamenti una famiglia marocchina con due bimbi piccoli (dove lui lavora come ambulante e sta cercando di ottenere un’occupazione più stabile), una coppia peruviana, marito e moglie, una signora anziana insieme al figlio non autonomo e, quindi, al piano terra, un single. Una persona – continua don Dino – che farà un po’ da tramite con gli altri ospiti, che si occuperà della casa, che monitorerà quanto occorre. L’obiettivo è quello di creare un posto di convivenza sereno, dove tutti solidarizzano tra loro e si aiutano. Siamo davvero felici di aggiungere questo anello a una catena della solidarietà che vogliamo possa allungarsi ulteriormente».

Si tratta, per le famiglie qui ospitate, di una situazione non permanente. «E’ una soluzione temporanea. Staranno qui sino a quando ne avranno bisogno, sino a quando non troveranno qualcosa per loro di definitivo. E’ un aiuto momentaneo per chi attraversa un periodo critico». Il lascito ha un valore stimato al catasto di oltre duecentomila euro e ospita nuclei familiari che necessitavano di un’ospitalità a prezzo calmierato. 

mo.c.


NOVARA – Una vera e propria “Casa della Solidarietà”. E’ nata a Novara, in via Bazzoni 5, a San Rocco. 

A presentarla e inaugurarla, don Dino Campiotti, direttore della Caritas diocesana. «Un momento importante per chi ha conosciuto Maura e il suo essere sempre accanto agli altri – ha riferito - in aiuto a chi vive ogni giorno in mezzo alle difficoltà. Così viene completato un atto di generosità che, ancora una volta, Maura ha voluto compiere per chi è meno fortunato, per chi è privo di una casa e necessita di un aiuto, anche momentaneo, per ripartire».

Si tratta di una casa messa a disposizione di chi, ogni giorno, deve lottare per andare avanti, per arrivare alla fine del mese.

L’abitazione è nella via che si trova di fronte all’oratorio di San Rocco ed è dotata di cinque appartamenti con annesso un ampio giardino, donata alla Caritas diocesana dalla professoressa Maura Tartarini, deceduta un anno fa. La donna, da sempre attenta ai bisogni e alle necessità del prossimo, di chi vive in difficoltà, ha deciso di donare la casa paterna, perché potesse tornare utile a quei nuclei famigliari disagiati o che, per le condizioni della vita, vivono in estrema difficoltà o attraversano un momento particolarmente critico. Momenti in cui disporre quantomeno di una casa è già qualcosa di importante, un punto di partenza.

«Oggi avere una casa – ha continuato don Campiotti – è importante per ripartire. E’ utile anche per chi cerca un lavoro. Ed ecco che l’abitazione risponde a queste esigenze. Sono cinque appartamenti, quattro dei quali hanno già trovato i propri ospiti. Uno è ancora libero: si preferisce da parte della famiglia poterlo utilizzare per tenere all’interno i mobili e i ricordi della professoressa».

La donazione è stata tecnicamente conclusa il 6 novembre, «ma a ottobre erano già entrate due famiglie e ora la presentiamo alla città. Una casa dotata di ogni comfort e di riscaldamento autonomo. Non è stato necessario alcun intervento di sistemazione. Al momento sono ospitate negli appartamenti una famiglia marocchina con due bimbi piccoli (dove lui lavora come ambulante e sta cercando di ottenere un’occupazione più stabile), una coppia peruviana, marito e moglie, una signora anziana insieme al figlio non autonomo e, quindi, al piano terra, un single. Una persona – continua don Dino – che farà un po’ da tramite con gli altri ospiti, che si occuperà della casa, che monitorerà quanto occorre. L’obiettivo è quello di creare un posto di convivenza sereno, dove tutti solidarizzano tra loro e si aiutano. Siamo davvero felici di aggiungere questo anello a una catena della solidarietà che vogliamo possa allungarsi ulteriormente».

Si tratta, per le famiglie qui ospitate, di una situazione non permanente. «E’ una soluzione temporanea. Staranno qui sino a quando ne avranno bisogno, sino a quando non troveranno qualcosa per loro di definitivo. E’ un aiuto momentaneo per chi attraversa un periodo critico». Il lascito ha un valore stimato al catasto di oltre duecentomila euro e ospita nuclei familiari che necessitavano di un’ospitalità a prezzo calmierato. 

mo.c.

 

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