“Venti di sport” sì, ma non per tutti

“Venti di sport” sì, ma non per tutti
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NOVARA – “Venti di sport, un calcio alla noia” è qualcosa di più di un semplice slogan, seppure efficace. E’ un progetto, che ha coinvolto Provincia di Novara, Fondazione Comunità Novarese Onlus e Csi di Novara, rivolto agli immigrati in attesa di permesso di soggiorno, i cosiddetti migranti.
Come ha sottolineato Tino Zampogna, consigliere delegato alle politiche sociali della Provincia di Novara: «La Provincia, in questo momento, si trova con fondi e personale azzerati per il settore di mia competenza, anzi non si sa neanche se passerà o meno sotto la responsabilità della Regione. Tuttavia – prosegue – siamo riusciti a trovare quel minimo di dotazione economica per dare corpo alla nostra idea». Che tipo di idea? «Fare in modo che i migranti abbiamo qualcosa da fare, non siano completamente inoperosi ma, grazie allo sport, e al calcio in particolare, inizino anche un percorso di socializzazione, non sempre facile. Questa idea – ha concluso Zampogna – ha trovato terreno fertile nel Csi e nella Fondazione».
Ad entrare nei dettagli operativi Claudio Fontaneto, responsabile Csi , partendo da una considerazione. Quella che non è mai facile parlare di iniziative a favore dei migranti, considerati spesso ospiti sgraditi o, peggio, semplici mantenuti. «Anche per questo siamo partiti nel maggio scorso sotto traccia, per cercare di attutire un certo malessere sociale su questo argomento. Ora, dopo averlo sperimentato, abbiamo deciso di annunciarlo alla vigilia dell’inizio del campionati Csi, fissato per il prossimo 10 ottobre. L’obiettivo – spiega – è quello di coinvolgere i migranti ospiti in strutture accreditate in attività socializzanti, per favorirne l’integrazione con le comunità locali e prevenire così eventuali devianze. Le strutture accreditate, spesso cooperative, sono in continuo aumento: stiamo parlando di 450-500 ragazzi cui è rivolto questo messaggio e di almeno una sessantina che sta già praticando attività sportiva con noi».

NOVARA – “Venti di sport, un calcio alla noia” è qualcosa di più di un semplice slogan, seppure efficace. E’ un progetto, che ha coinvolto Provincia di Novara, Fondazione Comunità Novarese Onlus e Csi di Novara, rivolto agli immigrati in attesa di permesso di soggiorno, i cosiddetti migranti.
Come ha sottolineato Tino Zampogna, consigliere delegato alle politiche sociali della Provincia di Novara: «La Provincia, in questo momento, si trova con fondi e personale azzerati per il settore di mia competenza, anzi non si sa neanche se passerà o meno sotto la responsabilità della Regione. Tuttavia – prosegue – siamo riusciti a trovare quel minimo di dotazione economica per dare corpo alla nostra idea». Che tipo di idea? «Fare in modo che i migranti abbiamo qualcosa da fare, non siano completamente inoperosi ma, grazie allo sport, e al calcio in particolare, inizino anche un percorso di socializzazione, non sempre facile. Questa idea – ha concluso Zampogna – ha trovato terreno fertile nel Csi e nella Fondazione».
Ad entrare nei dettagli operativi Claudio Fontaneto, responsabile Csi , partendo da una considerazione. Quella che non è mai facile parlare di iniziative a favore dei migranti, considerati spesso ospiti sgraditi o, peggio, semplici mantenuti. «Anche per questo siamo partiti nel maggio scorso sotto traccia, per cercare di attutire un certo malessere sociale su questo argomento. Ora, dopo averlo sperimentato, abbiamo deciso di annunciarlo alla vigilia dell’inizio del campionati Csi, fissato per il prossimo 10 ottobre. L’obiettivo – spiega – è quello di coinvolgere i migranti ospiti in strutture accreditate in attività socializzanti, per favorirne l’integrazione con le comunità locali e prevenire così eventuali devianze. Le strutture accreditate, spesso cooperative, sono in continuo aumento: stiamo parlando di 450-500 ragazzi cui è rivolto questo messaggio e di almeno una sessantina che sta già praticando attività sportiva con noi».
Ovviamente un’attività di questo tipo richiede molti sforzi, anche economici: «L’equipaggiamento – prosegue Fontaneto – è a carico nostro, anche se non dovrebbe essere così, ma continuiamo in questa esperienza. Il progetto è di durata biennale, quindi avremo un altro anno da gestire».
Il progetto ha diviso il mondo sportivo: alcune società hanno collaborato fattivamente (la Voluntas ha messo a disposizione il campi di via Bernardino per gli allenamenti, così come il Novara Calcio ha donato due mute di magliette), altre, invece, si sono defilate, soprattutto società di altri sport e palestre. «In questo caso – continua – è prevalsa la diffidenza oggettiva che circonda i migranti e la paura che, ospitandoli nelle loro strutture, avrebbero potuto perdere i loro frequentatori abituali. Diciamo che spesso la paura ha bloccato la progettualità: comunque iscriveremo due squadre una si chiamerà Riviera d’Africa, in quanto appendice della società Riviera d’Orta di Legro, e l’altra Csi Rizzottaglia , che ha offerto la struttura societaria e che da subito si è messo a disposizione».

Sandro Devecchi

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 1 ottobre 2015

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