Borgomanero: con la Marazza digitalizzati tutti i numeri dal 2013 del "Voltone"
Ora è possibile consultare tutti i numeri dal 2013.
Un altro passo in avanti verso la digitalizzazione della cultura è stato compiuto. E’ il caso del «Voltone», pubblicazione annuale riservata ai soci del gruppo filatelico e numismatico «Achille Marazza» e della società operaia di mutuo soccorso di Borgomanero, che grazie a un accordo con la Fondazione Marazza - che gestisce in città la biblioteca pubblica e casa di cultura - è stato digitalizzato ed è disponibile sul sito della fondazione stessa (www.fondazionemarazza.it). A dare l’annuncio dell’importante lavoro è il direttore del periodico, il giornalista agognino Carlo Panizza: «A partire da oggi - hanno spiegato dalla Fondazione in un comunicato diramato venerdì 19 febbraio - nella sezione “Biblioteca Digitale” del sito www.fondazionemarazza.it, verranno resi disponibili in formato PDF tutti i numeri della rivista “Il Voltone” finora pubblicati. Al momento sono consultabili i numeri dal 2013 al 2020, ma nel corso delle prossime settimane verranno digitalizzati e resi disponibili anche i numeri dal 2001 al 2012, in modo da rendere la raccolta completa e accessibile a tutti».
Il commento del direttore del Voltone, Carlo Panizza:
«“Il Voltone” (memorie borgomaneresi tra passato e presente) venne pubblicato per la prima volta agli inizi del 2001, frutto della collaborazione tra il Gruppo filatelico e numismatico “Achille Marazza” che nel 2021 festeggia il 40° compleanno e la Società degli Operai di Mutuo Soccorso che di anni ne compie… solo 160. Nasceva come supplemento a “L’Hobby” il notiziario dei filatelici e numismatici iscritti al locale circolo. Il primo numero de “Il Voltone” era un fascicoletto di 16 pagine realizzato in economia e senza pretese. Scopo dell’iniziativa, avevamo scritto sul primo numero era “quello di scavare nella memoria per riconoscere e salvaguardare una identità cui sono tuttora legate le generazioni più anziane per riproporla non come impossibile ritorno al passato ma come serbatoio di valori: la ricostruzione di questo patrimonio va indirizzata ai cittadini, utilizzata nelle scuole, valorizzata nella comunicazione esterna”. In questi vent’anni hanno collaborato valenti studiosi come lo storico Alfredo Papale, Giovanni Cerutti, Angelo Vecchi, Gianni Barcellini, Laura Chironi, Alberto Temporelli, Fabio Valeggia, Lele Tacchini che hanno proposto tasselli della storia locale, anche quella più antica, facendo anche riscoprire il patrimonio artistico della città. Altri hanno contribuito con ricordi della storia più recente, quella del secolo scorso, che li ha avuti come protagonisti o testimoni diretti: tra loro il professor Eugenio Borgna, il compianto Giuseppe Bacchetta e Piero Velati. Uno spazio importante è sempre stato riservato alla poesia dialettale. Da alcuni anni sono state coinvolte anche le frazioni: in modo particolare Santa Cristina con i ricercatori del Museo della civiltà agricola “La Manèra” e il gruppo di studiosi di “Varganbas”, la frazione di Santo Stefano. In questi anni sono stati anche realizzati due numeri speciali: il primo nel 2011 in occasione del 150° di fondazione della Soms e il secondo nel 2013 per il 25° della scomparsa dell’ex vice sindaco poeta Giovanni Pennaglia. “Il Voltone” non si trova nelle edicole, ma è riservato ai soci del Gruppo filatelico e numismatico “Achille Marazza” e della Soms. Grazie al contributo che viene erogato dal Comune è possibile far fronte in parte alle numerose richieste da parte della cittadinanza. Per essere certi di assicurarsi in futuro una copia è sufficiente iscriversi alla Soms o al Gruppo Marazza. Sarebbe questa una dimostrazione di sensibilità e di aiuto a favore di due importanti realtà territoriali. Ora, grazie alla disponibilità della Fondazione Marazza che dal 1971 rappresenta un importante, eccezionale punto di riferimento per la cultura locale, l’intera raccolta de “Il Voltone” potrà essere letta in formato digitale sul sito della Fondazione stessa. È un ulteriore passo avanti, in chiave moderna, per raggiungere un sempre maggior numero di persone, molte delle quali pur essendo nate o avendo trascorso l’infanzia a Borgomanero sono state costrette, per lavoro o per i casi della vita a lasciare la loro città ma che non hanno mai dimenticato il luogo, il vecchio Borgo da dove sono partite».