Il Comitato di Varallo Pombia: "Su Malpensa i diritti alla salute dei piemontesi non valgono"
I lavori avviati di recente hanno provocato un dirottamento generale dei voli sopra al Piemonte
Il Comitato dei cittadini di Varallo Pombia per l'aeroporto di Malpensa interviene sul tema dei cambiamenti provocati a Malpensa dai lavori iniziati sulla pista di destra.
Il problema dei lavori sulla pista di destra
I lavori iniziati sulla pista di destra di Malpensa, quella che prevede i decolli sopra al territorio lombardo, hanno provocato un massiccio "dirottamento" dei voli sopra al Piemonte. Dal 9 settembre e fino al 13 ottobre infatti, i lavori porteranno a tutta una serie di disagi sui comuni della fascia a nord-ovest dello scalo, e soprattutto su quelli piemontesi (in special modo Castelletto Ticino, Pombia e Varallo Pombia). Contestando la ricostruzione della questione apparsa su un portale online lombardo, il presidente del Comitato dei cittadini di Varallo Pombia per l'aeroporto di Malpensa, Ferruccio Gallanti, ha sottolineato che le popolazioni a nordovest dello scalo che subiranno dei disagi in occasione dei lavori "non sono solo quelle dei comuni lombardi citati, ma sono anche quelle di tutti i Comuni piemontesi che subiscono ogni giorno il traffico in decollo da Malpensa, ossia Castelletto Ticino, Borgo Ticino e Varallo Pombia. Se ci sarà “maggiore rumore per Sesto Calende o per Vergiate - prosegue Gallanti - che distano ben 11 km ed 8,9 km in linea d’aria da Malpensa, figuriamoci per Castelletto Ticino o Varallo Pombia, che distano invece 9,5 Km e 6,8 km dalla pista 35L/17R".
"Sulla sicurezza e la salute non abbiamo diritti"
"Il “maggiore rumore” dei lombardi - prosegue Gallanti - è tale al punto che nella Commissione Aeroportuale del 6 settembre 2021 si è discusso del proseguimento dei lavori per la zonizzazione acustica e della installazione delle centraline di monitoraggio dell’aria e dell’inquinamento a nord delle piste: ma non sono risultanze e dati che dovevano essere già acquisiti? Temi questi riguardanti, tuttavia, solo la tutela della salute e l’equilibrio psicofisico dei cittadini lombardi, trascurando comunque le problematiche ed emergenze relative alla “safety”. Gli enti territoriali piemontesi, ormai solo uditori nella Commissione Aeroportuale da 12 anni, hanno dovuto ascoltare in silenzio, a riprova del fatto che il diritto alla salute ed alla safety vale solo per un certo tipo di cittadino italiano".
I rilievi del Comitato
"Al di là di tutto quanto discusso in Commissione Aeroportuale - continuano i referenti del Comitato - siamo convinti che Enac, Sea e soprattutto anche il consorzio Cuv dei comuni lombardi, prima di approvare e/o ratificare la decisione di chiudere la pista lombarda 35R/17L, avranno sicuramente verificato come: l'impiego di una singola pista sia stato approvato dopo aver stimato l'aggravio temporaneo del carico acustico in Lva determinato con il metodo di calcolo Aedt. Il posizionamento delle centraline di controllo del rumore di tipo V, necessarie ai fini della verifica della violazione dei limiti in sorvolo, sia stato opportunamente eseguito. Il rischio terzi e le curve di isorischio (Art. 715 del CdN) da incidente aereo siano state adeguatamente aggiornate e adeguate. Sia stato effettuato un temporaneo aggiornamento del Piano di Emergenza Esterno aeroportuale. Siano stato effettuati il potenziamento e l’opportuno posizionamento dei soccorsi, in caso siano stato effettuati il potenziamento e l’opportuno posizionamento dei soccorsi, in caso di incidente di incidente aereo esterno al sedime aeroportuale e quindi su aereo esterno al sedime aeroportuale e quindi sui territori lombardo e piemontese. A riguardo i piemontesi, cittadini ed amministratori locali, sottoposti ai decolli dalla pista 35L/17R, hanno pieno diritto a conoscere non solo i dati di aggravio acustico e ambientale, ma anche l’incidenza del rischio terzi-risk assessment correlato all’utilizzo della singola pista".