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Castelletto dedica un piazzale a Padre Antonio Fanchini

Il religioso morì da martire nelle Filippine durante il secondo conflitto mondiale

Castelletto dedica un piazzale a Padre Antonio Fanchini
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Castelletto ha dedicato un piazzale al sacerdote martire originario di Glisente. La cerimonia di inaugurazione si è svolta sabato 12 febbraio.

Un piazzale per Padre Antonio

Dopo la messa solenne celebrata dal parroco don Fabrizio Corno alla chiesa di Sant’Ippolito, lo scorso sabato 12 febbraio, la piazzetta posta accanto alla casetta dell’associazione della frazione è stata intitolata alla memoria di padre Antonio Fanchini. "Siamo qui per ricordare la figura di un sacerdote straordinario - ha detto il sindaco Massimo Stilo durante la cerimonia - un religioso nato e cresciuto a Castelletto e che in comune con i castellettesi aveva il suo grande spirito di sacrificio e la sua generosità. Ho avuto la conferma di ciò che dico ieri sera, in seguito all’incendio di via Preti. Proprio come avrebbe fatto don Fanchini, i castellettesi si sono messi a disposizione di chi si trova in difficoltà senza pensarci su nemmeno per un secondo".

Un religioso coraggioso e determinato

In effetti la figura del religioso, magistralmente descritta in un libro di Stefano Della Sala, è quella di un vero e proprio martire castellettese. Nel volume, dal titolo “Padre Antonio Fanchini, martire dell'Eucarestia”, l’autore ripercorre infatti la vita del sacerdote castellettese che esattamente 77 anni fa sacrificò la vita per difendere la sua fede. Nato nel 1901, Fanchini entrò a 13 anni nella congregazione degli Oblati di San Giuseppe di Asti, trasferendosi dopo l'ordinazione sacerdotale nelle Filippine per una missione religiosa. Qui, in mezzo alla “sua gente”, visse per vent'anni, condividendo con gli abitanti del luogo gioie, fatiche, speranze e attese. Nel 1945 fu ucciso brutalmente dai giapponesi mentre tentava di mettere in salvo le ostie dell'eucarestia.

La storia di un sacerdote profondamente legato a Glisente

"Padre Antonio - ha detto durante l’omelia don Fabrizio Corno - ci trasmette la voglia di vivere la nostra vita per gli altri". "Credo che sia importante - ha detto l’autore del libro su padre Fanchini, Stefano Della Sala - ricordare la figura di un sacerdote come lui. Un uomo che ha trascorso qui, a Glisente e a Castelletto, gli anni fino al 1914, quando partì prima per il seminario e poi per le Filippine. E’ difficile immaginare oggi che cosa volesse dire in quegli anni partire per un luogo tanto lontano. Nelle sue lettere emergeva il grande amore che continuava a nutrire per Glisente e per la sua famiglia. C’era la speranza di poter tornare qui un giorno. Una speranza che poi purtroppo non divenne realtà". A margine della cerimonia, dopo la presentazione della targa che ricorda padre Fanchini, il vicesindaco Vito Diluca ha anticipato un’importante novità per la frazione. In occasione delle Giornate di Primavera del Fai infatti, la chiesa di Sant’Ippolito a Glisente sarà al centro di un progetto di visite guidate curato dai giovani ciceroni delle scuole castellettesi.

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