Al castello di Novara la prima convention di Forza Italia dopo la morte di Berlusconi
I temi locali sono stati messi in ombra dalla questione delle questioni: chi sarà la nuova guida del partito?
A Novara si è conclusa la prima convention di Forza Italia dopo la morte del suo fondatore, Silvio Berlusconi, con tutte le personalità di peso del partito.
Forza Italia a Novara la prima convention del partito senza il suo fondatore
A Novara si è svolta la prima convention del partito di Forza Italia dopo la morte del suo fondatore Silvio Berlusconi. La "Festa azzurra" era stata organizzata da diversi mesi, e dopo il decesso dell'ex premier è diventata un'occasione per tutti i membri del partito di trovarsi e decidere di ripartire. C'erano tutti ieri, al castello, per la convention "azzurra": i ministri Gilberto Pichetto Fratin, Antonio Tajani (impegnato con la gestione, da ministro degli Esteri, della crisi militare in Russia, prima che rientrasse con l'accordo tra Putin e il capo della Wagner) e Paolo Zangrillo, anche coordinatore regionale del partito e organizzatore dell'evento novarese.
Il ricordo di Berlusconi da Novara
La convention all'ombra della cupola è iniziata con un ricordo dell'ex cavaliere: non poteva mancare l'inno del partito "Meno male che Silvio c'è", e alcuni brani del discorso della discesa in campo nel 1994. Le immagini vengono trasmesse sullo schermo fino al discorso per l'insediamento del Governo Meloni, tra gli applausi del pubblico. Sono stati molti i big presenti all'evento, trasformatosi da una dimensione locale a nazionale.
Il presidente del Piemonte Alberto Cirio
A Novara era presente anche il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. Cirio era in provincia di Novara anche quando si diffuse la notizia della morte di Berlusconi: nello specifico a Lesa, in compagnia del ministro leghista Matteo Salvini, per l'occasione dell'inaugurazione del presidio fisso della guardia costiera sul lago Maggiore (altro luogo che per Berlusconi fu una vera e propria seconda casa).
La figura del presidente Tajani
Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha passato delle ore concitate a causa dell'avanzata della brigata Wagner su Mosca. Quando la notizia di quello che sembrava essere a tutti gli effetti l'inizio di un colpo di stato nella Russia di Putin è rientrata, con lo stop dell'avanzata dei paramilitari verso Mosca e il loro fermo, Tajani è potuto tornare nella platea azzurra dalle decine di call con la Presidenza del Consiglio e i suoi addetti per seguire quanto stava succedendo a Est. Sarà lui, in veste di presidente del partito di Forza Italia, a dover traghettarlo verso il congresso che determinerà i nuovi assetti, dopo questo appuntamento estivo nel quale si doveva parlare della situazione Novarese ma, inevitabilmente, ha visto l'attenzione spostarsi verso i vertici del partito e verso i possibili volti che andranno a occuparli.