Inaugurazione

Ora a Novara c'è una panchina per ricordare che "siamo tutti musica"

Per ricordare Elena Annichini, amatissima psicopedagogista e musicoterapeuta scomparsa nel 2017

Ora a Novara c'è una panchina per ricordare che "siamo tutti musica"
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“Siamo tutti musica”: la frase rappresenta una sorta di “testamento morale” di Elena Annichini, amata e apprezzata psicopedagogista e musicoterapeuta scomparsa prematuramente nel 2017.

Lo racconta il Corriere di Novara

La panchina

Ed è proprio quella frase, lasciata da Elena nel suo commiato, che i suoi i tanti amici hanno voluto fosse riportata sulla panchina che hanno voluto dedicarle nei giardini Vittorio Veneto, proprio di fronte al Parco dei bambini. Posata già dall’inizio dell’estate, la panchina è stata ufficialmente inaugurata sabato pomeriggio, con una commovente e intensa cerimonia improntata su quei valori che proprio Elena aveva messo al centro della sua vita: la musica, innanzitutto, ma anche l’amicizia e l’allegria.

Sulla panchina, sistemata da Assa, è stata Daniela D’Errico a cercare di “tradurre” i tratti salienti di un’amica indimenticabile: «C’è la musica, ovviamente, con le note che danzano sul pentagramma. E poi c’è lei, in primo piano, occhioni grandi e capelli ricci, con gli angioletti a farle compagnia in quel cielo dove ora si trova e dal quale continua ad accompagnarci ed ispirarci».

Il ricordo della Dedalo

La breve cerimonia, introdotta e organizzata da Tino Zampogna, ha visto anche la presenza di Barbara Pace, in rappresentanza del Comune, e dei ragazzi della scuola di musica Dedalo, che si sono esibiti in due brani strumentali a lei molto cari e hanno concluso cantando tutti insieme la “sua” canzone, “My favorite things”, che le avevano dedicato durante una delle loro ultime visite all’hospice.

«E’ impossibile dire quanto siamo debitori nei confronti di Elena. - ha ricordato il presidente di Dedalo, Raffaele Molinari - Lo dico soprattutto ai nostri ragazzi, a quelli che magari non hanno fatto in tempo a conoscerla. Noi prima di Elena facevamo un lavoro, gli insegnanti. Dopo averla conosciuta, abbiamo capito il senso di quella frase: siamo tutti musica. Che significa in primo luogo un diritto alla musica, ad una educazione musicale ma soprattutto riconoscersi in qualcosa. Lo sguardo di Elena era rivolto all’umanità. Non era tanto in lei, quanto nelle forze che riusciva e generare. Nella fiducia che sapeva creare. Sapeva alzare il vento. Pochi musicisti possiedono la consapevolezza della forza della musica come lei. E quella forza la rendeva magica».

Le parole di un'amica

«Con questa panchina, inaugurata non a caso il 23 settembre perché il 23 era il suo numero fortunato, - ha detto l’amica Gemma Rognoni - ricordiamo Elena a tutto tondo, come persona, come amica… Era veramente così tanto che non c’è possibilità di trasmettere di lei una idea unica. Elena era una persona appassionata, viveva al massimo, dedicando tutto il tempo alle sue passioni: la musica, il ballo, il cinema, i fumetti, la collezione di renne, i giochi di gruppo, organizzare feste come quella indimenticabile per i suoi 50 anni... Quello che mi manca di più di lei? Il ridere insieme».

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