Meina e Lesa in lutto per Felice Panigada, colonna del volontariato locale
L'uomo era originario di Meina, ma si era trasferito a Lesa dopo il matrimonio.
Venerdì 8 marzo è stato celebrato il funerale di Felice Panigada, mancato all'età di 83 anni: era una colonna del volontariato in paese.
Addio a Felice Panigada storico volontario del paese
Moltissimi lesiani hanno voluto essere presenti ai funerali di Felice Panigada, venuto a mancare all’età di 83 anni. Le esequie si sono svolte venerdì 8 marzo nella chiesa parrocchiale di San Martino. A presiedere la funzione funebre è stato don Simone Dall’Ara.
Erano presenti per l’ultimo saluto i componenti della Confraternita dei Santi Martino e Giovanni Battista, della quale faceva parte da molti anni e i rappresentanti di alcune associazioni. Panigada era molto conosciuto in paese anche per l’attività di volontariato che aveva svolto in più associazioni. Per quarant’anni aveva lavorato nella panetteria e forno storico della famiglia Malgaroli, svolgendo il servizio di consegne a domicilio del pane appena sfornato. Conosceva tutti. La moglie Nella Rodi lo ricorda così: «Felice era di Meina, ma è venuto ad abitare a Lesa appena ci siamo sposati 49 anni fa. Programmavamo insieme di festeggiare il nostro cinquantesimo anniversario di matrimonio. Era solare e amico di tutti, solo la malattia è riuscita a renderlo più chiuso in sé stesso. Tifoso della squadra calcistica del Milan, la difendeva a spada tratta. Proverbiali le discussioni da tifoso con il titolare del panificio, che era un iuventino». «La passione di papà era la sua adorata Vespa - ricorda la figlia Elena - Da giovane aveva partecipato alla gimcana che si svolgeva sul lungolago. Era un abile pescatore e, con la sua barca di legno andava nei punti del lago che ben conosceva, certo di catturare con facilità i pesci. Durante le sagre e feste popolari cucinava la polenta con il suo mestolo di legno, di cui era molto geloso. Era addetto anche al taglio delle salamelle, che preparava con cura per favorirne la cottura. Quando le associazioni lo chiamavano per dare un aiuto per lui era una festa. Svolgeva le mansioni affidategli con grande impegno e soddisfazione. Gli piaceva mettersi la bandana e, proprio nel ricordo di questa, abbiamo voluto mettere dentro la bara per il suo ultimo viaggio terreno quella del Milan. Aveva un grande amore per gli Alpini, anche se lui a causa della morte prematura del padre non poté finire il militare. E’ stato tra i primi volontari della Protezione Civile lesiana e poi membro attivo della Confraternita. Era molto legato alla Chiesa, poiché da piccolo venne messo in collegio dai Padri Guanelliani a Gozzano. Lì gli era stata trasmessa la Fede, che ha custodito vividamente nel suo cuore».