Esperienza di successo

Le ricerche Upo in ambito endocrinologico presentate a Boston

Il gruppo di ricerca UPO ha partecipato al congresso ottenendo due presentazioni orali e quattro poster

Le ricerche Upo in ambito endocrinologico presentate a Boston
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Le ricerche UPO in ambito endocrinologico presentate alla 106ª edizione del Congresso internazionale “ENDO2024”.

Il gruppo di ricerca italiano a Boston

Dal 1° al 4 giugno 2024 si è svolto a Boston, in Massachusetts, la 106ª edizione del Congresso internazionale di endocrinologia “ENDO2024”. L’Università del Piemonte Orientale è stata rappresentata dalla delegazione composta dalle professoresse Flavia Prodam e Nicoletta Filigheddu e dai dottorandi Alessandro Antonioli, Valentina Antoniotti e Sabrina Tini. "Una preziosa opportunità di presentare lo stato dell’arte dei nostri studi a livello internazionale e di fronte a una platea di professionisti".

L'evento, tenutosi presso il Boston Convention & Exhibition Center, ha visto la partecipazione di oltre 7000 persone tra medici, ricercatori e rappresentanti di case farmaceutiche internazionali. Con più di 160 sessioni educative, 30 presentazioni orali di abstract e oltre 40 sessioni “meet the Professor”, “ENDO2024” si conferma il più grande congresso dedicato alla ricerca endocrinologica e alla cura clinica, trattando temi come diabete e metabolismo, neuroendocrinologia ed endocrinologia riproduttiva, sia da un punto di vista clinico che di ricerca di base.

L'Upo

Il gruppo di ricerca UPO ha partecipato al congresso ottenendo due presentazioni orali e quattro poster, uno dei quali è stato candidato per la Presidential Poster Competition, vinta domenica 3 giugno dalla dottoranda Sabrina Tini, tra più di 3200 abstract presentanti, con il lavoro intitolato “Ad Libitum Ketogenic Diet Impacts on Mice Gut Microbiota Signature After Standard and Western Diets”.

Il progetto di ricerca, parte anche del progetto NODES (Nord Ovest Digitale E Sostenibile), si focalizza sugli effetti della dieta chetogenica sul microbiota intestinale, evidenziando come questa dieta “terapeutica” possa migliorare il microbiota danneggiato da una dieta di tipo Western. I risultati presentati al congresso indicano che la dieta chetogenica modifica la composizione intestinale, riducendo le specie pro-infiammatorie e aumentando quelle anti-infiammatorie, in modo simile alla dieta di controllo. Inoltre, il sequenziamento Shotgun ha rivelato che la dieta chetogenica aumenta un enzima, l'arginina suiccinil transferasi, associato a un miglioramento della sindrome metabolica.

Durante la sessione “Adipose Tissue, Appetite, and Obesity: Latest Data on Obesity from the Basics Lab”, il dottorando Alessandro Antonioli ha presentato per la prima volta all’ENDO il suo lavoro sull'effetto della dieta chetogenica su fegato e muscolo, parte del progetto FOHN e NODES. I risultati mostrano che la dieta chetogenica ha un effetto positivo sul fegato, migliorando la condizione di steatosi. Tuttavia, sembra ridurre la forza muscolare, avendo un impatto negativo su di esso, ma nuovi risultati sono in progress. Il lavoro ha suscitato l'interesse di molti ricercatori presenti, aprendo ad un dialogo costruttivo.

 

 

La professoressa Filigheddu, associata presso il dipartimento di medicina traslazionale, ha invece illustrato il ruolo della “Vitamin D Binding Protein” (VDBP), una proteina di nuova identificazione che non solo svolge il ruolo di trasportatore della vitamina D, ma esercita effetti diretti sul muscolo scheletrico, inducendo atrofia e danneggiando i mitocondri. I risultati del gruppo di ricerca suggeriscono inoltre che questa proteina potrebbe contribuire alla cachessia tumorale, rappresentando un potenziale target terapeutico per contrastare questa condizione.

Tra i più di 700 poster presentati ogni giorno, la dottoranda Valentina Antoniotti ha mostrato i suoi studi sugli effetti dello zinco mio-inositolo nei soggetti pediatrici sovrappeso e obesi; e gli effetti del probiotico Intestinimonas Butyriciproducens negli adulti prediabetici. I risultati del trial nei bambini indicano che lo zinco mio-inositolo riduce l'indice HOMA e l'insulino-resistenza nei pazienti con obesità severa. Il secondo poster, presentato dalla professoressa Flavia Prodam, evidenzia come Intestinimonas Butyriciproducens possa ridurre l'insulino-resistenza e aumentare la sensibilità insulinica nei pazienti prediabetici.

«La partecipazione della delegazione dell’Università del Piemonte Orientale a ENDO2024 – concordano le professoresse Prodam e Filigheddu – rappresenta una notizia molto positiva per l'Università e per chi vi fa ricerca. Tutti e tutti i partecipanti hanno avuto la preziosa opportunità di presentare lo stato dell’arte dei loro studi a livello internazionale e di fronte a una platea di professionisti, suscitando l'interesse di molti e stabilendo preziosi contatti accademici che nel prossimo futuro potranno portare a nuove collaborazioni in ambito didattico e di ricerca».

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