Trascinata dalla teleferica e precipitata nel vuoto: ci sono tre indagati
La struttura incriminata era gravemente carente di qualunque requisito di sicurezza
Nella tarda mattinata del 4 luglio scorso, in Calasca Castiglione (VB) località Olino, una giovane turista piacentina era rimasta coinvolta in un tragico incidente, perdendo la vita sotto gli occhi dei suoi familiari.
I fatti
Sul posto erano intervenuti il personale del 118, Vigili del Fuoco e del soccorso alpino della Guardia di Finanza per le operazioni di soccorso e recupero della salma, nonché i carabinieri della Stazione di Bannio Anzino per l’avvio degli accertamenti volti a ricostruire la dinamica del tragico evento e stabilire se vi fossero responsabilità da parte di terzi.
Le prime ricostruzioni permettevano di appurare che la donna stava utilizzando un pericoloso palorcio-teleferica per caricare i bagagli sulla barella del palorcio, a valle dell’impianto, prima di raggiungere poi a piedi la cima, dove avrebbe trascorso una vacanza con la famiglia. Ma improvvisamente la barella iniziava a muoversi verso monte, poiché azionata nella parte superiore da un’altra persona che abita la località sovrastante, ignaro della presenza di altri a valle.
Per effetto del movimento della barella la donna rimaneva aggrappata alla stessa, sospesa nel vuoto e dopo pochi metri, esausta, lasciava la presa cadendo nel dirupo sottostante.
I carabinieri identificavano le persone presenti a monte dell’impianto teleferico, in particolare la persona che aveva azionato la carrucola, la quale al termine della giornata veniva formalmente indagata per omicidio colposo.
Le attività successive condotte dai carabinieri di Bannio Anzino unitamente ai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, coordinate dalla Procura di Verbania, che per l’occasione ha nominato anche un consulente tecnico per esaminare la struttura incriminata, hanno permesso di appurare che la stessa fosse, sin dalla sua messa in esercizio, dato che mancava persino di un progetto, gravemente carente di qualunque requisito di sicurezza, secondo le previsioni normative in materia di sicurezza nonché in relazione alla disciplina generale riguardante gli impianti a fune.
Così oltre alla prima persona indagata la Procura ha iscritto nel registro degli indagati altre due persone, ovvero il proprietario della baita che aveva invitato la famiglia per la vacanza e che aveva indicato di utilizzare l’impianto per caricare i bagagli, nonché un altro soggetto titolare della concessione dello stesso impianto in quanto avrebbe dovuto completare l’opera perfezionandola di tutti gli aspetti relativi alla sicurezza, già all’atto dell’istallazione avvenuta circa 10 anni fa, inizialmente utilizzata per trasportare a monte la legna per le necessità degli abitanti delle diverse baite. Contestualmente all’iscrizione degli altri due indagati il GIP del Tribunale di Verbania ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto, anche per inibire l’utilizzo dello stesso ed evitare così che altre persone possano correre gli stessi rischi che hanno provocato l’incidente mortale lo scorso mese.
Completamente d'accordo con Giovanna e Giorgio.
Sono nato e cresciuto in quelle splendide montagne e ne ho conosciute altre identiche. Avete mai visto una teleferica in regola
C'è voluto la morte di una persona per accorgersi che niente era fatto secondo le regole? Ha ragione Giorgio che ha commentato prima di me. Tante persone sono colpevoli oltre ai tre menzionati. Certe autorità vedono solo quello che vogliono putroppo e non solo in questo caso.
Solita tragedia italiana:e in 10 anni nessuno ha pensato bene di verificare se era tutto in regola? Forse converrebbe indagare anche altri soggetti.