Morte di Ludovica sul Tagadà: "Quella giostra non doveva essere lì"
Si tornerà in aula il prossimo 18 dicembre
E’ proseguito mercoledì 27 novembre, al tribunale di Novara, il processo in corso di svolgimento per la morte della 15enne trecatese Ludovica Visciglia, avvenuta il 12 marzo 2022 al luna park di Galliate dopo che la liceale, sbalzata dalla giostra allestita in piazza Vittorio Veneto, aveva battuto il capo contro un albero.
I fatti
Rinviati a giudizio per omicidio colposo sono l’ex sindaco di Galliate Claudiano Di Caprio, il comandante della polizia locale Angelo Falcone, e poi Graziano Minero, l’ingegnere di Biella che aveva redatto l’attestazione di legge della giostra, il proprietario della giostra, Luca Massimiliano Ferri e suo figlio minorenne, mentre Dario Allegretti, il professionista che aveva firmato l’autorizzazione per l’installazione, ha già patteggiato un anno, pena sospesa, e ha corrisposto un risarcimento del danno, che verrà quantificato successivamente.
Dopo quella dello scorso marzo, l’altro ieri è stata la seconda udienza istruttoria e sono stati ascoltati alcuni dei testimoni. «In aula hanno parlato i carabinieri che hanno effettuato i rilievi tecnici – ha spiegato al nostro giornale l’avvocato Antonella Lobino che assiste la mamma e il papà di Ludovica, Franca e Carmine – ed è emerso che la giostra non doveva essere collocata lì. Se solo avessero fatto un sopralluogo visivo... Invece, cito solo una delle tante cose che non hanno funzionato, c’erano pure misurazioni d’ingombro false. Dalla visione dei filmati, poi, è emerso in modo chiaro che Ludovica era saldamente e correttamente seduta sulla giostra».
Il 3 marzo erano stati sentiti quattro testi, tra cui la polizia municipale di Galliate. Con i pm Paolo Verri e Giovanni Castellani la procura della Repubblica novarese ha indagato per ricomporre la dinamica dell’accaduto, affidando una perizia al consulente Federico Colacino, secondo cui quell’albero era troppo vicino, poco più di 20 centimetri, al piatto rotante dell’attrazione.
La ricostruzione
Stando alla ricostruzione, attorno alle 23 di quella sera la liceale potrebbe aver sbattuto il capo proprio contro la pianta, prima di accasciarsi quando la giostra si era fermata e di essere soccorsa dagli amici che erano con lei. La morte era sopraggiunta il giorno dopo in ospedale. I carabinieri hanno ipotizzato che la giostra fosse in quel momento guidata dal figlio minorenne del proprietario, che per questo motivo è finito nei guai ottenendo dal tribunale competente di Torino, assistito dall’avvocato Giuseppe Ruffier, la messa alla prova nel Comune di Carpignano finalizzata al suo recupero sociale. I militari hanno ipotizzato anche e che la giostra potesse andare in quel momento ad una velocità di tre volte superiore a quella consentita, circa 8 metri al secondo. Sarà tutto da provare in aula, così come le certificazioni in possesso del giostraio. Lobino aveva già dichiarato al nostro giornale: «Andiamo al vaglio dibattimentale perché si valuti ogni singola posizione delle persone coinvolte e per chiarire responsabilità, negligenze ed omissioni. Le perizia depositate, compresa quella del professionista da me incaricato, sono da ritenersi inconfutabili e cristallizzano le responsabilità».
Quella sera di primavera di due anni fa Ludovica Visciglia, che frequentava il primo anno del liceo Classico Carlo Alberto di Novara, si trovava con alcuni amici sul mini Tagadà di piazza Vittorio Veneto; si era recata da Trecate a Galliate con gli amici e la famiglia per festeggiare il suo compleanno. L’incidente era avvenuto proprio all’ultima, maledetta, corsa di quel sabato. Si tornerà in aula il prossimo 18 dicembre. Dovrebbero comparire una decina di testi del pm legati alla pubblica amministrazione. Poi si tornerà in aula a gennaio, ma sono già state fissate date sino a maggio 2025. Gli imputati sostengono di non avere responsabilità e i legali Monica Montini, Carla Zucco, Giuseppe Maddeo e Carlo Boggio Marzet in udienza preliminare avevano chiesto il loro proscioglimento. Come responsabile civile, va ricordato, è stato chiamato il Comune di Galliate (avvocato Ilaria Cagnin), mentre l’avvocato Enrico Faragona rappresenta la nonna paterna di Ludovica.