Urbanistica

Pernate, polo logistico: ricorso al Tar dei 52 proprietari pronti a vendere i terreni

Chiesto l’annullamento della delibera di Galliate e di un articolo delle Norme di Prg di Novara: perplessità tra le fila del comitato e nel mondo politico

Pernate, polo logistico: ricorso al Tar dei 52 proprietari pronti a vendere i terreni
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Una “bomba” sula tregua che sembrava ormai raggiunta attorno al progetto del maxi polo logistico di Pernate a Novara. Una vicenda ricostruita nel dettaglio dal Corriere di Novara del 16 dicembre.

Nella foto il rendering del maxi polo logistico progettato a Pernate

Pernate, polo logistico: ricorso al Tar di 52 proprietari

Dopo il “no” espresso dal Consiglio comunale di Galliate, che di fatto ha imposto uno stop al piano presentato dallo sviluppatore Develog facendo esultare il Comitato per Pernate e l’opposizione novarese, soltanto lo scorso 11 dicembre 2024 l’assessore all’Urbanistica Marzia Vincenzi, in una riunione di commissione, aveva convenuto con il gruppo consiliare del Pd sulla opportunità di scorporare il progetto per la realizzazione dell’area di sosta per il Cim dal piano complessivo, confermando che l’area del comparto interessato dal maxi polo logistico nel nuovo Piano regolatore, di prossima realizzazione, sarebbe stata necessariamente dichiarata non edificabile secondo le prescrizioni del Piano paesaggistico regionale.

Ma solo poche ore dopo, il fulmine a ciel sereno: 52 proprietari dei terreni su cui dovrebbe sorgere il mega insediamento logistico hanno presentato ricorso al Tar Innanzitutto contro la delibera di Galliate che ha bocciato l'intervento, ma anche contro la delibera della Regione Piemonte sull'accordo di programma e contro l’articolo 18.3 delle Norme di attuazione del Piano regolatore del Comune di Novara.

A dire il vero i proprietari avevano già fatto sentire la loro voce annunciando battaglia e dicendosi pronti a chiedere i danni. Una promessa che ora si è realizzata.

I dettagli del ricorso

Nel ricorso - per il quale i 52 proprietari si sono fatti assistere dall’avvocato milanese Claudio Linzola - si sostiene in sostanza che il Comune di di Galliate non avrebbe avuto titolo per esprimersi sull’accordo di pianificazione, non avendo un interesse diretto che giustifichi la sua partecipazione all’accordo stesso, dal momento che il territorio toccato dalle opere previste è solo quello di Novara ed è separato da Galliate da una barriera fisica rappresentata da linea ferroviaria e autostrada.

I ricorrenti - che con il proponente del progetto hanno già sottoscritto due preliminari di acquisto, il secondo dei quali valido fino al 31 dicembre 2026 - lamentano di aver pagato per oltre vent’anni sui quei terreni l’Imu prevista per le aree edificabili e che con lo stop al progetto vedrebbero perduta “la loro prima, unica ed ultima possibilità di valorizzare sul piano economico i propri terreni”.

Con il “no” di Galliate infatti, il proponente non potrebbe avviare la procedura di Via ed il Comune di Novara non potrebbe a sua volta dare il via al procedimento amministrativo di approvazione del piano esecutivo comunale.

La richiesta primaria al Tar è dunque quella di sospendere in via cautelare la delibera del Consiglio comunale di Galliate, in attesa di dichiarare che Galliate non aveva alcun titolo per esprimersi in merito e dunque annullare la delibera stessa.

Ma i firmatari del ricorso chiedono anche di annullare l’articolo 18.3, lettera d), n. 2) delle Norme di attuazione del Piano regolatore di Novara, approvato nel 2008, perché a loro parere un comune non può fare dipendere le proprie decisioni urbanistiche da un altro comune.

Il commento degli assessori di Novara e Galliate

Il ricorso, notificato giovedì 12, ha colto di sorpresa sia Galliate sia Novara. «Al massimo ci aspettavamo qualcosa da Develog... - commenta l’assessore all’Urbanistica novarese Vincenzi - Valuteremo quali azioni mettere in campo a tutela dell’Ente».

Da Galliate, l’assessore all’Urbanistica Roberto Vellata è meno diplomatico: «Se il Tar dovesse dare ragione ai proprietari dei terreni, la nostra delibera sarebbe annullata e dunque il progetto del mega polo sarebbe approvato, visti i pronunciamenti positivi di Comune e Provincia di Novara. Ma sinceramente mi sembra fantascienza... Quella sostenuta dai ricorrenti è una tesi giuridicamente molto ardita perché arriva a contestare e a richiedere l'annullamento anche delle norme urbanistiche del Prgc di Novara e della procedura seguita dalla Regione Piemonte per l'accordo di pianificazione. Al limite dell'assurdo sostenere poi che il polo logistico non avrebbe alcun effetto negativo sul territorio galliatese, ritenendo la barriera della A4 una barriera di separazione insuperabile e nulle le ricadute in termini di traffico e di inquinamento».

Il tutto, prosegue, «in una fase in cui lo stesso Comune di Novara - alle prese con la redazione del nuovo piano regolatore - ha riconosciuto l'obbligo di adeguamento alle norme del Piano Paesaggistico Regionale del 2017 che prevedono il mantenimento della destinazione agricola dell'area». Secondo Vellata, «la sensazione è quella che dietro ai proprietari terrieri ci sia sempre il soggetto attuatore che ha rinnovato i compromessi fino al 2026 e non vuole mollare la presa sulla possibilità di portare avanti l'intervento».

«Per anni - aggiunge il consigliere novarese Pd Mattia Colli VIgnarelli - ci è stato detto che quello della logistica era un processo ineluttabile, impossibile da fermare. E invece quanto accaduto, grazie al Comune di Galliate, ha finalmente riaffermato su questo territorio il primato della politica sulla logistica, che può e deve essere governata».

Il comitato si dice incredulo

Il Comitato per Pernate - a sua volta proponente di ben due ricorsi al Tar contro l’insediamento logistico - prende atto “con un misto di incredulità e un pizzico di ironia” del ricorso. E senza entrare nel merito delle motivazioni, ricorda che “il comune di Galliate si estende ben oltre la rotonda di svincolo con la statale 341 verso la frazione di Pernate. Questo dettaglio – evidentemente sfuggito ai ricorrenti – rende Galliate pienamente coinvolto nel progetto, specie per l’impatto sul traffico indotto”. Inoltre, “criticare la legittimità della partecipazione dei Comuni contermini è un vero controsenso, dato che la stessa documentazione propedeutica prodotta dalla ditta proponente riconosce tale coinvolgimento”.

Secondo il Comitato “ricercare ed elencare in modo spasmodico e ridondante i motivi per ‘sbloccare l’area T3b’, per mero obiettivo di profitto, senza tenere in minima considerazione che attorno a quei terreni ci sono case, famiglie, attività, desideri di giovani coppie, fa molto male! Sorge spontaneo un confronto con i ricorsi al Tar promossi dallo scrivente Comitato e dalle Associazioni ambientaliste, espressione di una preoccupazione della collettività viva per le ricadute ambientali, veicolistiche e sanitarie che coinvolgeranno il futuro della nostra comunità”.

Ma ora, in concreto, che succederà? «Entro fine gennaio - spiega Vellata - il Tar dovrà pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva dei proprietari, valutandone il “fumus boni iuris” ed il “periculum in mora”.... Il Comune di Galliate, il Comune di Novara e Regione Piemonte hanno pochi giorni per costituirsi e prendere posizione a tutela dell'interesse pubblico».

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