Risvolto

A Borgomanero la Torretta confiscata alla mafia diventa una sede del centro antiviolenza

Il centro antiviolenza nel 2022 ha risposto a 178 telefonate con richieste d'aiuto.

A Borgomanero la Torretta confiscata alla mafia diventa una sede del centro antiviolenza
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La Torretta confiscata alla criminalità organizzata in via Arona a Borgomanero presto diventerà una sede operativa del centro antiviolenza dell'area nord novarese.

Il centro antiviolenza aprirà una sede nella Torretta confiscata alla mafia

Un cartello scritto a mano e appeso sulla porta a vetri della Torretta di via Arona annuncia a chi si trova a passare sul marciapiede la prossima apertura della struttura come sede operativa del Centro antiviolenza dell’area nord novarese. Si sta aspettando solamente una carta relativa alla convenzione tra la cooperativa Irene SC (che gestisce il centro antiviolenza) e il Comune di Borgomanero, proprietario del bene, per poter aprire i battenti di quella che sarà una sede che si aggiungerà ai luoghi operativi gestiti dal centro agognino che si occupa di fornire assistenza fisica, psicologica e legale alle donne vittime di violenza di genere.

Non solo emergenze, ma anche sensibilizzazione

Nella torretta, di dimensioni esigue (la superficie lorda calpestabile è di 87 metri quadri), saranno organizzati dei colloqui con avvocati e psicologi per chi si rivolge alla struttura chiedendo aiuto, ma nelle intenzioni del centro c’è anche la volontà di partire con una serie di attività volte all’aumento della consapevolezza del problema, con incontri di gruppo e attività più allargate. Il fenomeno della violenza di genere difficilmente esce dalle mura domestiche: le vittime spesso provano vergogna e non vogliono uscire allo scoperto, primo passo necessario per chiedere aiuto. In molti casi manca anche la consapevolezza di stare subendo delle violenze, che possono essere anche solamente psicologiche ma non per questo meno gravi.

Il centro antiviolneza ha risposto a 178 telefonate con richieste d'aiuto nel 2022

Il centro antiviolenza dell’area nord novarese è gestito dalla Cooperativa Irene, e nel corso del 2022 sul territorio dei 52 comuni in cui è operativo, ha risposto a 178 telefonate con richieste d’aiuto, ha accolto 15 donne (con 16 bambini) in stato di emergenza, ha attivato 106 percorsi e ospitato nelle case di accoglienza sparse sul territorio 20 donne.

La rinascita dei luoghi della città

Quella della Torretta è una parabola di rinascita anche dei luoghi, che dalle disponibilità di personaggi legati alla criminalità organizzata torna a beneficio della comunità cui era stata sottratta. Nello specifico, l’edificio di via Arona risultava tra le proprietà di Giulio Campaniello, un personaggio legato all'organizzazione criminale mafiosa capeggiata dai fratelli Crisafulli, operanti nel Milanese dagli anni '80 ai 2000. L'uomo, arrestato nel 2002, si occupava di fornire di automobili i membri della cosca, e gestiva anche un traffico di sostanze stupefacenti di ingenti quantità. Ma dopo la confisca per la struttura è iniziato un calvario burocratico, causato anche da un’ipoteca inizialmente fissata a una cifra più elevata rispetto al valore reale dell’immobile.
Per molti anni è quindi rimasta chiusa, con ancora arredi, mobili e vestiti abbandonati al suo interno. E’ stata poi oggetto di una ristrutturazione importante, e ora può tornare finalmente alla comunità.

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