Casalbeltrame

"Abbiamo trasformato il dolore per la perdita di nostro figlio in solidarietà"

La storia di una mamma e un papà che, dopo aver conosciuto i genitori di Carlo e Veronica Di Bernardo, ha sposato con generosità la causa di CV Soccorso

"Abbiamo trasformato il dolore per la perdita di nostro figlio in solidarietà"
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Oggi, domenica 17 dicembre a Casalbeltrame l’associazione Cv Soccorso-Odv Carlo e Veronica, nata in ricordo dei due fratelli scomparsi in un incidente stradale nel 2020, ha inaugurato una seconda ambulanza acquistata grazie alle sempre numerose donazioni.

L’ambulanza avrà una sedia a rotelle motorizzata, un defibrillatore e un respiratore, accessori importantissimi acquistati grazie al cuore grande di Emilia Laezza e Simone Margara, i genitori di Riccardo, scomparso lo scorso 23 luglio 2021 a causa di un tumore cerebrale. Per loro qualche tempo fa era stato decisivo l'incontro con i genitori di Carlo e Veronica.

Una storia che racconta il Corriere di Novara

La storia

Un malore improvviso e una diagnosi che suona come una condanna senza alcuna prova d’appello. E’ un macigno quello che crolla addosso a mamma Emilia Laezza e papà Simone Margara, commercianti da generazioni, dopo che il figlio Riccardo, 14 anni, si sente male.

Un ragazzo sportivo, amante del calcio, tifosissimo della Juventus e con tanti sogni non solo in bianconero, ma anche per il futuro. Un futuro che però che gli presenta un conto salatissimo e ingiusto, innaturale per i suoi genitori.

La malattia

La crisi epilettica fa sì che il giovane venga portato in ospedale a Novara, «dove ho trovato un personale meraviglioso», conferma mamma Emilia, e poi l’esito della Tac che non lascia scampo. A Simone viene riscontrato un grave tumore al cervello declinato in una forma rara. E’ il 2019 e Riccardo ha solo 14 anni, ma è già molto maturo per la sua età e comprende la gravità della situazione. Non ne parla apertamente con i genitori, ma la grammatica di sguardi ed empatia che lega il figlio a mamma e papà non ha bisogno di parole. La sintassi è fatta di occhi lucidi e sguardi in tralice, parole non dette, sorrisi abbozzati, magoni inghiottiti e tanta paura.

Poi il 23 luglio 2021 Riccardo restituisce alla Terra quel respiro che aveva preso in prestito solo 16 anni prima.

L'incontro con i genitori di Carlo e Veronica

«Un giorno stavo passando per Casalbeltrame e mi sono imbattuto in un funerale con due bare - ricorda papà Simone - e la cosa mi ha colpito molto. Solo in un secondo tempo ho scoperto che si trattava dei fratelli Carlo e Veronica Di Bernardo, tragicamente scomparsi in un incidente stradale. Poi il “destino” ha portato mia moglie a conoscere i genitori, Katiuscia e Giuseppe.

«Ci siamo conosciute e in lei ho visto il mio dolore allo specchio - interviene Emilia - Era l’unica in grado di capire cosa provassi, la voglia di mollare tutto, la quasi impossibilità di declinare i verbi al futuro. Fra noi c’è stato subito del feeling e, nel parlare, abbiamo scoperto di avere anche una casa in Sardegna a soli 3 chilometri l’una dall’altra. Ci siamo parlate tanto, abbiamo iniziato a condividere sentimenti ed emozioni, e mi ha insegnato che bisognava rialzare la testa, riprendere a sorridere anche se era la cosa più faticosa e innaturale da fare. Mi ha mostrato che bisognava parlare anche di cose “leggere” per non cadere nel baratro».

Da sinistra Katiuscia e Giuseppe Di Bernarardo,
Emilia Laezza, Simone Margara, Barbara Mazzotti e Nando Naccari

Stimolata a riflettere ad alta voce su come si faccia a sopravvivere a un dolore tanto grande, abbozza un sorriso e lo sguardo si fa lucido. «Ci si prova ogni giorno. Io e mio marito siamo certi che Riccardo si arrabbierebbe se fossimo sempre tristi, poi è chiaro che ci siano momenti in cui il dolore ha il sopravvento e sia io sia lui cerchiamo istanti di intimità per chiuderci a vivere il nostro dolore».

E se Simone ha dimostrato di volersi rimboccare subito le maniche sperando nel valore “terapeutico” del lavoro, per “non pensare”, Emilia si è chiusa molto di più e la sua àncora di salvezza è stata, oltre all’amore del marito, la vicinanza della signora Katiuscia che le è stata accanto e le ha restituito con il contagocce, giorno dopo giorno, la voglia di andare avanti. Sapendo che il tempo «non lenisce il dolore, anzi, lo amplifica», aggiunge Giuseppe Di Bernardo, il papà di Carlo e Veronica.

«Con Emilia c’è stato subito grande feeling - ammette mamma Katiuscia -, sappiamo cosa prova e come ci si sente. L’importante è cercare di non abbattersi, non chiudersi in se stessi altrimenti ci si affossa. Bisogna cercare di guardare avanti, darsi un obiettivo. Non è facile, ma occorre rendersi utili per tornare a dare un senso alla nostra quotidianità».

La solidarietà

«E’ stato ed è un percorso lungo e difficile - ammette mamma Emilia - e trasformare il dolore in aiuto ai più bisognosi è stato fondamentale. Per questo abbiamo sposato la causa di CV Soccorso e fatto una donazione per questo progetto legato alle ambulanze pediatriche. Abbiamo fatto nostra la voglia di solidarietà di Riccardo che era nei Lions ed era il primo ad aiutare chiunque fosse in difficoltà; lo dobbiamo a lui. Ci ha lasciato una preziosa eredità».

«Ha lottato come un leone - interviene papà Simone con la voce rotta dall’emozione - ha subìto sette interventi e non ha mai mollato. E se non si è arreso lui, non possiamo farlo neppure noi. Glielo dobbiamo e CV Soccorso incarna perfettamente le nostre aspettative. Ora la nostra vita verrà spesa per aiutare gli altri».

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