Il caso

Borgo Ticino ricorda i suoi martiri: ma 80 anni dopo si attende ancora il risarcimento

Una ferita ancora aperta per la comunità, anche considerato che a più di due anni dalla sentenza risulta tutto "congelato"

Borgo Ticino ricorda i suoi martiri: ma 80 anni dopo si attende ancora il risarcimento
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L'Amministrazione comunale di Borgo Ticino insieme a rappresentanti delle varie istituzioni e associazioni nella giornata di ieri, martedì 13 agosto 2024, ha preso parte all'importante cerimonia  in piazza Martiri - luogo di memoria - per commemorare il tragico eccidio avvenuto 80 anni fa.

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Borgo Ticino ha ricordato i suoi martiri a 80 anni dall'eccidio

Dopo la deposizione dei fiori al cippo del partigiano Atos in via Zanotti, ha preso il via il corteo sulle note della banda musicale La Cavagliese fino a piazza Martiri, dove il sindaco Alessandro Marchese ha deposto una corona alla lapide commemorativa dei 12 martiri dell'eccidio.

A seguire sono stati deposti dei fiori alle lapidi dei partigiani Atos e Saetta e dell'ostetrica Maria Garbarini e in ricordo della piccola Piera Bucelloni. Infine la benedizione di don Alberto Franzosi e l'orazione ufficiale del professor Angelo Vecchi, componente del comitato scientifico della Casa della Resistenza di Fondotoce e proiezione della docufiction "13 agosto 1944" nella sala Don Franco Boniperti dell'oratorio.

Ancora si attende il risarcimento

Intanto famiglie dell’eccidio di Borgo Ticino e Comune sono ancora in attesa dei risarcimento danni. L’anno scorso, nel 2022, la causa civile intentata nei confronti della Repubblica federale tedesca si era conclusa con quest’ultima “costretta” a pagare 400 mila euro all’amministrazione cittadina e altre somme alle famiglie.

Ma, così è emerso nel corso della 79ª commemorazione della strage, alcune traversie burocratiche hanno fatto slittare il tutto. La nuova documentazione è pronta, e a breve partirà la nuova richiesta. Si dovrà passare dal Fondo per le vittime dei crimini di guerra istituito nel 2022 e non direttamente dalla Repubblica federale tedesca, per via di un accordo con l’Italia che salvaguardia quest’ultima.

La causa civile che l’amministrazione comunale di Borgo Ticino e quattro famiglie delle vittime hanno intentato per chiedere il risarcimento danni alla Germania segue quella penale – dibattuta al tribunale militare di Verona – che ha portato all’accertamento dei fatti e delle responsabilità e si è conclusa, nel 2012, con la condanna all’ergastolo per l’unico imputato allora vivo, il vice-comandante del reparto della Marina d’assalto Mek 80 Ernst Wadenpful, deceduto qualche mese dopo la sentenza.

Cosa accadde quel giorno

L’eccidio, va ricordato, avvenne durante la Seconda guerra mondiale quando, in risposta a un attacco partigiano a un convoglio tedesco che aveva provocato il ferimento di quattro soldati, vennero fucilati 12 civili inermi scelti a caso tra la popolazione. Non solo. Furono anche saccheggiate e incendiate le case e inutile, purtroppo, si rivelò il tentativo di fermare la strage con oro e denaro. La ferita è ancora aperta.

Per questo ogni anno la strage viene ricordata con una cerimonia che unisce l’intera popolazione di Borgo Ticino che quella maledetta domenica di agosto del ‘44 pagò un prezzo altissimo.

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