Il caso

Coldiretti Novara Vco: "Dal grano al pane prezzi aumentati di 17 volte"

L'associazione di categoria chiede l'applicazione di un'etichetta di origine

Coldiretti Novara Vco: "Dal grano al pane prezzi aumentati di 17 volte"
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Coldiretti Novara Vco interviene sul tema dell'aumento delle materie prime e commenta i dati resi pubblici da Istat: "Dal grano al pane i prezzi aumentano di 17 volte, serve un'etichetta di origine".

Coldiretti commenta i dati Ismea e Istat

Dal grano al pane il prezzo aumenta di oltre 17 volte. Questa l’analisi Coldiretti su dati dell’Ismea e dell’Istat sull’inflazione media nei primi otto mesi del 2023 in confronto con lo stesso periodo del 2022. "Tenuto conto, infatti, che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano - scrivono da Coldiretti Novara e Vco - dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito, la forbice non è mai stata così alta. Un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori circa 24 centesimi, il 32% in meno rispetto allo scorso anno, mentre la stessa quantità di pane viene venduta ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città, con un rincaro che arriva fino al +20%".

La richiesta di un'etichetta di origine

Nonostante il calo dei raccolti del 10% a causa dei cambiamenti climatici abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia,  osservano dall'associazione di categoria, il grano viene spesso sottopagato agli agricoltori, che in certi casi non riescono neppure a coprire i costi di produzione. "Un crack senza precedenti - scrivono da Coldiretti - con i compensi dei coltivatori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare” come pane Made in Italy, mettendo a rischio il futuro di questa coltivazione". Da qui la richiesta di Coldiretti di introdurre anche per pagnotte e panini l’obbligo dell’indicazione in etichetta, se confezionato, o sul libro degli ingredienti, se non confezionato, dell’origine del grano impiegato, proprio come accade per la pasta. Oggi il pane non confezionato non ha etichetta, ma nel punto vendita deve essere presente il libro degli ingredienti, a disposizione dei clienti. Nel caso di pane preconfezionato o confezionato, sulle etichette, ci devono essere, oltre agli ingredienti, anche il termine di conservazione e le condizioni di conservazione.

Il punto di vista dei vertici di Coldiretti

"Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, come ad esempio Gran Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest – affermano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori - L’intesa è volta a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno preparati con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”. L’obiettivo dell'associazione è quindi quello di valorizzare il Made in Italy e produzioni locali garantendo al produttore un reddito sicuro, stabilito fin dall’inizio (26-32 euro al quintale, contro i 21 del prezzo di mercato) e escluso da speculazioni e ribassi.

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