Fake in Italy: su un tir diretto a Novara uva indiana spacciata per italiana
Continua la mobilitazione per dire "stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale"
Continua la mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale. Ieri, lunedì 8 aprile, e oggi, martedì 9, alla frontiera anche una delegazione di Coldiretti Novara e Vco con un centinaio di agricoltori ha preso parte al presidio organizzato per fermare l’invasione di cibo straniero spacciato per italiano.
Uva indiana spacciata per italiana
Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a un'azienda di Biandrate in provincia di Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità.
Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti al Brennero, dove Coldiretti Piemonte è presente con migliaia di agricoltori, giovani imprenditori e dirigenti insieme al presidente regionale, Cristina Brizzolari, al delegato confederale, Bruno Rivarossa, e a tutti i direttori e presidenti delle federazioni provinciali per fermare con il supporto delle forze dell’ordine i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero.
Una mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.
"Vogliamo trasparenza"
“Sono preoccupanti gli arrivi di cosce di maiale dal Nord Europa già pronte quando la filiera suinicola piemontese, che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro, ha 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Senza parlare di tutti gli altri prodotti che sono stati trovati aprendo i tir destinati in diverse parti d’Italia. Ci dicevano che oggi al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”.
Coldiretti Novara - Vco
“Sono preoccupanti gli arrivi di uva nella nostra provincia così come le cosce di maiale dal Nord Europa già pronte che vanno a intaccare la filiera suinicola piemontese – evidenziano Fabio Tofi e Luciano Salvadori, presidente e direttore di Coldiretti Novara e Vco - Senza parlare di tutti gli altri prodotti che sono stati trovati aprendo i tir destinati in diverse parti d’Italia. Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”.
La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che sono rimasti alla frontiera anche oggi, martedì 9 aprile, per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.