Il caso

La cuoca porta il velo: "Non prendo cibo cucinato da te"

Il bruttissimo episodio raccontato da un ristoratore di Borgomanero che però precisa: "La città non è razzista, abbiamo ricevuto tanta solidarietà"

La cuoca porta il velo: "Non prendo cibo cucinato da te"
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«Non prendo il cibo cucinato dalle tue mani». E' questa la frase choc, che una distinta signora, sulla cinquantina, avrebbe rivolto ad Aisha, cuoca 24enne, nata in Italia da genitori marocchini, che da qualche tempo lavora nella cucina di un ristorante di viale Kennedy a Borgomanero.

La denuncia sui social

L’episodio è stato reso pubblico dal titolare Gabriele Ricci che su Facebook ha denunciato l’accaduto.

«Di solito scriviamo post allegri o condividiamo immagini per pubblicizzare il nostro locale, però questa volta dobbiamo usare questa pagina per un motivo molto più grave che vorremmo che tutti sapessero e che l'autore del gesto si riconoscesse. Sabato 27 gennaio verso le 11.30 sono entrate due persone sulla cinquantina che volevano ordinare da asporto. Al ristorante, visto l'orario, c'era solo la cuoca, che, lo diciamo con orgoglio, ha origini marocchine e lavora con il velo. Dopo aver preso l'ordine, la signora ha chiesto se fosse lei a preparare le cose che aveva ordinato e alla risposta affermativa ha esclamato "no allora io non prendo niente cucinato dalle tue mani" e si è allontanata. L’uomo che era con lei ha invece atteso che i piatti ordinati venissero preparati e dopo averli regolarmente pagati li ha ritirati regolarmente».

La ragazza, evidentemente scossa da quanto le era successo ha raccontato l’accaduto ai colleghi e al titolare, ricevendo da tutti piena solidarietà.

«Che Borgomanero sia una città complicata – ha aggiunto Ricci – ci eravamo resi conto dalla cattiveria di tanti commenti, ma non pensiamo sicuramente che i borgomaneresi possano essere così razzisti, perché altrimenti queste cose ci farebbero venire voglia di chiudere il locale e andare altrove».

Il sindaco: "Borgomanero non è assolutamente razzista"

Borgomanero città razzista ? «Assolutamente no – dice il Sindaco Sergio Bossi – e la nostra città lo ha dimostrato più volte, favorendo l’integrazione anche grazie alla presenza di diverse associazioni che interagiscono con le comunità straniere. Non è possibile etichettare la città di razzismo per un singolo episodio, assolutamente da condannare, ma che rimane circoscritto ad una persona che magari non è neppure di Borgomanero».

La "seconda puntata" della storia

Nella giornata di ieri, giovedì 1 febbraio, il titolare del locale ha voluto fare un nuovo post per ringraziare della vicinanza ricevuta sia a livello locale sia nazionale e per precisare alcune questioni:

Con questo post vogliamo chiudere la polemica nata dal post dell'altro giorno sul gravissimo fatto di razzismo accaduto nel nostro locale, ringraziando, a nome del nostro staff e soprattutto di Aisha, tutti coloro che hanno mostrato solidarietà per l'accaduto, dalle istituzioni ai cittadini, di Borgomanero e di tutta Italia. Borgomanero non è una città razzista, non l'abbiamo mai pensato e la vicinanza mostrata ne è la riprova. Ci avete chiesto in tanti di fare una serata di solidarietà, tuttavia pensiamo che anche questa verrebbe strumentalizzata da qualcuno dicendo "ci vogliono guadagnare", quindi preferiamo finire qui tutto, sperando (probabilmente invano) che cose del genere non capitino più, ovunque.

Infine Ricci ha voluto condividere una foto che ritrae sorridente la protagonista di questa spiacevole vicenda, "così che - puntualizza -  chi ha pensato che fosse una trovata pubblicitaria o che il fatto non sia mai accaduto possa almeno vederla negli occhi".

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