Lavori in corso a Varallo per ripristinare il pannello delle scuole dedicato a Don Rossi
Il sacerdote martirizzato alla fine della seconda guerra mondiale rappresenta una figura simbolica per tutta Varallo Pombia
Lavori in corso da qualche giorno a Varallo Pombia per riparare e dare una rinfrescata al pannello che fuori dalle scuole secondarie ricorda la figura di don Giuseppe Rossi.
Lavori in corso sul pannello dedicato a don Rossi
E' con un post sul profilo social dell'Amministrazione che il Comune ha annunciato di aver dato il via ai lavori sul pannello dedicato a don Giuseppe Rossi fuori dalla sede del Comprensivo. "È stato preso in carico, in questo mese di aprile - scrivono dal Comune - il ripristino del pannello intitolativo della nostra Scuola Secondaria di Primo Grado "Don G. Rossi". Il pannello è stato sanificato e ne è stata ripristinata la base cementizia e di vernice, tracciando la scrittura con l’originario colore rosso".
Un lavoro che ha coinvolto anche alcuni volontari
"Sono intervenuti gli operatori comunali - prosegue il sindaco - sotto la guida del geometra Minello, insieme ai volontari Stefano Zanardini e Domenico Marucci. Come Amministrazione, speriamo di aver portato decoro (che era dovuto) a una struttura tanto cara a tutti i varalpombiesi".
Don Giuseppe Rossi, una figura simbolica per tutto il paese
Era il 26 febbraio del 1945 quando don Giuseppe Rossi fu ucciso. Il sacerdote nacque a Varallo Pombia il 3 novembre del 1912 da una famiglia che viene definita dagli studiosi "povera, ma ricca di fede". Studiò nei seminari di Arona e Novara e venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1937, quando aveva 25 anni. E’ profetica la frase che scelse il giorno della sua ordinazione come motto per il suo ministero sacerdotale. "Darò quanto ho, anzi darò tutto me stesso per le anime vostre", disse citando San Paolo. Nel 1938 fu assegnato alla parrocchia di Castiglione d’Ossola, dove si trovò da subito a gestire gli effetti della difficile fase dell’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Il suo ruolo nei confronti dei belligeranti fu sempre al di sopra delle parti. «Chiunque bussa alla mia porta perché ha bisogno, io lo aiuto», ripeteva spesso. E ancora: "Io aiuto chiunque si rivolge a me, perché per me tutti sono figli di Dio". Nella mattinata del 26 febbraio 1945 la strada che porta a Castiglione diventa il teatro di un feroce scontro tra i partigiani garibaldini della brigata Torino e le camicie nere del battaglione Ettore Muti, che subisce due morti e una quindicina di feriti. La rappresaglia non si fece certo attendere. In paese furono fermate una cinquantina di persone per essere interrogate, tra le quali erano presenti anche molte donne e molti anziani, dal momento che gli uomini erano già fuggiti. I fascisti sospettavano che il parroco, suonando le campane, avesse lanciato l’allarme, permettendo a tutti i partigiani di fuggire. Tutti vengono rimandati a casa nel tardo pomeriggio, compreso don Rossi, che – nonostante la preoccupazione dei parrocchiani – decide di non lasciare Castiglione. Poco dopo il sacerdote sarà nuovamente arrestato in casa sua, mentre cenava con la sorella. Nessuno lo rivedrà più vivo. Il corpo sarà ritrovato alcuni giorni dopo in un vallone vicino (dove adesso sorge una cappella in suo ricordo), con evidenti segni di un pestaggio feroce.