Maxi polo logistico a Pernate: il caso arriva in Parlamento
Interrogazione del senatore Enrico Borghi: "Occorre una valutazione seria sull’impatto ambientale e la tutela del suolo agricolo"
Il “caso Pernate” approda sui banchi del Parlamento. E lo fa tramite un’interrogazione che Enrico Borghi, senatore ossolano del Partito democratico, ha indirizzato a tre ministri: quello dell’Ambiente Pichetto Fratin, quello delle Infrastrutture e dei trasporti Salvini e quello dell’Agricoltura Lollobrigida.
Il nuovo polo logistico che sorgerà tra il casello autostradale di Novara Est e il centro abitato di Pernate ha iniziato l’iter per diventare realtà, dopo anni di «battaglie» da parte di residenti e associazioni ambientaliste per «scongiurarne» la realizzazione. La Giunta ha dato l’ok al Piano strategico di sviluppo industriale redatto da Cim e dalla società Develog 4 Srl.
"Serve una valutazione seria"
«Qui si parla tanto di “vocazione logistica” di Novara - ha spiegato Borghi la mattina di sabato 25 marzo in conferenza stampa - Ma io non credo che la vocazione della seconda città del Piemonte sia quella di essere circondata di capannoni... Occorre aprire un dibattito con la città, la politica deve assumersi delle responsabilità e invece la destra si sta nascondendo. Se non si fa una valutazione seria sull’impatto ambientale e la tutela del suolo agricolo, rischiamo di creare una situazione di non ritorno».
"Si tenga conto delle istanze dei cittadini"
«Stiamo parlando di più di 800.000 metri quadri di terreno che saranno cementificati - ha evidenziato Rossano Pirovano, segretario provinciale Pd e consigliere comunale - a pochi metri dalle case: oggi in Italia non esiste niente di simile. Oltre al tema ambientale, dobbiamo anche tener conto delle istanze dei cittadini».
"Serve una programmazione"
Anche il consigliere regionale (e neo segretario regionale Pd) Domenico Rossi ha confermato il suo impegno: «La vocazione logistica del territorio - ha sottolineato Rossi - non può e non deve coincidere con la disponibilità a costruire ovunque come, di fatto, sta avvenendo. Così come non si possono lasciare al privato le scelte strategiche sul consumo di suolo. Ancora una volta emerge la necessità, non più rinviabile, di una programmazione su questo tema attraverso la quale la Regione deve assumere il ruolo di regista e che deve prendere in considerazione almeno il livello provinciale».
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