Scontro in consiglio

Logistica a Pernate: nessun ripensamento, la maggioranza tira dritto

"Quel progetto sarà la fine di Pernate" tuona l'opposizione, ma per il sindaco Canelli si tratta di "terrorismo psicologico"

Logistica a Pernate: nessun ripensamento, la maggioranza tira dritto
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Nessun ripensamento su Pernate. La maggioranza respinge, in consiglio comunale, la mozione presentata dalle minoranze di ritirare la delibera di giunta che permette un insediamento di logistica da 800mila metri quadrati.

Nella foto il Comitato per Pernate in aula il 9 marzo.

Toni accesi in consiglio

Com’era prevedibile, il Consiglio comunale ha bocciato con i soli voti favorevoli dell’opposizione che l’aveva presentata (Pd, 5 Stelle e Insieme per Novara) la mozione che chiedeva il ritiro della delibera di Giunta sul mega polo logistico di Pernate. Contrari, ovviamente, i 16 consiglieri di maggioranza presenti (8 le assenze al momento del voto).

Ancora una volta - come già era stato nella precedente seduta consiliare, quando la mozione era stata rimandata per mancanza di tempo - a caratterizzare la discussione sono stati i toni accesi (a tratti anche decisamente sopra le righe) e la presenza dei rappresentanti del Comitato per Pernate, che giovedì hanno voluto portare in Consiglio delle scatole piene di terra, semi e granaglie accompagnate da un cartello: “logistica 2023. Futuro = fame”. (nella foto)

Alla fine dunque, al netto del preannunciato ricorso al Tar, l’Amministrazione Canelli tira dritto sul progetto “Novara Ecologistica”, anche se il sindaco ha garantito un’attenzione particolare sull’aspetto ambientale del progetto, pur dichiarandosi «non così convinto che un insediamento come quello previsto possa portare così tanta negatività all’abitato di Pernate».

Le opposizioni

Ad aprire le “ostilità” era stato il capogruppo del Pd Nicola Fonzo, illustrando il senso della richiesta di ritiro della delibera. «E’ una questione di metodo. Noi riteniamo che la questione sarebbe dovuta passare dal Consiglio comunale, perché si tratta a tutti gli effetti di una variante di Piano regolatore, che individua la destinazione di quell’area ad intermodalità, non a logistica. Non stiamo parlando della stessa cosa».

Quanto poi al merito, ha proseguito Fonzo, «noi non diciamo no “tout court” alla logistica. Ma diciamo che Novara, su questo fronte, ha già dato. La questione non riguarda soltanto Pernate, ma l’intera città. Non vorremmo che la battaglia finisse nelle aule giudiziarie, ma se la mozione non sarà votata l’unica strada sarà il ricorso a Tar».

Sempre dai banchi del Pd, Mattia Colli Vignarelli si è addentrato in una lunga spiegazione tecnica: «Potrei dirvi che il progetto che con questa delibera l’amministrazione avalla anche formalmente non è compatibile con l’interesse del pianeta, delle presenti e future generazioni perché contribuisce alla devastazione della risorsa finita che è il suolo; che non è compatibile con il vostro programma elettorale, perché di questo intervento non c’era traccia nel vostro programma; che non è compatibile con l’interesse dei pernatesi, perché si troveranno capannoni alti 20 metri ad una distanza che si aggira sui 69 metri; che sappiamo bene quanto quella delle “compensazioni ambientali” sia una farsa, una presa in giro, e vi invito ad andare a vedere il “bosco” di Agognate...».

Invece, ha sottolineato, «voi dovreste fermarvi perché la legge ve lo impone». Analizzando le norme attuative del Piano regolatore, ha chiarito: «L’interpretazione è piuttosto evidente: l’ambito T3b è destinato all’espansione di Cim, non allo sviluppo di logistica. Perché, per tutelarsi, l’amministrazione non fa una variante di Piano, avendo una solida maggioranza? La risposta è semplice: una variante imporrebbe di recepire ciò che finora si è scelto coscientemente di ignorare, il Piano paesistico regionale. E la legge regionale ci impone di prendere atto che su quel terreno esiste un interesse pubblico prevalente, quello della tutela dell’area agricola di pregio».

Un’interpretazione respinta dal dirigente del Settore Urbanistica del Comune, Maurizio Foddai: «Nel Prg c’è una definizione generica, movimentazione merci, alla quale è riconducibile la logistica. Fa sorridere che per dare attuazione a quanto prevede il Prg si debba cambiare il Piano medesimo. Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire, il dibattito è solo politico».

Dai 5 Stelle Mario Iacopino ha ribadito il suo no «al modello di sviluppo scelto per questo territorio, perché la logistica che state portando non ha adeguate infrastrutture e non porta lavoro di qualità. Se proprio volete farla, perché non usate i tanti spazi abbandonati che già esistono?».

Ma Rossano Pirovano (Pd), pernatese, ha incalzato: «Ci saranno persone che si troveranno un muro lungo 900 metri a meno di 80 metri dalle loro case. Anche ammesso che sia previsto dal Prg, si può anche decidere di fare cose diverse. E invece voi avete scelto di fare come Ponzio Pilato... Noi faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sostenere questa causa, perché crediamo che se sarà realizzato quel progetto sarà la fine di Pernate».

Le risposte della maggioranza

Chiamati in causa, i consiglieri di maggioranza hanno tenuto fede alle proprie posizioni: «Io mi prenderò le mie responsabilità quando ci sarà un ricorso al Tar che andrà a smentire l’operato dei dirigenti e dei tecnici comunali. - ha detto Arduino Pasquini (Lega) - In questo momento non ritengo sia giusto ritirare la delibera». Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Crivelli (Forza Novara) («Io sono qui per metterci la faccia, su questa delibera»), mentre il capogruppo della Lega Gaetano Picozzi ha ribattuto: «Questa cosa voi della minoranza la state caricando ideologicamente».

«Nello sviluppo della città ci sono tanti tasselli - ha replicato il sindaco Canelli - ma non possiamo dimenticare la vocazione logistica del territorio». Inoltre, ha ricordato, «sono 15 anni che il Prg prevede lo sviluppo di un’area a Nord Est della città. Lo sviluppo di quell’area è necessario per far diventare il Cim il centro intermodale più importante d’Europa. Certamente, gli aspetti da valutare e contemperare sono tanti. Ma non voglio che si faccia terrorismo psicologico. Sicuramente ci saranno delle ricadute, ma l’aspetto ambientale sarà oggetto di attente valutazioni perché non nego che anche io, quando mi è stato presentato il progetto, ho avuto qualche perplessità sulla vicinanza all’abitato. Per questo garantisco che ci muoveremo con la dovuta cautela, ma andremo avanti in questa direzione. Dopodiché è legittimo che chi non è d’accordo faccia valere le sue ragioni e se risulterà il minimo dubbio, ovviamente accertato, siamo pronti a prendere le decisioni del caso».

E Rossano Pirovano ha raccolto il guanto di sfida: «La battaglia la faremo fino in fondo, ma ricordatevi che se vinciamo qualcuno da qua se ne dovrà andare...».

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